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“Siete proprio come cane e gatto”: quante volte è capitato di sentire questa frase per definire due persone completamente antitetiche? Se è vero che questi due animali sono così diversi per indole e comportamenti, non è altrettanto scontato che non potranno convivere serenamente. È importante tuttavia comprendere che hanno modalità comunicative, di interazione e necessità completamente diverse: tutte caratteristiche delle quali tenere conto prima di portare in casa un nuovo cane se è già presente un gatto o viceversa.
Due modalità diverse per interagire
Prima di decidere di avviare una convivenza tra un cane e un gatto è bene conoscere le modalità che questi due animali, cosi diversi, attuano per comunicare. Per quanto, infatti, cane e gatto siano ormai entrati a tutti gli effetti a far parte delle famiglie, conservano alcune caratteristiche specifiche e immutabili. La domesticazione rispetto ai cani è da attribuire all’uomo che, circa 100 mila anni fa ha cercato di identificare gli esemplari di lupi meno aggressivi per farli accoppiare e iniziare, così, l’allevamento a fini domestici.
Il gatto, invece, ha stabilito i primi contatti in maniera spontanea per ragioni utilitaristiche iniziando a frequentare granai e dispense per procacciarsi topi e altro cibo: proprio come un cacciatore.
Del resto il cane è un animale sociale e il gatto no: mentre il primo ha bisogno del riferimento del branco e di un leader (che si identifica nel proprietario), il secondo è territoriale e quindi ha necessità di controllare il proprio spazio che, nel caso specifico, si identifica nella casa ma isolandosi e restando diffidente. Va da sé che, mentre il cane cercherà contatti e potrà essere perfino invadente nel gioco, il micio avrà bisogno di tempo prima di socializzare e si riunisce in gruppo solo per periodi di tempo limitati a una particolare esigenza.
Il movimento della coda ha significati diversi: e questo può rappresentare una fonte di “fraintendimento” ed errore nella loro comunicazione. Il cane, infatti, generalmente scondizola perché eccitato e felice; viceversa il gatto può essere nervoso o magari comunque eccitato ma in tensione, ad esempio se sta “cacciando”. Questo significa che quando il cane si approccia al gatto per giocare facendo ondeggiare vigorosamente la coda…quest’ultimo potrebbe non apprezzarlo!
La fuga non è un gioco: ed ecco che, per l’appunto, quando il gatto si vede inseguito dal cane (che dal suo punto di vista sta semplicemente “facendo amicizia”) può spaventarsi e sentirsi “predato”. Il micio, infatti, ha bisogno di tempi lunghi e distanze nei primi approcci e tende a controllare la situazione dall’alto mettendosi in una modalità di protezione che nel cane, invece, può scatenare ancora di più il desiderio di inseguire.
I segnali del cane sono chiari e inequivocabili: i gatti, invece, hanno una mimica del volto più rigida e comunicano miagolando solo con l’uomo e non con i propri simili.
Sono tutti aspetti di non poco conto che è necessario valutare prima di avventurarsi in una nuova convivenza: sarà, quindi, cura del proprietario allestire la casa con gli spazi adeguati per le necessità di entrambi, scegliere il momento in cui farli conoscere (se da cuccioli o da adulti), il tipo di cane più adatto per una vita insieme al micio e, in ogni caso, soprattutto i primi tempi, non perderli mai di vista.
I primi contatti: creare lo spazio per entrambi
Per andare sul sicuro, generalmente, si decide di affiancare due cuccioli: per quanto di specie differente, avranno maggiori possibilità di interagire giocando senza rischi. Nonostante la giovane età, sarà sempre necessario vigilare ma lasciare che scoprano reciprocamente in libertà le rispettive esigenze e imparino a comunicare.
Il cane ha un’indole tranquilla: quindi se sarà il gatto a compiere i primi approcci solitamente il cane accetterà di buon grado l’amicizia. Soprattutto se si incontrano da cuccioli possono giocare insieme e crescere in maniera armoniosa. Viceversa, se si conoscono da adulti, si può creare con il tempo una convivenza comunque pacifica, tenendo conto che le modalità di comunicazione sono molto diverse.
Un’attenzione particolare, poi, dovrà essere dedicata a un eventuale animale anziano, cane o gatto che sia, che deve interagire con il nuovo arrivato: anni di abitudini e spazi individuali non dovranno essere violati in maniera repentina, oltre al fatto che un animale di età avanzata ha maggiore necessità di tranquillità, riposo e rispetto della propria routine.
Gli spazi autonomi
In ogni caso è opportuno predisporre spazi autonomi per mangiare, bere e dormire, senza scatenare gelosie, tenendoli lontani i primi giorni ma facendo conoscere poco per volta i rispettivi odori (ad esempio di coperte o cucce), premiando con rinforzi positivi (carezze, snack ecc…) gli “approcci” sereni. Solitamente, nei primi contatti, è opportuno che il cane sia tenuto al guinzaglio e solo, poco per volta, lasciato libero; quando poi quest’ultimo è fuori casa per la consueta passeggiata, il gatto potrà perlustrare la casa e conoscere i suoi odori. In particolare per il micio sarà sempre bene predisporre “vie di fuga” in alto, a distanza di sicurezza dal cane, in modo che possa sentirsi tranquillo e riposare pur controllando il territorio. Da evitare assolutamente, invece, di chiudere il gatto in un trasportino facendolo sentire “in trappola” e minacciato.
Un solo problema
L’unico ostacolo all’intesa potrebbe essere il carattere del micio che non tollera cambiamenti nella sua routine quotidiana; se, invece, in casa c’è già un cane le difficoltà sono minori, purché non abbia un istinto di “cacciatore” o, peggio ancora, sia aggressivo. Saranno, quindi, da evitare tutti quei cani tipo terrier o molossoidi o di stazza molto grande: i primi, perché potrebbero considerare il gatto (che tende a scappare) un gioco o una preda, i secondi perché, proprio anche semplicemente giocando, potrebbero far male al micio seppur inavvertitamente o reagire in maniera aggressiva al rifiuto del gatto. Meglio optare per cani tranquilli come Labrador o Golden retriever o, comunque, non troppo vivaci o con indole predatoria.
Se, infine, tutte le precauzioni non saranno state sufficienti ci si potrà rivolgere a un esperto di comportamento di cani (e gatti) per un supporto che, con un po’ di pazienza e perseveranza, certamente andrà a buon fine.