L’acquario di acqua dolce

Avere un acquario di acqua dolce in casa può sembrare semplice e poco impegnativo. In realtà, la gestione dell'acquario di acqua dolce, ma anche salata, è complessa e richiede diverse attenzioni: quindi, bisogna essere ben preparati e informati per garantire ai pesci una qualità di vita e un benessere eccellenti.

Roberta Marino
A cura di Roberta Marino
Pubblicato il 23/03/2017Aggiornato il 23/03/2017
acquario d'acqua dolce

I pesci sono animali molto delicati e, anche nell’acquario di acqua dolce, hanno bisogno di ricreare un habitat il più possibile vicino a quello naturale perché possono rischiare la vita. Se si decide di tenere un acquario di acqua dolce, quindi, occorre l’attrezzatura adeguata, da gestire correttamente, e bisogna avere alcune nozioni sulla vita e le necessità dei pesci che saranno ospiti nella nostra vasca.

La scelta della vasca

Le dimensioni dell’acquario d’acqua dolce devono essere adeguate per contenere l’acqua necessaria in base al tipo e numero di pesci che si pensa di inserire, oltre ad altro spazio per alghe e altre decorazioni.
In linea di massima una vasca da 200 litri potrebbe essere considerata una misura standard soprattutto per un principiante: in ogni caso, mai cominciare con meno di 40 l d’acqua. Importante ricordare che una vasca per acquario non deve essere mai più alta che larga e la dimensione minima è di 80x40x50 di altezza.
Dato che la vasca ha un costo non irrilevante, per risparmiare si possono evitare quelle con le pareti di vetro e optare per acquari in plexiglass, più resistenti ma che hanno lo svantaggio di ingiallirsi e rovinarsi con il tempo.
Per la salute dei pesci, la vasca va collocata dove la temperatura è costante e senza luce eccessiva: troppo sole favorisce la crescita di alghe.

Le attrezzature fondamentali

Alcune attrezzature fanno parte dell’acquario di acqua dolce e ne garantiscono il buon funzionamento e sono:
 filtro: indispensabile per eliminare le sostanze inquinanti, può essere interno alla vasca, esterno o a zaino (appeso) e può essere meccanico (costituito da lana di perlon o spugna sintetica), chimico-adsorbente (resine sintetiche o carbone attivo), biologico (microrganismi e batteri);
–  pompa: è composta da un involucro plastico che racchiude un avvolgimento elettrico isolato dall’acqua ermeticamente. Funziona 24 ore su 24;
–  termoriscaldatore: di solito si presenta sotto forma di provetta più o meno lunga. Riscalda e mantiene stabile la temperatura dell’acqua che deve essere intorno ai 24-26°C. È bene controllare periodicamente con un termometro che la temperatura corrisponda a quella indicata sul termoriscaldatore per verificare il buon funzionamento;
illuminazione: la luce è un elemento vitale per l’acquario non solo per piante e alghe ma anche per i minuscoli microrganismi e i pesci stessi. La durata dell’illuminazione è di circa 10-12 ore al giorno. La tipologia di luce più adatta è costituita dai tubi fluorescenti: devono avere un’intensità di luce sempre al massimo. Per controllarla si usano strumenti ottici ma è buona abitudine sostituire ogni 6-8 mesi le lampade vecchie. In commercio esistono anche lampade al vapore di mercurio (HQL) che hanno costi più elevati e resa luminosa inferiore ma maggiore durata.

La scelta dei pesci

La scelta dei pesci per l’acquario di acqua dolce non deve essere fatta solo sulla base di un gusto estetico: è importantissimo informarsi con il rivenditore in base al tipo di vasca, oltre a cercare informazioni in rete. I pesci migliori per i principianti, che non creano problemi di convivenza (ma dipende molto dalle dimensioni della vasca) sono: guppy (Lebistes reticulatus), portaspada (Xiphophorus helleri), platy (Xiphophorus maculatus), brachydanio rerio, barbus titteya.

Pesci NON adatti ai neofiti sono:
Scalari: tendono a crescere molto e sono aggressivi tra loro.
Discus: molto delicati e necessitano di cure e di vasche di almeno 120 litri.
Astronotus ocellatus (Oscar): molto aggressivo, carnivoro, predatore  e territoriale, specialmente durante la riproduzione. Non accetta la presenza di  altri pesci  se non in vasche di dimensioni enormi  (almeno 350 Litri) e con molti nascondigli.
Aequidens revolatus: ha problemi di convivenza con altri pesci e diventa aggressivo durante il periodo della riproduzione oltre a crescere molto in dimensioni.
Neon: molto apprezzato per la bellezza dei suoi colori, ha però bisogno di cure particolari.

Come iniziare

Il momento è arrivato: si può iniziare a predisporre l’acquario d’acqua dolce.

1 – Innanzitutto lavare bene la ghiaia (mai con il sapone!) e sistemare il fondo.

2 – Ora si possono aggiungere le eventuali decorazioni come rocce (evitando quelle calcaree per gli acquari di acqua dolce), legni (fatti prima bollire) e altri ornamenti per rendere l’ambiente ideale per i pesci.

3 – Il termoriscaldatore va inserito vicino alla bocca del filtro che espelle l’acqua per fare in modo che quest’ultima sia riscaldata uniformemente (solitamente un range dai 21 ai 25-26 °C a seconda dei pesci) e non va acceso finché l’acquario non è pieno.

4 – Quindi si introduce l’acqua che non deve essere prelevata direttamente dal rubinetto perché contiene cloro e metalli pesanti dannosi per i pesci, ma che può essere o acquistata direttamente in un negozio di acquariofilia oppure per metà demineralizzata tramite resine od osmosi inversa e l’altra metà presa dal rubinetto e trattata con un biocondizionatore.

5 – Ora bisogna accendere il filtro: per prima cosa si riempie il serbatoio del filtro con l’acqua, quindi si accende. L’acqua dovrebbe lentamente e silenziosamente iniziare a circolare entro un paio di minuti. Dopo un paio di ore si dovrà controllare che la temperatura sia ancora nel range giusto e che l’acqua circoli correttamente. Occorre controllare che anche altri parametri (i nitriti, i nitrati, il pH e la durezza dell’acqua) siano controllati e regolari.

6 – Attendere almeno 3-4 settimane e continuare a testare l’acqua per valutare che i parametri siano sempre corretti. Ricordate che per mantenere la vasca pulita l’acqua va sempre cambiata per il 10% ogni settimana, o al limite per il 35% ogni mese.

7 – Trascorso questo tempo si possono inserire i pesci scelti per l’acquario.

Come introdurre i pesci nell’acquario 

L’inserimento dei pesci nell’acquario di acqua dolce deve essere molto graduale per evitare stress e problemi di salute all’animale e avvenire in questo modo: immergere nella vasca il pesce con ancora la busta sigillata per 20 minuti circa; quindi fare 5-6 piccoli fori della grandezza di una punta di matita per fare entrare l’acqua dell’acquario gradualmente attendere ancora un quarto d’ora circa e poi liberare il pesce. Per i primi 10-14 giorni si può iniziare a inserire due o tre pesci e, sempre con questo ritmo, altri due o tre proseguendo allo stesso modo. Questa gradualità nell’inserimento è molto importante perché la presenza di troppi pesci tutti in una volta in una vasca nuova può far diventare l’acqua rapidamente tossica. Gli ultimi ad arrivare devono essere i pesci più grandi. Se, invece, si tratta di pesci che vivono in banchi la quantità minima sarà cinque.

Alimentazione: attenzione ai pasti eccessivi

Gli alimenti per i pesci si suddividono in:
naturali: Dafnie, Ciclopi, Tubifex, arenicole e altri anellidi, piccoli insetti, larve di zanzara e di altri ditteri.
in coltura: si preparano lasciando putrefare in acqua un po’ di materiale vegetale come, ad esempio, fieno tagliato oppure foglie di lattuga o, ancora, buccia di banana sminuzzate. Alcuni pesci hanno bisogno poi  di cibi vegetali come alghe, spinaci o lattuga tritati o piselli freschi.
industriali: in fiocchi, scaglie, pastiglie, granuli o pellets, forniscono (solitamente) le proteine, i carboidrati e i grassi necessari.  Tuttavia i mangimi artificiali non dovrebbero essere il cibo principale o esclusivo perché l’alimentazione dei pesci deve essere varia.

Il cibo deve essere somministrato con parsimonia perché quello non mangiato resta nell’acquario e tende a creare problemi di inquinamento. Inoltre i pesci che tendono a mangiare in maniera eccessiva possono avere gravi problemi di salute come occlusioni intestinali che possono portarli anche alla morte.
La regola da seguire è di dare cibo appena sufficiente da poter essere consumato in pochi minuti e togliere quello che resta: in pratica è consigliabile somministrare 2-3 volte al giorno quantità esigue di cibo che possa essere ingerito in pochissimi minuti.
In generale meglio somministrare il cibo al mattino, in modo che i pesci diurni abbiano il tempo di consumarlo senza farlo decomporre. Alla sera dovrà essere fornito solo se nell’acquario ci sono  pesci di abitudini notturne (Ancistrus, Botia o Corydoras).

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