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I vasi sul balcone portano sempre qualche problema. Dopo quelli risolti la settimana scorsa, ecco altre quattro situazioni difficili da cui si può uscire con i nostri consigli.
1- Non posso mettere l’impianto di irrigazione perché non ho il rubinetto sul balcone: che cosa posso fare quando vado in vacanza?
Vacanze e balcone: un binomio impossibile? No, se si possiede un impianto di irrigazione. Ma chi non lo possiede come può fare? Due le possibili soluzioni, integrabili fra di loro: un serbatoio che funzioni da impianto anche se non c’è un impianto idrico ad alimentarlo e la scelta di specie resistenti ad un periodo di carenza idrica di almeno una settimana.
I garden center, la grande distribuzione e molti siti internet propongono serbatoi alimentati dalla rete elettrica o da batterie della capacità di 50 litri o più che possono bagnare una decina di vasi per circa una settimana. La scelta delle piante dovrà essere adeguata fra le piante da fiore classiche: i pelargoni zonali sono le più resistenti perché sospendono la fioritura fino a quando le bagnature non riprendono con regolarità; stesso discorso, ma la sensibilità al secco è maggiore, per gli ibischi le cui fioriture diventano non brevi ma brevissime. Meglio allora orientarsi su rose coltivate in vaso a cespuglio scegliendo varietà rifiorenti e resistenti al pieno sole come iceberg e mermaid. Ottimi anche gli oleandri che sono piante adatte a estati calde e con precipitazioni concentrate; la loro capacità di ritornare a fiorire dopo un periodo di siccità è collegato anche alla presenza di frutti in maturazione che dovranno essere rimossi. Le specie più adatte sono quelle del gruppo degli “amanti del sole”, piante succulente che possono continuare a fiorire per mesi ricevendo acqua solo di tanto in tanto. In questi casi non utilizzate un normale terriccio da fiori perché avrebbe un drenaggio insufficiente favorendo marciumi radicali, specie quando le temperature si abbasseranno. Mescolate un terzo di sabbia grossolana a due di terriccio normale ponendo nel sottovaso uno strato di ghiaia di un paio di centimetri così che l’acqua drenata in eccesso non sia riassorbita.
2- Per non sporcare a terra, vorrei fiori che non perdono i petali o le foglie secche…
Nessun fiore garantisce di non sporcare, anche se alcuni sono stati selezionati perché autopulenti, cioè in grado di liberarsi da soli, lasciandoli cadere a terra, fiori e foglie secchi. L’unico modo per ridurre questo problema è una corretta manutenzione della pianta. Bagnature regolari garantiscono una maggiore durata dei fiori e un loro appassimento graduale che consente una loro tempestiva rimozione. La pulizia periodica manuale evita di dover raccogliere a terra ciò che la pianta scarta da sola. Piante che impiegano molto tempo a liberarsi dei fiori appassiti e seccano poche foglie durante la stagione vegetativa o le mantengono ancora attaccate ai fusti sono le verbene ibride da fiore che sviluppano la nuova vegetazione su quella esaurita formando una sorta di cuscino. Ma anche gerani zonali che in assenza di vento e pioggia seccano e mantengono i racemi fiorali, dipladenia o mandevillea che hanno foglie persistenti e fiori pesanti che cadono ai piedi dei tralci, gazanie e coreopsis che devono essere pulite dai capolini seccati per mantenere un’elevata rifiorenza.
3- La siepe sempreverde si spoglia alla base: che cosa fare?
Sui balconi dove esiste una schermatura formata da una barriera di cespugli sempreverdi il problema, dopo qualche anno dall’impianto, quando le piante tendono a spogliarsi fisiologicamente nella parte bassa è dover schermare la vista di una serie di fusti vuoti, non certo decorativi. Il problema non è di facile risoluzione e si evidenzia prima e con maggior gravità se le piante non sono state governate a dovere e gli si è consentito di crescere liberamente senza potarle per limitarne lo sviluppo in altezza a favore della formazione di nuove e numerose branche secondarie. Alcune specie come la piracanta sono piuttosto duttili ed è facile indirizzare lo sviluppo dei rami verso il basso in modo da coprire le zone vuote. Altre, come il lauroceraso, grazie a una potatura molto energica, quasi al tronco, brutta da vedere e tale da fare temere la perdita dell’intera pianta, sono in grado di rinnovare l’intera vegetazione rinfoltendosi fino a terra, ma questa operazione non può certo essere fatta tutti gli anni, pena l’esaurimento stesso della struttura principale, e va seguita da una successiva regolare manutenzione. Laddove gli interventi di potatura, arieggiamento del terreno, nutrizione e bagnatura, non servano a stimolare lo sviluppo di nuova vegetazione, si può ricorrere allo stratagemma di inserire al piede della siepe altre essenze a foglia persistente di altezza e sviluppo limitati: sono indicati gli evonimi, scelti fra quelli a foglia verde così come i berberis a foglia persistente.
4- In primavera vorrei spostare sul balcone le piante d’appartamento: devo predisporre protezioni solari?
Non tutti spostano all’esterno le piante di casa durante i mesi estivi ma questa pratica ha indubbi vantaggi e molte piante al momento di ritirarle si mostreranno non solo cresciute ma vigorose, ben accestite, intensamente colorate, con tessuti forti ed elastici, lamine fogliari più spesse. L’esempio più classico sono i ficus, i ciclamini tenuti ai piedi di una conifera con i rami fino a terra, le orchidee appese all’interno della chioma di un albero. Le piante di casa spostate all’aperto devono godere dei vantaggi del clima esterno senza subire i danni del sole diretto. I più indicati sono il balcone a nord, se non è troppo freddo, o a est, dove avranno il sole di mattina. Per evitare l’insolazione diretta, si può prevedere una tenda a calotta che consente alle piante di essere illuminate direttamente per un periodo breve, al mattino presto, che non causa ustioni. In mancanza della tenda disponiamo sul fronte le piante alte, ameno un metro, così che possano ombreggiare quelle dietro. Mettiamo i vasi vicini uno all’altro e poniamoli su grandi sottovasi con uno strato doppio di argilla espansa così che si possa creare, grazie all’evaporazione, una benefica zona a umidità elevata. Bagniamo poco e spesso.