Passati gli anni in cui gli oggetti erano programmati per vivere solo nel presente, senza passato ma neanche futuro, è giunto il momento del design anti-spreco. Di materie prime, di energia per la produzione, di scarti. Anche le aziende produttrici di arredamento, che secondo la visione radicale del designer Philippe Starck “hanno usato bellissimi materiali naturali, forgiati per finire nella spazzatura”, stanno così rivedendo strategie e processi, al fine di realizzare oggetti sostenibili, degni di entrare in una, ormai sempre più auspicata, economia circolare. Vale a dire quella riferita a un sistema economico in grado di rigenerarsi e di garantire la propria eco-sostenibilità.
Design anti-spreco reale
Molti sono i risultati ottenuti, più o meno virtuosi. Quelli più interessanti non prevedono però solo il semplice riutilizzo di materiali di scarto, ma puntano sull’ideazione di nuove materie prime, comunque ottenute da sfridi di altre lavorazioni o di settori industriali differenti. E sfruttate al meglio per ridurne la quantità necessaria in fase di produzione, al fine di tagliare sensibilmente lo spreco di energia e più in generale l’impatto ambientale. Una sorta di vera e propria decrescita felice applicata, poiché non insiste sulla deprivazione – estetica, materica, economica – tout-court, ma si focalizza sulle rinnovate potenzialità di ciò che prima si scartava.
Dagli scarti nuove materie prime
Ecco allora composti plastici riciclati ricostituiti su anime di altri materiali di sfrido (come ad esempio le fibre di legno) o frutto di mix chimici brevettati capaci di dare nuova vita a componenti tradizionali eliminati a fine ciclo produzione. E in tali fortunati casi, come ha recentemente ricordato sempre lo stesso Starck, “l’eleganza minimale scaturisce dall’intelligenza del nulla. Mies Van der Rohe diceva less is smore, il meno è più. Giusto, ma perché scegliere? Noi oggi possiamo dire less and more, meno e più insieme. Perché abbiamo deciso di fare meno – meno stile, meno design, meno materia prima, meno energia – e alla fine abbiamo ottenuto di più”.