Il mondo della luce esplora nuovi territori e, come puntualmente accade ogni due anni, presenta i risultati di questa ricerca sull’elemento più impalpabile e nel contempo architettonico durante la settimana milanese del Salone. Tantissime le proposte, sia in fiera sia fuori in showroom e spazi espositivi temporanei, tra le quali si possono però individuare tratti comuni. Particolarmente rilevante dal punto di vista estetico sembra essere quest’anno la tendenza materica, derivata da una predilezione generalizzata per materie prime inusuali, fino ad ora poco utilizzate nel campo dell’illuminotecnica: come ad esempio la pietra, il cemento, le essenze lignee.
Scelte decise dal punto di vista espressivo, che si traducono in una forte caratterizzazione degli apparecchi, sia alla vista sia soprattutto al tatto. I corpi illuminanti vengono modellati – industrialmente se non addirittura artigianalmente – come piccole sculture di luce, trattati in superficie con finiture inaspettate, studiati in ogni minimo dettaglio come vere e proprie opere d’arte. E si destreggiano tra leggerezza (della forma) e pesantezza (della materia) in un gioco di contrasti interessante. Sono oggetti luminosi originali, ma facilmente inseribili in ogni ambiente domestico: per dare un tocco di contemporaneità a un insieme di taglio tradizionale, per esaltare il gusto moderno o industriale tra arredi contemporanei, per aggiungere sensazioni materiche a stanze minimaliste.
E non si pensi che la predilezione per materiali inaspettati si traduca in una deprivazione degli apparecchi dal punto di vista tecnologico. Al contrario, volumi di marmo, campane di cemento, strutture di legno, strisce di tessuto nascondono raffinati cuori tecnici in cui l’innovazione è reale protagonista. I LED sono ormai le fonti luminose più sfruttate e si aggiungono funzioni supplementari, come ad esempio le prese USB per ricaricare telefoni e tablet o sorprendenti effetti sonori.
Foto di illuminazioni di Euroluce
Lust di Barovier&Toso, design Marcel Wanders, è una lampada da tavolo che gioca sull’accostamento di materiali inusuali, preziosi e non, lucidi e opachi: la cupola di vetro ogivale protegge un frutto affusolato anch’esso di vetro, coperto da migliaia di pagliuzze di foglia d’oro che rifrangono la luce di LED nascosti nella base di cemento rifinito.http://www.barovier.com
Lederam di Catellani & Smith nasce dall’unione di LED e rame, materiale che con il suo caratteristico colore conferisce calore e fascino alla luce. I dischi rivestiti di foglia color rame racchiudono un modulo LED di ultima generazione, che non necessita di trasformatore ed è dimmerabile. http://www.catellanismith.com
Asola di Clique (design Filippo Protasoni), lampada da tavolo a luce indiretta a LED, ha il corpo di marmo bianco di Carrara, materiale della tradizione italiana, ma cela un cuore tecnologico: è infatti dotata di una porta USB per ricaricare smartphone, tablet o altri apparecchi. http://www.clique-editions.com
Eau de Lumière di Designheure, design Davide Oppizzi, è una famiglia di lampade ottenute con lavorazione manuale di materiali nobili come il marmo bianco di Carrara, il legno di rovere e il tessuto high end. Disponibile in più dimensioni, anche a sospensione, la versione da appoggio Petit Carré ha fonte luminosa a LED che retroillumina la fascia di stoffa grigio chiaro. http://www.designheure.com
Tull di Incipit (design Tommaso Caldera) è una reinterpretazione delle vecchie lampade industriali, addolcita nelle forme e impreziosita da una finitura metallica effetto rame e nichel che ne sottolinea l’ispirazione vintage e la rende più elegante. Una maniglia di cuoio ne permette lo spostamento senza toccare il diffusore. http://www.incipitlab.com
La collezione Matt di In-es è un tributo alla materia: tre sono infatti le tipologie di finiture esterne degli apparecchi modellati a mano (Lavagna, Cemento, Nebula), per effetti luminosi e tattili particolarmente d’atmosfera. La versione Cemento, dal forte impatto materico, ha l’interno colorato trattato con Nebulite®, innovativo materiale composto da resine e fibre. http://www.in-es.com
La lampada da terra Ianebeam di Ianiro (design Setsu & Shinobu Ito) riprende il disegno dei proiettori professionali, adattandolo a una estetica più domestica grazie alla leggerezza dell’insieme, alla scelta del legno per il sostegno e all’espressività cromatica del corpo luminoso, ingentilito da alette bianche che indirizzano il fascio luminoso. http://www.ianiro.com
La lampada da terra 2Moons prodotta da Nir Meiri per Nilufar, rilettura contemporanea delle abat-jour di un tempo, sfrutta la plastica traslucida dei grandi diffusori rotondi per riscaldare la luce delle fonti a LED. I paralumi sono regolabili, sostenuti da una struttura metallica. http://www.nilufar.com
Campanello di Ramun (design Alessandro Mendini) è una allegra piccola lampada di plastica colorata da allattamento per neo-mamme, che funziona anche da luce notturna per la camera dei più piccoli. E da discreto lume da tavolo con inaspettato campanello per richiamare l’attenzione, come quello che si usa nei locali pubblici. La tecnologia a LED è studiata per non dare fastidio agli occhi dei bambini e cinque sono i suoni emessi, progettati con uno storico maestro campanaro italiano. http://www.ramun.com
Yolk (design Angeletti&Ruzza) di Oluce combina metallo e vetro per un originale effetto di riflessione e di diffusione insieme della luce. Un insieme bimaterico che prende avvio da ispirazioni naturali (il nome è la traduzione inglese di tuorlo) e si traduce in un oggetto luminoso fortemente caratterizzante l’ambiente domestico. http://www.oluce.com