Le lampade FontanaArte, marchio di illuminazione conosciuto in tutto il mondo fondato a Milano nel 1932, appartengono a una storia made in Italy di successo lunga 90 anni. Apparecchi luminosi spesso diventati icone della storia del design, in un viaggio temporale lungo quasi un secolo che oggi l’azienda vuole celebrare con un logo speciale e attraverso il suo archivio storico, presentato al pubblico durante le giornate di giugno della Milano Design Week.
Tanti sono i designer e gli architetti di valore che hanno firmato sin dai primi esordi – e tuttora firmano – le lampade FontanaArte, così come i direttori artistici avvicendatisi nel tempo, del calibro di Gio Ponti, Pietro Chiesa, Max Ingrand, Gae Aulenti. Il risultato è un paesaggio luminoso che ha spesso segnato quello domestico, non solo italiano, declinato secondo un catalogo di prodotti decisamente riconoscibili e nel contempo riconosciuti per la qualità formale e l’innovazione tecnico-funzionale.
“Le lampade FontanaArte”, commenta infatti l’attuale direttore artistico Francesco Librizzi, “hanno contribuito a creare uno scenario domestico straordinario. Portando l’arte tra le mura di casa e affidando al vetro la possibilità di personificare la luce, la trasparenza e il riflesso, influenzano tutto ciò che sta loro intorno. Nella ricerca dell’identità aziendale ci siamo accorti che i prodotti, le ‘icone’, e gli autori, ‘i designers’, erano solo una parte del profilo. Nominare FontanaArte nel mondo significa raccogliere impressioni, memorie, sentimenti da un pubblico vastissimo: le persone che l’hanno amata e che hanno lasciato che gli oggetti abitassero le proprie vite.”
La celebrazione di questo importante anniversario passa dunque dal recupero e dallo studio dei documenti e dei progetti degli archivi storici aziendali, patrimonio di grande valore capace di raccontare, secondo l’amministratore delegato Marco Pozzo, “ancora una volta e con dettagli inediti la forza della combinazione di arte e industria, elemento imprescindibile di tutto il catalogo del marchio”.