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Un laghetto nel giardino senza piante acquatiche è un’opera incompiuta, ma lo è anche se a mancare sono i pesci e nessun pesce è tanto ornamentale quanto la carpa koi. Originaria della Cina, la carpa koi in tre colori, bianco, rosso e arancione, fu importata in Giappone intorno al 1820 dove fu lungamente selezionata. Era allevata per popolare gli specchi d’acqua dei giardini sovrastati da un ponte perché è dall’alto che si osserva meglio, restando incantati dal movimento sincrono dei gruppi e dalla girandola di colori. Il carattere molto socievole di questi animali che si muovono in branchi compatti è tale anche nei confronti dell’uomo: allevate in vasca le carpe koi si avvicinano all’uomo, mangiano dalle nostre mani e, meraviglia per i bambini, si lasciano carezzare come fossero un animale da compagnia. Oggi se ne conoscono 13 varietà, ma sono moltissime le varianti su questi modelli di riferimento. Monocolori, bicolori o multicolori, a squame piccole embricate come quelle di una pigna o squame grandi, bianche, nere, rosse, arancioni, blu, grigio-azzurro, platino, argentate, dorate: tante sono le varianti che si è soliti affermare che non esiste una koi uguale all’altra. La carpa koi non è allevata per scopo alimentare e, dal punto di vista della classificazione scientifica, altro non è che una variante cromatica della normale carpa, Cyprinus carpio.
La carpa koi vive anche 100 anni
Le carpe koi sono robuste e rustiche ed è più facile che possano evidenziare problemi sanitari quando vivono insieme con altre specie come i pesci rossi che spesso possono essere portatori sanitari. La carpa koi è molto longeva, tanto che alcune fonti riportano di un soggetto capace di superare il secolo d’età.
Cibo vitaminico per un appetito sostanzioso
Le carpe koi sono dotate di un appetito incredibile, divorano tutto quanto cade nel laghetto. Le piante acquatiche tenere sono divorate in pochissimo tempo e anche il terriccio delle sponde, se è grasso e ricco di sostanza organica, è sottoposto ad un’accurata ispezione. Per questa ragione la carpa koi si può allevare anche in una vasca artificiale con il fondo possibilmente chiaro, per meglio far risaltare il colore ed il gioco delle ombre creato dal movimento sinuoso del corpo.
Tre piccoli pasti
Il cibo deve essere suddiviso in piccoli pasti evitando grosse somministrazioni. Le motivazioni sono tre: la prima è di ordine economico e serve ad evitare gli sprechi, la seconda è di ordine gestionale perché i rifiuti che cadono sul fondo fermentano e formano una patina scura brutta a vedersi, terreno ideale per la moltiplicazione di quei batteri che consumano l’ossigeno presente e liberano cataboliti che peggiorano la qualità dell’acqua, la terza è di ordine sanitario così da evitare che gli animali consumino in breve tempo grosse quantità di cibo, comportamento del tutto innaturale in quanto in natura i pesci dividono il loro tempo fra il riposo e la ricerca dell’alimento.
Alimenti specifici
Gli alimenti specifici in commercio sono ricchi di vitamine e di sostanze pigmentanti capaci di promuovere un’intensa colorazione degli animali, hanno un’elevata concentrazione nutrizionale, presentano un limitato contenuto in grassi (sono sconsigliati gli alimenti con un tenore in lipidi maggiore del 6%), si presentano in una forma fisica che consente loro di rimanere a galla o in sospensione poco sotto il pelo dell’acqua per un lasso di tempo sufficiente al loro totale consumo. È importante saper dosare questi alimenti valutando il carico di animali presenti e la loro taglia applicando le indicazioni del produttore. Non abbiate timore di sottoalimentare le vostre carpe koi perché riusciranno sempre a rimediare qualcosa oltre al mangime.
La vasca giusta
Una carpa adulta per vivere ha bisogno di un volume minimo d’acqua pari a 500 litri (mezzo metro cubo). L’acqua deve essere sottoposta ad un efficiente filtraggio o a ricambio parziale (il 50% ogni quattro giorni), questo perché si tratta di animali grandi, forti consumatori di cibo, in grado di sporcare l’acqua rapidamente, tanto che il luogo ideale dove allevarle, simile per struttura ai corsi d’acqua dei giardini orientali, potrebbe essere una lunga vasca rettangolare attraversata da un flusso di corrente, anche lenta, senza ricircolo dell’acqua così che le impurità siano portate via dalla corrente. Per ossigenare l’acqua, specie in estate quando la temperatura sale e le proliferazioni batteriche aumentano, è bene introdurre una pompa o una cascatella che la tenga in movimento, sempre e solo nello strato superficiale dello specchio d’acqua perché è quello deputato agli scambi gassosi con l’atmosfera e senza mai raggiungere il fondo per non causare rimescolamenti che porterebbero in sospensione il limo sporcando l’acqua.
La temperatura ideale per la carpa koi
L’acqua della vasca deve essere di circa 20°C ma, per evitare eccessivi surriscaldamenti, specie dove c’è poca circolazione e scarsa profondità, è bene ombreggiare almeno un terzo della superficie del laghetto. Le carpe koi sono attive con acqua a temperatura pari agli 8°C, con temperature inferiori gli animali si rifugiano sul fondo, cercano le zone più calde, ed hanno comportamento letargico. Con acqua eccessivamente calda e povera di ossigeno passano il loro tempo nelle zone d’ombra a boccheggiare. In inverno resistono bene al freddo e possono resistere anche se la superficie si copre di ghiaccio purché il laghetto o la vasca abbiano una profondità superiore a un metro e mezzo. In vasche di piccole dimensioni si può provvedere a ritirarle in un grande mastello da ricoverare al chiuso, ma non in locali destinati ad ospitare autoveicoli perché i gas di scarico inquinano pericolosamente l’acqua.