Come orientarsi nella scelta dei mobili per esterno?Per allestire balconi, terrazzi e giardini, fra le tante proposte d’arredo, le variabili da considerare sono tante: spazio disponibile, tempo che si trascorre all’aria aperta, tipo di clima. Senza dimenticare le caratteristiche dei diversi materiali, che incidono sulla forma e sulla funzionalità. Mobili, complementi e accessori per l’outdoor sono sempre più sintesi di design e tecnologia: per vivere le nostre oasi di relax ad alto tasso di comfort.
In legno: i mobili per esterno in legno sono solidi, compatti e con linee squadrate; trasmettono un senso di calore e accoglienza. Sono disponibili anche in versione pieghevole, salvaspazio. Per conservarli al meglio, periodicamente richiedono trattamenti mirati.
In metallo: superessenziali e rigorosi in alluminio e acciaio, cambiano stile, in ferro battuto, per soddisfare un gusto più classico e romantico. Anche di dimensioni contenute, possono essere pieghevoli e impilabili.
In fibre naturali: i mobili per esterno in tinte neutre, evocano lo stile coloniale. Richiedono spazio intorno per essere valorizzati e anche se sono pensati per gli esterni, stanno altrettanto bene all’interno delle abitazioni.
In materiali sintetici: sono maneggevoli e hanno il grande vantaggio di richiedere poca manutenzione. Con superficie liscia, lavorata o traforata, sono versatili e si prestano a progetti come quelli in versione gonfiabile.
Materiale “vivo”, il legno cambia aspetto se esposto agli agenti atmosferici, e questo è il suo bello. Per realizzare i mobili si impiega perlopiù il massello, la parte più interna e resistente del tronco. L’effetto naturale si conserva con semplici oli e cere.
Tre essenze al top
Per la realizzazione dei mobili da esterno il primato spetta al teak, specie che meglio risponde alle necessità dell’esposizione outdoor. È molto durevole (oltre i 10 anni), particolarmente resistente alle muffe, all’attacco di insetti e alle intemperie. Infatti può essere lasciato all’aperto in qualsiasi stagione e condizione climatica. Si presenta inizialmente con una tonalità media, calda e leggermente giallastra che, nel tempo, tende a ingrigire. È impregnato di resine oleose che contribuiscono a mantenere inalterate negli anni le caratteristiche originarie, limitando al massimo la manutenzione. Da queste resine si ricava un olio perfetto per “rinverdire ” saltuariamente la superficie.
Anche il pino trova largo impiego perché è particolarmente facile da lavorare e incollare. Ricco di resine, ha però una durabilità media e richiede finiture superficiali per aumentarne le prestazioni in esterno. Di colore bianco-giallo, può assumere altre tonalità con l’uso di impregnanti.
La robinia (o pseudoacacia, da non confondere con l’acacia) ha tonalità che sfumano dal giallo al verdastro ed è connotata da alta resistenza e buona durabilità all’aperto.
Il logo FSC (forest Stewardship Council – Consiglio per la gestione Forestale Sostenibile) garantisce la provenienza del legno da foreste gestite in modo corretto e responsabile, secondo rigorosi standard ambientali.
Anche per l’esterno esistono soluzioni che, per motivi differenti, si possono considerare salvaspazio: dai modelli pieghevoli e impilabili alle proposte componibili e multifunzione. Come i sistemi di sedute modulari da attrezzare in modo diverso a seconda delle necessità: a partire da basamenti portanti in legno, in più misure, e da cuscinature multiformi si possono ottenere composizioni diverse (come nella foto): lo spazio libero a lato della seduta funziona come piano d’appoggio, ma basta aggiungere un cuscino per avere un posto in più. Lo stesso bracciolo, rigido e piatto, si può sfruttare come appoggio condiviso da due persone.
Imbottiture e tessuti
Anche se è utile mettere al riparo cuscini e complementi tessili (di sera o in caso di pioggia), esistono materiali che ovviano a questo problema . Nel caso dell’imbottitura, è indicata la gomma poliuretanica drenante a densità differenziata per un maggiore comfort nell’appoggio; mentre per il rivestimento esterno sono consigliati tessuti tecnici, 100% poliestere, trattati con olio idrorepellente, per opporre resistenza al passaggio dell’acqua. Meglio sfoderabili per maggiore praticità.
La regola principale è sempre quella di seguire le indicazioni riportate dal produttore. In generale, però, per togliere la patina grigia che, nel tempo, può velare teak e robinia si può spazzolare la superficie con acqua e sapone neutro. In caso di macchie forti, è possibile passare della carta vetrata finissima o della lana d’acciaio e poi, sul supporto asciutto, applicare uno strato sottile di olio di teak che protegge e ravviva la tinta, anche sulla superficie grezza. Sui mobili in pino è consigliabile stendere una mano di impregnante, trasparente o colorato, almeno una volta all’anno, levigando preventivamente il supporto per far penetrare meglio il prodotto.
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