Il divano è uno dei pezzi d’arredo a cui non si rinuncia quasi mai. Oltre all’estetica, in un imbottito conta molto la qualità perché è da questa che dipende la comodità. Solidità, comfort, funzionalità e durata nel tempo sono quindi da valutare bene al momento dell’acquisto.
A partire da singoli elementi si possono comporre soluzioni di varie forme e dimensioni, per adattarsi a ogni genere di ambiente ed esigenza di spazio. Le combinazioni sono pressoché infinite. In alcuni modelli è prevista la possibilità, di rivestire le sedute ciascuna in modo diverso e spostarle all’occorrenza. Per garantirne la massima stabilità, gli elementi devono essere fissati tra loro tramite agganci o perni metallici, posti sotto o sul fianco della struttura.
La qualità del divano è data innanzitutto dai materiali nascosti a prima vista, che compongono il telaio interno. Quest’ultimo deve essere progettato per resistere alle sollecitazioni e allo stesso tempo essere flessibile.
Meglio il massello
Per offrire queste caratteristiche, l’ossatura portante è in legno massello, materiale che garantisce anche maggiormente la tenuta del sistema di molleggio, che invece tenderebbe a cedere in una struttura realizzata, per esempio, in truciolare. Viene inoltre preferito al metallo, sia a livello di costi sia di peso (soprattutto per i modelli di grandi dimensioni). Tra le essenze, le più indicate sono abete e pioppo, perché assicurano notevole resistenza alle sollecitazioni meccaniche nonché alle muffe. I fianchi di tamponamento sono normalmente in compensato o in fibra di legno: è importante che i pannelli siano in classe E1. Per evitare di rovinare il tessuto di rivestimento la struttura deve essere foderata, per esempio con uno strato di poliuretano espanso ad alta densità, abbinato a un tessuto sintetico a maglia. l Le giunzioni tra gli elementi in legno che costituiscono il telaio devono essere realizzate con incastri robusti.
È il supporto elastico del sedile e dello schienale del divano, quello cioè su cui appoggiano i cuscini. Per garantire la comodità e il sostegno del corpo, sia nella seduta sia nello schienale, deve essere presente un intreccio di cinghie elastiche ad alta resistenza (disposte quindi in orizzontale e in verticale), costituite da nastri di fili di gomma ricoperti in tutta la loro lunghezza da una spirale in filo di nylon. Le cinghie devono essere sufficientemente larghe (circa 7 cm) e disposte a una distanza di circa 3/5 cm l’una dall’altra: ciò fa in modo che nessuna delle singole fasce sia troppo sollecitata, con il rischio di perdere elasticità nel tempo.
Costituita dai cuscini della seduta e dello schienale, deve garantire il giusto equilibrio di morbidezza e resistenza alla compressione: più rigida per i sedili perché sostiene il peso della persona, più morbida per gli schienali la cui funzione è solo d’appoggio.
Poliuretano espanso indeformabile
Tra i migliori materiali, è considerato ecologico perché prodotto senza l’utilizzo di clorofluorocarburi. Ha una struttura interna a nido d’ape con celle aperte e sottili che garantisce leggerezza, traspirabilità e ottime doti meccaniche. Fa in modo, inoltre, che mentre si è seduti venga effettuato un veloce ricambio d’aria, con un conseguente miglioramento anche della resa elastica. A seconda delle dimensioni delle cellette, il poliuretano espanso può avere diversi gradi di densità: viene considerata buona quando è di circa 35 kg/mq, ma si può arrivare anche a 50 kg/mq. Non sempre rigidità e morbidezza sono proporzionali alla densità, perché queste caratteristiche dipendono dalla formula chimica che è variabile. Tuttavia, un’alta densità conferisce prestazioni migliori nel tempo. Nei primi mesi di utilizzo le imbottiture in poliuretano espanso tendono a un leggero allentamento, per poi stabilizzarsi. Un fenomeno normale, dovuto al fatto che quando ci si siede per la prima volta viene prodotta una pressione che causa la rottura delle microcelle. Per questo motivo è consigliabile scegliere un imbottito leggermente più rigido di quanto desiderato.
Quanto soffice?
Se si privilegia la morbidezza, sono indicate altre imbottiture, altrettanto valide. Quelle in misto piuma, più tradizionali, hanno un’anima in poliuretano espanso, mentre gli altri due strati sono in piuma d’oca vergine sterilizzata. Esiste poi il memory foam, un innovativo poliuretano visco-elastico che si adatta perfettamente alle forme del corpo, aumentando la sensazione di relax. È leggero, indeformabile e ad alta traspirabilità.
Tipologia e forma dipendono dalle preferenze soggettive e dallo stile del divano. È invece importante che il loro numero sia tale da garantire stabilità e resistenza della struttura in legno. Ciò dipende dalle dimensioni del divano: per un imbottito di 220 / 230 cm di larghezza vengono solitamente previsti 4 piedini in acciaio o in legno posti alle estremità, per esempio fissati sotto il modulo in cui è inserito il bracciolo. Per misure superiori, al fine di evitare l’”effetto imbarcamento” del fusto, devono essere previsti anche due sostegni centrali. In alcuni modelli componibili è anche possibile disporre di piedini (nascosti alla vista) su ciascun modulo.
Tessuti: estetica e resistenza
La maggior parte degli imbottiti prevede rivestimenti sfoderabili. Se si tratta di cotone, lino o altre fibre naturali, assicurarsi che sia stato preventivamente bagnato. In caso contrario, rischierebbe di ritirarsi al primo lavaggio, con la conseguenza di non riuscire più a rifoderarlo se non comprimendo eccessivamente i cuscini. La qualità è data dal tipo di filati e dalla compattezza della tessitura, da cui dipende la resistenza all’usura. Proprietà tecnica che spesso, però, non va d’accordo con la raffinatezza e la preziosità dei filati, caratteristica prettamente estetica e “tattile”.
Qualità provata
Le maggiori aziende sottopongono i tessuti a test tecnici internazionali. Uno di questi è il “metodo di Martindale”, che analizza resistenza alla abrasione, il pilling (cioè la formazione di “pallini”), i cambiamenti di colore e la perdita di peso. l Il primo test, per esempio, sottopone il tessuto a cicli preimpostati di sfregamento sotto una determinata pressione e termina quando si verifica la rottura dei primi due fili dell’armatura del tessuto. Il livello è considerato alto dopo 15.000 giri.
Le categorie
Quando si sceglie il divano, i tessuti proposti nel campionario vengono spesso classificati con un numero o una lettera: non esiste una regola precisa, perché ogni azienda adotta una sua scala, che serve a raggruppare i rivestimenti in ordine crescente o decrescente di prezzo.
Quelle di migliore qualità sono di origine europea. Hanno infatti una taglia più grande, sono più spesse, presentano meno imperfezioni e hanno una mano più morbida e piacevole al tatto. La superficie della pelle, quella maggiormente utilizzata nell’arredamento, viene chiamata “fiore”. È la parte più compatta e resistente, deve tenere nei punti di cucitura e resistere alle sollecitazioni e allo sfregamento. l La più pregiata è il pieno fiore, riconoscibile a occhio nudo, perché presenta rughe, cambiamenti di grana, o segnetti, che sono indice di un pellame non rifinito. Viene conciata con oli vegetali o all’anilina (un composto organico). l Le pelli possono poi essere smerigliate, dunque prive di tutte le imperfezioni e con un aspetto più uniforme e omogeneo, oppure conciate al cromo (tetravalente e non esavalente poiché proibito): di minor pregio, hanno per contro un prezzo più contenuto.