Il cane è un animale sociale che ha bisogno del branco come punto di riferimento. All’interno del branco esiste il “capo” e gli altri cani. Quando il cane vive in famiglia cerca di ricreare quella situazione: il leader (il proprietario) viene riconosciuto come tale se detta le regole in modo equilibrato attraverso comportamenti fermi e coerenti. Tra i più importanti deve:
- dargli sempre la pappa dopo che tutta la famiglia ha mangiato
- farlo scendere da letti e divani
- uscire dalla porta prima del cane
- se tira al guinzaglio cambiare continuamente percorso
- spazzolarlo costantemente anche se non ne ha bisogno, per abituarlo a essere maneggiato
- evitare i giochi di forza e in caso di gioco a tira e molla deve “vincere” il proprietario (altrimenti cambiare gioco)
- premiarlo (coccole, “bravo”, bocconcini..) quando si comporta correttamente
- ignorarlo se sbaglia; non serve sgridarlo (e tantomeno picchiarlo), è sufficiente un NO secco
Al contrario, se alcuni comportamenti del cane (come per esempio dormire dove vuole, mangiare per primo, uscire per primo e quindi trainare chi tiene il guinzaglio) vengono assecondati da proprietario, l’animale li interpreterà come se lui fosse il capobranco: questa situazione può sfociare in atteggiamenti difficili da rimuovere e che, nel caso di cani già dominanti e di taglia grande possono dare luogo a episodi di aggressività. L’atteggiamento del cane dipende quindi in buona parte dall’educazione ricevuta dal proprietario; il suo carattere è plasmato dall’insegnamento che ha ricevuto.
Il gioco
Il clima armonioso all’interno della cucciolata e il rispetto dei tempi di sviluppo (evitando quindi distacchi precoci dalla madre e dai fratelli) sono fondamentali perché un cane da adulto non abbia comportamenti squilibrati. Il cane apprende i meccanismi di socializzazione e quindi di gioco da cucciolo, nel periodo in cui resta con i fratelli: è in questa fase, infatti, che comprende fino a che punto può mordere e come comportarsi con i suoi simili, ossia l’inibizione al morso. I cuccioli svezzati precocemente e allontanati dalla madre prima delle otto-nove settimane di vita, possono da adulti evitare o aggredire altri cani. Inoltre se hanno avuto scarsi o nulli contatti con l’uomo lo potranno considerare con diffidenza o, viceversa, sviluppare attaccamenti morbosi verso la famiglia di adozione. In generale quindi è bene NON insegnare al cucciolo, e nemmeno al cane adulto, a giocare alla lotta con le mani/braccia del proprietario perché potrebbe pensare di poterlo fare anche con altri. Si può invece farlo giocare tenendo in mano un giochino, insegnando a lottare con quello, ma prestando attenzione a interrompere immediatamente il gioco quando si agita troppo o morde esageratamente.
Ansia da separazione
Il cane ha bisogno di compagnia; se lasciato solo può soffrire di solitudine e avere il timore di essere abbandonato: in pratica soffre di ansia da separazione. Lasciare quindi in casa il cane da solo per alcune ore può diventare un problema: il cane ulula, piange, distrugge oggetti in casa. Per abituare, progressivamente, il cane a stare in casa da solo senza fare disastri è necessario agire in questo modo:
- ignorarlo 15-20 minuti prima di uscire senza salutarlo, mostrandosi tranquilli;
- aumentare progressivamente i tempi fuori di casa in modo che il cane comprenda che il proprietario non l’ha abbandonato e ritornerà da lui;
- rientrando in casa è necessario ancora ignorarlo per qualche minuto e attendere fino a quando si sarà rilassato, soprattutto se il cane salta addosso o è molto agitato;
- quando il cane si è calmato si può tranquillamente coccolare: secondo la regola del rinforzo positivo infatti, a comportamento corretto (il cane è tranquillo) segue un premio (le coccole).
Con pazienza, calma e perseveranza si possono ottenere grandi risultati: il cane potrà essere ben educato e la convivenza tranquilla e serena.