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L’obesità e il sovrappeso rappresentano un serio problema assai frequente negli animali da compagnia, spesso sottovalutato. Il fenomeno è in preoccupante ascesa. Fino a qualche anno fa solo gli Stati Uniti vantavano un infelice primato: oltre la metà dei cani in sovrappeso, secondo l’Association for Pet Obesity Prevention, fondata proprio per combattere il problema. In Italia, però, non si è da meno: nel nostro bel Paese la percentuale di cani obesi si attesta tra il 15% ed il 35%. In particolare, il 29% dei proprietari italiani di cani e gatti dichiara che i suoi animali sono in sovrappeso rispetto alla razza e all’età: una percentuale, tra l’altro, che potrebbe essere molto sottostimata.
Di cosa si tratta
In pratica il sovrappeso è il risultato di una sproporzione tra quanto ingerito e quanto bruciato: l’animale mangia di più rispetto al dispendio di energia. A questo vanno aggiunti anche alimenti di bassa qualità low cost (spesso ben lontani dalla loro dieta ideale), la scarsa attività fisica dell’animale, sia in termini di passeggiate che di gioco. Anche nei gatti, l’abitudine sempre più diffusa a tenerli in casa per garantirne la sicurezza ha portato alla conseguente diminuzione dell’attività fisica: accompagnata a un’alimentazione eccessiva o troppo ricca di carboidrati, la sedentarietà può dare luogo ad un progressivo e pericoloso aumento di peso. Se il sovrappeso è un fattore di rischio, l’obesità è un fattore ancora più pericoloso per la salute e provoca le stesse conseguenze degli esseri umani: aggrava le condizioni respiratorie e cardiovascolari, complica la guarigione dopo un infortunio, causa il diabete, provoca nel gatto la lipidosi epatica (malattia del fegato), aumenta i rischi in caso di anestesia e operazioni, logora e usura le articolazioni, provoca problemi alla pelle. In pratica: riduce l’aspettativa di vita attiva.
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Il cane
Per capire se il cane è sovrappeso occorre effettuare la misurazione del peso corporeo. Il veterinario può valutare la proporzione di grasso toccando le costole, la zona lombare, la coda e la testa: quando al tatto non si percepiscono le costole e non si vede il punto vita (il rene, ovvero la zona lungo i fianchi, visto dall’alto deve presentare una rientranza ben visibile) è molto probabile che il cane sia in sovrappeso. Un cane obeso può considerarsi tale quando il suo peso supera del 40% il peso forma ideale: ad esempio un cane di stazza media, che in forma dovrebbe pesare 20 kg, viene considerato un cane grasso quando pesa 28 kg. In ogni caso sono due o segnali che indicano se un cane è obeso: l’eccesso di grasso corporeo e l’incapacità ad alzarsi e muoversi. Ecco allora che il cane sembra proprio si rifiuti di giocare e di rispondere alle chiamate quando è ora di uscire.
Il gatto
In linea generale, un modo per stabilire se il gatto è nel suo peso forma o meno è quello di toccare i fianchi: le costole, anche se non sono in evidenza, devono essere palpabili. Inoltre guardando il gatto dall’alto si deve poter osservare una forma a clessidra avendo modo di scorgere la vita: di solito un gatto si ritiene obeso se il suo peso supera del 40% quello del suo peso forma.
Però è sempre meglio chiedere al veterinario se ritiene che il gatto abbia problemi di peso. I gatti, infatti, hanno fisici molto diversi l’uno dall’altro e può essere difficile stabilire a priori un peso standard valido per tutti. Per esempio un gatto di razza Devon Rex avrà sicuramente una corporatura molto diversa da un gatto di razza Maine Coon.
Una delle cause principali nell’insorgenza dell’obesità del gatto è l’esagerato consumo di cibo in particolare secco che ha un contenuto calorico ben 5 volte superiore a quello di un cibo umido. Inoltre un animale castrato tende ad ingrassare di più di uno non sterilizzato. Esistono poi anche vere e proprie patologie endocrine che possono giustificare l’aumento di peso come: l’ipotiroidismo, l’iperandrogenismo (morbo di Cushing). Per questa ragione i controlli di routine dal veterinario sono fondamentali: è l’unico modo per individuare per tempo l’eventuale insorgere di queste malattie e comprendere se l’obesità è dovuta a queste ultime o solo a uno stile di vita scorretto. Sarà il veterinario a impostare la dieta corretta perché se la perdita di peso avviene troppo velocemente può portare nel gatto alla lipidosi epatica, patologia potenzialmente mortale.
COME INTERVENIRE
Per aiutare un animale domestico a recuperare la forma fisica o prevenire l’obesità è necessario agire su più fronti aumentando il movimento e controllando la dieta.
Aumentare l’esercizio fisico
L’obesità è un fenomeno che appare spesso con l’avanzare dell’età dell’animale, in concomitanza con la diminuzione di esercizio. Per questa ragione è importante che:
– i cani adulti facciano sempre almeno una breve e lenta passeggiata quotidiana: se non è possibile portare fuori il cane, rivolgersi a un dog sitter. L’esercizio fisico, comunque, deve essere sempre mirato a seconda del cane per non affaticare né il cuore né le articolazioni.
– venga stimolato il gioco sia nel cane che nel gatto in particolare per i mici che non hanno la possibilità di uscire di casa. Fresbee, legni da lanciare e riportare per i cani; palline, cordini o anche croccantini da rincorrere per i gatti: è importante dedicare almeno mezzora al giorno al gioco. Qualsiasi attività extra è sempre positiva.
Stabilire una dieta light
Abitudini alimentari sbagliate possono condurre all’obesità, soprattutto se si ingeriscono alimenti molto calorici (un pezzetto di formaggio per un cane è ipercalorico!). È importante quindi controllare l’apporto calorico del cibo, ristabilendo il regime alimentare adeguato.
Per far perdere perso il primo stadio consiste nella somministrazione di cibi dimagranti su indicazione del veterinario: la dieta può essere casalinga (sana, ma difficile da impostare e meno pratica) o commerciale (più facile e rapida). Quest’ultima si presenta sotto forma di patè in scatola o di crocchette: si tratta di alimenti ricchi in proteine e fibre, che contengono pochi grassi e zuccheri e che, in base a tabelle specifiche (a seconda della casa produttrice) calcolano la quantità giornaliera da somministrare al cane o al gatto.
Una volta alla settimana il veterinario dovrà quindi pesare l’animale per verificare se effettivamente sta dimagrendo secondo le tabelle indicate.
Raggiunto il peso ideale è importante cercare di mantenerlo con cibi light di mantenimento o ipocalorici.
Questi alimenti sono consigliati anche per gli animali normopeso ma sedentari e casalinghi, per prevenire l’obesità.
Controllare come si alimenta
Un cane o un gatto obesi non possono decidere quando e cosa mangiare: il proprietario è responsabile è deve stabilire orari e razioni dei pasti che nel cane devono essere due massimo tre. Anche per il gatto evitare di lasciare la ciotola di cibo sempre piena ed a disposizione: anche se il micio in natura fa tanti piccoli pasti nell’arco della giornata, per un gatto in sovrappeso è meglio non superare i 4-6 piccoli spuntini (previo accordo con il veterinario).
Evitare i fuori pasto e gli avanzi
Sia durante la dieta dimagrante sia in quella di mantenimento è assolutamente vietata qualsiasi trasgressione con bocconi extra (biscotti, cibo casalingo ecc..) in particolare al cane per non vanificare in breve tempo i risultati raggiunti. I cani, ad esempio, ingrassano soprattutto a causa degli avanzi di cibo che vengono concessi: un’abitudine, in generale, sempre da evitare.
Cambiare regime ma con gradualità
Il cambiamento nella dieta deve avvenire in maniera graduale e senza forzature per evitare che sia vissuto come una punizione e non si riesca a realizzarlo. In particolare, poi, interrompere bruscamente i pasti di un gatto può essere molto pericoloso: sono sufficienti solo due giorni a digiuno per provocare danni seri al fegato. Quindi le porzioni vanno progressivamente diminuite, ma non eliminate del tutto e sempre sotto controllo veterinario.