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Amaranto: che colore è
Da non scambiare con il bordeaux, l’amaranto è il colore delle infiorescenze dell’omonima pianta ornamentale, appartenente alle Amarantacee, spesso comunemente chiamata anche “erba meraviglia”. Si tratta di una tinta vivace ed energetica, una via di mezzo tra un rosa intenso (tipo il fucsia e il ciclamino) e il rosso scarlatto, il granata e il cremisi. È oggi utilizzato per le sue potenzialità espressive in genere in piccole dosi, nella moda oltre che nell’interior decoration e nell’arredamento.
Da dove viene la parola amaranto?
Il termine amaranto deriva dal nome greco Αμαραντος, traducibile con “che non appassisce, che non sfiorisce”. Trasformato in latino in Amarantus o Amaranthus e usato in poesia come immaginario fiore che non muore mai, a metà del ‘500 viene trasferito in botanica per indicare la famiglia delle Amarantacee, piante erbacee che, se immerse in acqua anche da secche, si credeva riprendessero vita. Dal colore delle loro infiorescenze deriva così l’amaranto come ancora oggi cromaticamente inteso.
Significato del colore amaranto
Tonalità di rosso violaceo, se inserito in un ambiente, desta meraviglia e stupore. Simbolo di benessere e di immortalità già al tempo dei Greci e dei Romani, l’amaranto viene citato da Esopo in un componimento intitolato “La rosa e l’amaranto”, che contrappone la sua longevità e la resistenza alla delicatezza fugace appunto delle rose.
Quale RAL per l’amaranto?
Volendo individuare un colore RAL il più possibile simile alla tinta dei fiori dell’amaranto, si può indicare il RAL 3027, definito come rosso-lampone. Attenzione, però: ogni azienda produttrice ha dei codici identificativi dei diversi toni e non c’è corrispondenza tra marche differenti. Se per esempio chiedete di laccare un radiatore o un mobile in un preciso colore RAL, uguale alle pareti, fornite sempre anche un campione stampato (ancor meglio se avete una precedente prova su identico materiale), in modo che non possano esserci equivoci.
Come si ottiene l’amaranto
Storicamente questa tinta si otteneva mescolando il blu cobalto e un colorante naturale rosso vivo, derivato dalla cocciniglia e dal “chèrmes” (o kèrmes, nome da cui deriva anche il termine cremisi e con cui ci si riferisce sempre alle cocciniglie, più precisamente alle femmine essiccate di alcune specie) e che nell’antichità veniva usato per la tintura di stoffe, oggi quasi in disuso e sostituito da tinte sintetiche. Per la verniciatura di pareti e arredi, per avere l’amaranto, lo si può acquistare in colorificio richiedendo un particolare RAL o un Pantone della tonalità desiderata, che è composta da una diversa proporzione di colori: rosso (in percentuale maggiore), un po’ di blu e di giallo – e dalla eventuale quantità aggiunta di nero o bianco per scurire o schiarire.
Come abbinare l’amaranto?
In generale, il colore amaranto negli interni può essere scelto per piccoli tocchi per atmosfere volutamente moderniste; questa tinta non si addice ad abbinamenti troppo decisi, per esempio quelli con il verde o con l’arancione, a parte quelli con il nero, con cui crea un contrasto accattivante e particolarmente sofisticato.
Al contrario, è particolarmente apprezzabile l’accostamento a nuance più soft e delicate, come il tortora, il grigio (meglio se tendente al rosato), l’azzurro carta da zucchero, il bianco ghiaccio. Possono funzionare con l’amaranto anche le tonalità glicine e malva, che ne ammorbidiscono la forza.
Un’intera parete amaranto?
La scelta di verniciare una sola parete di una stanza in amaranto può rivelarsi un’occasione interessante per dinamizzare e dare carattere all’insieme. Questo colore, in accostamento a tonalità più chiare e luminose a soffitto e a pavimento, vibra di per sé, ancor più se si aggiungono apparecchi luminosi, complementi e piccoli oggetti dai bagliori metallici.
COME ARREDARE CON L’AMARANTO
Per un ideale inserimento dell’amaranto negli arredi di casa conviene puntare su pochi (due o tre) pezzi in questa tonalità, che possano diventare il filo conduttore di un singolo ambiente o il trait d’union di un’intera abitazione. L’amaranto risulta molto gradevole quando ben dosato nell’insieme. Indicati in questa tinta, ad esempio, i tappeti, le poltroncine, i divanetti, i tavoli o le sedie. Molto importante tenere conto della presenza o meno di luce (naturale e artificiale, calda o fredda), dato che l’illuminazione ha il potere di trasfigurare il colore, farlo apparire anche notevolmente diverso da come ce lo eravamo immaginato in un contesto.
Semplici tocchi
Per non esagerare con un carico cromatico, a maggior ragione in ambienti dedicati al relax e al riposo, meglio scegliere una palette in tinta, in cui pochi accenti amaranto servano da punti focali dell’interesse. Così un quadro, un accessorio tessile, un cuscino in camera da letto rendono più interessante la composizione, differenziandola in modo originale e personalizzato. E l’accostamento con il blu copiativo attenua l’effetto finale – e anche la troppa femminilità – rendendo l’insieme più indicato per atmosfere “notturne”.
Nel soggiorno con cucina a vista, giocato sui toni neutri – pareti e arredi bianchi, parquet di rovere chiaro – il principale elemento contrastante, capace di catalizzare l’attenzione e di regalare personalità e brio, è il divano color ottanio. Eppure, a dare dinamismo, vi è anche un piccolo accenno amaranto: il vaso a contrasto, appoggiato sul pouf cubico.
Tavolo amaranto e sedie multicolor
In questa zona pranzo, il tavolo, realizzato su disegno, ha il piano in mdf laccato amaranto sostenuto da gambe metalliche dalla finitura ottone brunito, che creano un abbinamento di grande eleganza. Ciò che ravviva ed esalta l’amaranto è il tessuto delle sedie di recupero, con le diverse cromie (azzurro, ottanio, verde, beige, grigio, marrone… ) declinate in un solo segno grafico ripetuto, su fondo bianco. In tinta anche il pouf, seduta in più che completa e non ingombra. A parete, gli inconfondibili piatti di Fornasetti in bianco e nero.
E al tavolo color amaranto che cucina abbinare? In questa abitazione, l’isola (foto sotto) è rivestita da listelli di legno in tinta mogano (che riprendono l’essenza delle cornici decorative a pavimento del parquet), che ben si accompagnano alla tinta decisa del piano e, con la superficie ondulata, portano la memoria ad atmosfere di gusto rétro.
Divano e radiatore d’arredo coordinati
Negli spazi recuperati di un ex capannone industriale, il progetto ha ricavato un’abitazione moderna, in cui la luce è protagonista, proveniente da grandi finestre per tetti. Il bianco è dominante, acceso dalle note amaranto del divano e del radiatore d’arredo.
Poltroncina: una “chicca” d’effetto
Nella percezione di un ambiente può avere un ruolo importante anche la vista sulle altre stanze: qui ad esempio dalla cucina si intravede una poltrona a sacco in tonalità amaranto. Una aggiunta quasi inaspettata, dato l’insieme neutro dei colori dei restanti elementi, sia architettonici sia decorativi, oltre che d’arredo, che “accende” la prospettiva attirando l’attenzione.
Tappeto amaranto, una pennellata di energia
Accessori tessili come i tappeti sono ideali per portare un tocco di originalità e di stupore in un ambiente di segno minimale o fin troppo misurato. In questo caso, se la scelta ricade sul colore amaranto, si possono mantenere complementi e arredi in tonalità più soft, giocando con pennellate più decise per piccoli oggetti qua e là, come soprammobili, cuscini, decorazioni.
Attenzione anche alla tipologia di pavimentazione su cui viene posato: il legno chiaro (ad esempio il rovere) mette in risalto il carattere dinamico e allegro dell’amaranto, un’essenza più scura ne fa emergere toni inaspettatamente più crepuscolari. Piastrelle e grès sono perfetti per sottolineare la modernità di questa tinta, se però non hanno grafiche e texture in colori troppo contrastanti.
Cucina in tinta amaranto
Colore inusuale in cucina, l’amaranto è tuttavia una opzione particolarmente interessante, a maggior ragione se accostata a materiali di stampo industriale – come il vetro e il metallo – che ne smorzano il tono delicato o a tonalità scure, che danno un tocco sofisticato all’insieme. Come in questo caso, in cui viene declinato nella sola isola, seppure richiamato dai riflessi della dispensa con le ante trasparenti. Ante, profili, accessori, elettrodomestici e libreria in nero rendono il tutto elegante e metropolitano.
Ridipingere un vecchio mobile color amaranto
In un ambiente con pavimenti e pareti neutri, si può osare e inserire un mobile, anche di dimensioni considerevoli, color amaranto. Un’idea potrebbe essere, ad esempio, dipingere un vecchio mobile, magari con una finitura che non convince più: appositi prodotti, come le resine, sono pensati proprio per rivestire legno, metallo, ceramica facilitando il risultato finale. Nell’immagine, un mobile per il soggiorno inizialmente in tinta faggio è stato riverniciato, abbinando cuscini in nuance e un divanetto in azzurro a contrasto.
Guardaroba-spogliatoio più porta
In questa camera matrimoniale, grazie alla flessibilità del cartongesso, si è ricavato un guardaroba-spogliatoio a tutt’altezza, illuminato dalla luce naturale filtrante dalla fascia superiore, di vetro satinato. Per evidenziarne volutamente la presenza, il nuovo volume è dipinto in una decisa tonalità scura di amaranto, tra il bordeaux e il viola. L’accesso avviene da una porta scorrevole interno muro, smaltata nella stessa tinta, ripresa anche dalla testiera e dai cuscini del letto.