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Le case, fino al secolo scorso, erano spesso dotate di un bagno grande, da 6 mq o più, oppure di un bel bagno di rappresentanza, come vetrina per gli ospiti, e di un piccolo bagno di servizio-lavanderia.
Successivamente il bagno comincia a cambiare dimensioni e proporzioni, di pari passo con l’evolversi della situazione economica nel Paese e con l’evoluzione degli stili di vita. Negli anni ’60, un classico era il bagno in fondo al corridoio: entrando, si trovava la vasca da una parte e a seguire il lavabo a colonna e, ben distanziati tra loro, vaso e bidet. La doccia, dove c’era, era una sorta di “scatola”, con un piccolo piatto in ceramica. Oggi la progettazione tende a ottimizzare gli spazi finalizzandoli al massimo della funzionalità e del comfort, partendo dal presupposto che in molti casi è preferibile un bagno anche più piccolo, ma pratico e bello, da usare il più possibile.
Gli interni delle case, soprattutto nelle grandi città, hanno in molti casi dimensioni contenute ma ogni centimetro prezioso guadagnato con una razionale progettazione viene utilizzato nei bagni a tutto vantaggio proprio della doccia che, a differenza degli altri elementi presenti in questo ambiente, diventa più grande, comoda e funzionale rispetto al passato. Lo consentono anche i nuovi materiali, che permettono di realizzare soluzioni su misura, più minimali ed eleganti e di dimensioni sempre maggiori.
La cabina doccia, soprattutto nel recente passato, ha subito una evoluzione tale in grado di trasformare la “scatola doccia” in vero e proprio elemento d’arredo dell’ambiente. Dunque, come rendere un bagno ordinario una speciale area relax? Vediamo degli esempi pratici, in cui le proposte Relax rispondono alla perfezione alla richiesta.
Bagno lungo e stretto: la doccia sotto la finestra con la porta giusta
In una casa in un palazzo anni ’80, si deve ristrutturare anche il bagno stretto e lungo. Come è possibile trovare una nuova distribuzione per renderlo più accogliente?
La finestra in fondo al bagno può rappresentare un problema: non c’è spazio sufficiente per il fissaggio a parete della barra stabilizzatrice per un modello Walk IN e una porta scorrevole sarebbe d’ostacolo per l’apertura della finestra e l’aerazione dell’ambiente. La soluzione di Relax adatta a valorizzare al massimo questo bagno è il Wall OB abbinato alla mensola stabilizzatrice Oblique MV.
Questa disposizione offre una separazione dai sanitari, senza necessariamente “tagliare” lo spazio. La mensola, oltre a stabilizzare il prodotto, offre una valida e utile superficie d’appoggio per tutti i prodotti usati per la beauty routine. La soluzione offerta dalla mensola è semplice, certificata TUV e brevettata tanto da resistere egregiamente alla temuta prova antiribaltamento imposta dalla norma UNI EN 14428.
Quale doccia per il bagno in camera con parquet? Chiusura scorrevole
Il bagno della camera padronale ha il pavimento in parquet come quello della stanza da letto, per sottolineare l’effetto di continuità come se si trattasse di un unico ambiente, solo diviso da una parete-schermo.
Che prodotto scegliere in un ambiente di dimensioni inferiori a 4 mq per avere il massimo della tenuta e della praticità? Un walk-in è sempre sconsigliato quando la profondità del bagno è inferiore a 150 cm: sarebbe impossibile, anche col massimo dell’attenzione, limitare gli schizzi d’acqua sul pavimento. Una porta battente non renderebbe agevole l’uso degli appendini, in prossimità dell’ingresso del bagno, per l’accappatoio; una volta aperta la porta della doccia, poi, tutte le gocce finirebbero sul pavimento. La soluzione adatta per questo bagno è una doccia con porta scorrevole come Puro SC1. Questo modello infatti offre il massimo del contenimento acqua preservando dal pericolo delle gocce sul pavimento una volta aperta la porta e rende più facile il prelievo dell’accappatoio dall’appendino posto appena al di fuori della doccia.
Le operazioni di pulizia quotidiana sono semplificate dalla presenza del carter superiore a copertura dei cuscinetti, dello sgancio inferiore per l’anta scorrevole e l’assenza di guarnizione alla base della porta. La tenuta all’acqua è infatti garantita dalla guarnizione deflettore posta all’esterno, sulla diga di contenimento: questa soluzione tecnica ha lo scopo di preservarla dell’ingiallimento precoce.
Box doccia con battente “speciale” per recuperare l’accappatoio senza uscire
Una volta acquistata la nuova casa, si iniziano a visitare gli showroom per trovare gli arredi adatti. Nel caso del bagno, per i sanitari, la scelta è spesso più semplice e dettata dal gusto, più complessa quella della cabina doccia. Per esempio, quale prodotto è più adatto per un piatto doccia 80×80 cm, vicino al quale si deve installare uno scaldasalviette (da cui poi recuperare l’accappatoio)?
Osservando la pianta si potrebbe pensare ad un modello scorrevole ad angolo, che però sarebbe poco pratico per la presenza del vicino radiatore. L’ingombro di un’anta scorrevole costituirebbe un ostacolo, mentre la porta pivot Kubik AB+F nasce per soddisfare appieno questa esigenza; la cerniera distante 22 cm dalla parete ne permette la rotazione, tanto da lasciare lo spazio necessario al recupero dell’accappatoio caldo dall’interno della doccia, senza doverne uscire completamente bagnati.
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