Da oggi l’Iva è al 22%. L’aliquota ordinaria, quella che si applica in tutti i casi in cui la normativa di legge non prevede aliquote agevolate al 4 o al 10%, è rincarata dal 21 al 22% dalla mezzanotte del 1° ottobre. Quali saranno le conseguenze dell’aumento su beni e servizi? Bevande, capi di abbigliamento, iscrizione alla palestra… costeranno di più, ma saranno più cari anche beni strettamente necessari come acqua, luce e gas (seguici nei prossimi approfondimenti sul sito). Facciamo i conti. L’aliquota minima al 4% continua ad essere applicata ai generi di prima necessità, come alimenti base (pane, riso, farina, pasta, latte fresco, burro, olio, vegetali freschi, frutta, formaggi), quotidiani e libri, alcuni ausili medici per portatori di handicap, prima casa, mense aziendali, fertilizzanti. L’aliquota ridotta al 10% è invece applicata a prodotti alimentari elaborati di pasticceria o panetteria, carni e pesci, salse, sale, caffè, zucchero, uova, latte a lunga conservazione, ristrutturazioni edilizie. L’aliquota ordinaria al 22% da oggi si applica alla vendita di prodotti che non rientrano nelle categorie precedenti: piatti di ristorazione, vini, tabacchi, accessori, mobili, elettrodomestici, attrezzi da giardino, telefonia, auto, moto, parrucchiere.
L’aumento dell’Iva comporterà un rincaro dei prezzi che colpirà tutti i settori, per questo alcune aziende come l’Ikea hanno annunciato che risponderanno alle nuove aliquote, contenendo i prezzi degli articoli in vendita. Stessa linea di politica aziendale per Esselunga e Coop.