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La zanzara: non solo un banale prurito
Per il cane (ma anche per altri animali domestici) la zanzara è molto più di un banale fastidio e può trasformarsi in un pericolo per la sua salute causando una malattia denominata filariosi cardiopolomare. Nota comunemente come “filaria” è una malattia che colpisce i cani e in misura minore anche gatti e furetti e che può arrivare anche a causare la morte dell’animale se non diagnosticata e curata in tempo.
È causata da un parassita, il nematode Dirofilaria immitis, di cui il cane è l’ospite ideale ed è diffusa in diverse zone dell’area Mediterranea, in particolare nella Pianura Padana (lungo il corso del Po città comprese) ma che si sta progressivamente espandendo in altre zone in passato non a rischio come la Sardegna e il centro Italia (in Umbria, ad esempio) e perfino in Canton Ticino (Svizzera).
Il vettore della malattia è la zanzara che con la puntura trasmette il parassita da un cane malato a uno sano. Attraverso la puntura dell’insetto le larve vengono spinte nel circolo sanguigno fino al ventricolo destro e alle arterie polmonari del cane sano. Qui le larve divenute parassiti adulti (raggiungono i 15 cm di lunghezza) producono nuovamente altre larve che vengono disseminate nel torrente circolatorio (il ciclo completo dura 6 mesi). A questo punto le zanzare facendo il loro pasto di sangue aspirano anche le microfilarie che verranno inoculate in altri cani.
Ovviamente la stagione a rischio è quella che intercorre tra la comparsa delle prime zanzare (tarda primavera/estate) fino alla loro scomparsa (autunno inoltrato).
In genere si considera pericoloso il periodo che va da maggio a dicembre (nel quale infatti viene effettuata la profilassi preventiva).
Particolarmente a rischio sono i cani che vivono in situazioni di sovraffollamento come canili o allevamenti ma non sono affatto esclusi i cani di appartamento che possono essere colpiti durante la quotidiana passeggiata al parco.
I sintomi
La filaria è una malattia insidiosa: per un certo periodo di tempo può anche essere presente senza che il cane manifesti alcuni sintomo.
I sintomi che si manifestano purtroppo quando la malattia è già a uno stadio avanzato sono: tosse continua, affaticamento, difficoltà respiratorie, ascite (ossia accumulo di liquido nell’addome), tutti segnali di gravi problemi al cuore e polmoni che se non curati possono portare alla morte dell’animale.
La prevenzione è fondamentale
L’unica soluzione è, quindi, un’opportuna prevenzione effettuata preferibilmente nel periodo primaverile-estivo: il veterinario effettua prima di tutto il test per la filaria (di solito ad aprile-maggio) per verificare se c’è l’infestazione attraverso un prelievo di sangue e l’analisi con un kit specifico.
Se il cane risulta sano (test negativo alla filariosi) viene quindi praticata la profilassi in diverse modalità possibili:
– somministrazione mensile di compresse o tavolette per bocca entro un mese dalla comparsa delle prime zanzare (aprile) fino a un mese dopo la loro scomparsa (dicembre);
– prodotti spot-on (da applicare fra le scapole) sempre mensilmente con la stessa periodicità delle pastiglie;
– iniezione sottocutanea (novità più recente) che conferisce una copertura di dodici mesi e si effettua di solito ad aprile/maggio solo ad opera di medici veterinari e solo per la specie canina;.
La scelta del prodotto da usare va definita con il proprio veterinario, in base all’età del cane, alla razza, alla facilità o meno di somministrare prodotti per bocca, nonché alla necessità di dover trattare altre problematiche.
Se, invece, purtroppo il test dà esito positivo e quindi il cane risulta affetto da filariosi dovrà essere avviata una procedura per rimuovere le filarie dal cuore, mediante l’utilizzo di farmaci per bocca, oppure iniettabili, fino all’eventuale rimozione chirurgica dei parassiti.
Il tipo di approccio viene valutato dal veterinario in base all’età del cane, alle condizioni cliniche generali e ai rilievi strumentali (radiografia del torace, ecocardiografia,)
Le pulci: invisibili ma pericolose
Quando la temperatura diventa più mite parchi e giardini sono popolati da minuscoli pericoli per cani e gatti: le pulci.
Molto piccole, spesso ben nascoste dal pelo del cane e del gatto, le pulci sono quasi invisibili a occhio nudo, di colore nero o più frequentemente marrone.
Si possono notare più facilmente sugli animali dal mantello chiaro: si vedono camminare o saltare oppure si possono vedere le loro feci (puntini neri depositati sul manto soprattutto alla base della coda).
La trasmissione avviene da un animale infestato verso un altro: la pulce salta sul cane o sul gatto, lo punge, succhia il sangue, si riproduce e deposita le uova a terra.
Il prurito è il primo sintomo: ecco che fare
Quando il cane e il gatto si grattano continuamente, in maniera nervosa e costante, è quasi certo che siano infestati da pulci. L’unico modo per proteggerli quindi dalle pulci è utilizzare antiparassitari da applicare sull’animale.
In commercio esiste una notevole varietà di prodotti: fialette spot-on, da applicare fra le scapole ogni 30 giorni, shampoo e bagni medicati, collari antipulci, spray o prodotti da somministrare per bocca solo su prescrizione del medico veterinario.
Solitamente si inizia la prevenzione con i primi caldi, durante la stagione primaverile mentre per i gatti che frequentano cantine o solai è bene utilizzare gli antiparassitari tutto l’anno.
Attenzione però: in caso di infestazione non è sufficiente applicare i prodotti solo sull’animale ma è necessario agire anche nella propria abitazione, aspirando spesso la polvere da tappeti, cuscini, moquette, coperte ecc., lavando frequentemente i pavimenti e la cuccia.
Le zecche: trasmettono anche malattie
Di solito le zecche colpiscono il cane, più raramente il gatto e non di rado (ma in particolari circostanze) anche l’uomo. Vivono nell’ambiente molto a lungo in luoghi come prati, sottoboschi, scantinati, abitazioni e colpiscono l’animale per brevi periodi (2-3 giorni): poi cadono e producono altre uova.
Arrivano con i primi caldi primaverili, quando sono particolarmente attive e affamate dopo i rigori dell’inverno: per questa ragione è fondamentale che il trattamento antiparassitario inizi proprio in questo periodo per proseguire fino all’autunno inoltrato.
Si localizzano prevalentemente attorno agli occhi, sulle orecchie, sul collo ma si possono ritrovare in altre zone del corpo dell’animale.
Il morso non viene avvertito perché producono una sostanza anestetica che lo rende indolore: una volta attaccate, succhiano il sangue necessario per effettuare le mute o per depositare le uova (che possono raggiungere la cifra di ben ventimila per una sola zecca!).
Anche l’uomo può essere vittima del morso delle zecche frequentando ambienti infestati come canili, prati attraversati da greggi di pecore o addirittura pascoli montani.
Le malattie
Le zecche possono trasmettere diverse malattie anche piuttosto gravi quali:
– Piroplasmosi: patologia molto diffusa in particolar modo nel Parco delle Groane, nel milanese, con sintomi caratteristici di febbre molto alta, mucose pallide e urine molto scure;
– Ehrlichiosi: diffusa prevalentemente al centro sud ma in espansione caratterizzata da disturbi della coagulazione;
– malattia di Lyme: diffusa nella zona delle Dolomiti e che può colpire anche l’uomo, con sintomi simil-influenzali, febbre, dolori articolari.
Come agire e come prevenire
Nel caso si notasse sull’animale la presenza di una zecca e si volesse asportarla, prima di effettuare questa operazione è necessario bagnare la parte con alcool, etere o una goccia d’olio per favorire rilascio dell’apparato boccale attaccato alla cute. Quindi si dovrà asportare la zecca con una pinzetta ruotando in senso orario.
In ogni caso se l’animale è infestato da numerose zecche è consigliabile applicare un antiparassitario efficace e aspettare che cadano da sole (di solito entro 24 ore).
L’utilizzo di antiparassitari è fondamentale anche per prevenire infestazioni e soprattutto le malattie trasmesse dalle zecche, iniziando il trattamento già in primavera. L’ideale è scegliere prodotti di ultima generazione (fialette spot-on o spray), pratici e poco tossici rispetto ai vecchi collari o alle polveri.
Esistono diversi prodotti in commercio:
– spot-on da applicare fra le scapole;
– spray;
– collari (solo per cane).
Possono essere applicati nei cuccioli già a 6-8 settimane; l’intervallo fra le applicazioni è di un mese.
Quando si applica un antiparassitario il cane non deve essere stato appena lavato ma devono trascorrere almeno 4-5 giorni dallo shampoo, altrimenti il prodotto è meno efficace.