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La gravidanza dura circa due mesi
Nei gatti la gravidanza dura in media, 65 giorni. Durante questo periodo mamma gatta manifesta alcuni segni tipici:
- arrossamento dei capezzoli
- addome più gonfio
- comportamento materno
- aumento di peso (di circa 900-1800 g)
- talvolta nausea e stitichezza (in particolare nelle ultime settimane di gestazione).
La conferma della gravidanza la darà comunque il veterinario con una palpazione dell’addome o un’ecografia. In questo periodo la gatta ha bisogno di maggiori attenzioni e coccole e di un’integrazione dietetica con cibo maggiormente nutriente: l’ideale è somministrare i cibi “kitten” specifici per gattini e gatte in attesa. Circa due settimane prima del parto è bene iniziare a preparare una cuccia in un angolo tranquillo e caldo della casa che servirà per il parto e per accudire i piccoli senza essere disturbata: si può optare per una scatola di cartone con un lato aperto e foderata con ovatta, giornali, coperte. Tuttavia la gatta potrebbe anche scegliere di partorire in un luogo diverso ad esempio in un armadio perché ancora più nascosto.
Non interferire durante il parto
Il travaglio può durare dalle 12 alle 24 ore. Poco prima del parto la gatta presenta respirazione accelerata, irrequietezza, miagolii, fusa continue, abbassamento della temperatura corporea. Inoltre dalla vagina può uscire qualche goccia di sangue o liquido chiaro (non preoccupante) e qualche goccia di latte dalle mammelle. Normalmente tutto si svolge in maniera naturale e non sono necessari interventi esterni: è sufficiente fare in modo che la gatta, al momento del parto, sia già nel luogo predisposto ed essere presenti per qualsiasi emergenza e infondere conforto. In ogni caso, se la gatta rifiuta la cuccia preparata dal proprietario, meglio far scegliere a lei il posto dove desidera partorire. Il parto dura in media dalle due alle sei ore con un intervallo di 30/60 minuti tra la nascita di ogni micino. Alla nascita del gattino segue l’espulsione della membrana e della placenta che mamma gatta strappa con i denti per liberare il piccolo; subito dopo taglia anche il cordone ombelicale mordendolo. Se tutto si è svolto senza problemi dopo il parto la gatta inizia a leccare i piccoli e i propri genitali e a mangiare con grande appetito.
I primi contatti con la mamma
Quando il parto è terminato e tutto è tornato tranquilla inizia una delle fasi più emozionanti e commoventi: il momento del contatto tra mamma gatta e i piccoli. I gattini sono ciechi e sordi alla nascita ma hanno già un olfatto sviluppatissimo e riconosco l’odore materno da quelli sconosciuti. La gatta sin dai primi istanti lecca i cuccioli per pulirli e favorirne la respirazione, lecca anche la pancia dei piccoli per stimolare la digestione e l’evacuazione ripulendoli poi dagli escrementi. Si sdraia accanto ai micini e non li lascia se non per estrema necessità: per bere o nutrirsi o fare i bisogni, li scalda con il suo corpo e li incoraggia, spingendoli con il muso, ad avvicinarsi alle mammelle per poppare. I primi giorni è bene non intervenire e non prendere in braccio i gattini, o farlo solo raramente: mamma gatta, infatti, potrebbe infastidirsi e spostarli altrove. Dopo i primi giorni, invece, si può iniziare a toccarli: un contatto importantissimo per il gattino che così inizierà a conoscere l’uomo e a fidarsi di lui. Fondamentale, inoltre, il rapporto tra i cuccioli: il gioco, la socializzazione, il contatto con i fratelli e la mamma sono tutti elementi indispensabili per fare in modo che il gatto cresca senza problemi comportamentali, pauroso o aggressivo. È importante, quindi, non allontanare i gattini dalla mamma e dai fratelli almeno fino a 6-7 settimane di età.
L’allattamento: naturale o artificiale?
Normalmente l’allattamento avviene in modo naturale: i piccoli entrano a contatto con le mammelle e iniziano una vivace lotta con gli altri fratelli per guadagnarsi il capezzolo “preferito” che si impregnerà dell’odore del singolo gattino. Se per qualche ragione, invece, la mamma non può allattare i gattini, o sono rimasti orfani si deve procedere con l’allattamento artificiale. In commercio esiste latte specifico in polvere che deve essere somministrato con un contagocce o, meglio, un biberon per gattini e riscaldato a una temperatura di 38°C. I cuccioli devono mangiare spessissimo: nelle prime due settimane ogni 2-3 ore durante il giorno, ogni 3-4 ore di notte. L’intervallo tende ad aumentare progressivamente e a un mese mangeranno ogni 5 ore durante il giorno, ogni 6-7 ore la notte. Devono mangiare al giorno il 25-30% del peso corporeo diviso per i vari pasti della giornata: 13 ml ogni 100 grammi di peso nella prima settimana; 17 ml nella seconda, 20 nella terza ecc. divisi per quattro-cinque pasti. L’aumento di peso è di 50-100 grammi alla settimana.
Lo sviluppo dei gattini
Diversamente dal cucciolo umano, il gattino ha uno sviluppo rapidissimo.
- Appena nato ha gli occhi chiusi, è sordo e si orienta solo con il tatto e l’olfatto, limitandosi a mangiare e dormire.
- A due-tre settimane inizia ad aprire gli occhi e le orecchie. Inizia a strisciare e a camminare goffamente. Spuntano i primi denti.
- A tre–quattro settimane cammina, inizia lo svezzamento e a usare la cassettina.
- A quattro-cinque settimane corre, salta, gioca con mamma e fratelli, si lava da solo. A questa età inizia lo svezzamento e dall’esclusivo latte della mamma (o artificiale) si passa anche al cibo diverso (omogeneizzato o specifico per gattini). A due mesi termina lo svezzamento e inizia a nutrirsi con cibi solidi da adulti.
- Entro la decima/undicesima settimana di vita inizia ad allontanarsi dalla mamma (l’indipendenza definitiva sarà però a sei mesi) e a cacciare.
- Tra i tre e i quattro mesi iniziano a spuntare i denti da adulti (il cui sviluppo si completa entro i nove mesi) e il colore degli occhi passa dal blu a quello definitivo.
Sterilizzazione: come e perché
Prima di decidere di far accoppiare la propria gatta, è sempre meglio essere sicuri di poter garantire una collocazione ai gattini per non incentivare il randagismo. Sono già tantissimi infatti i gatti che vivono randagi o abbandonati nei gattili che attendono una famiglia e una casa. Una soluzione, se si vuole evitare gravidanze indesiderate, è la sterilizzazione che tutela anche la salute della gatta. L’intervento, denominato ovarioisterectomia. consiste nell’sportazione delle ovaie e dell’utero in anestesia generale. I rischi sono praticamenti nulli, la degenza può essere effettuata a casa e senza particolari problemi.