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Da alcuni anni si è diffusa la moda di allevare in casa, come animali domestici, rettili come serpenti e iguane poco adatti a una vita casalinga. Ovviamente non tutti i rettili possono essere tenuti in casa: esistono precise norme e regolamenti che stabiliscono quali sì o no. È importante quindi valutare con attenzione se sia il caso di prendere un rettile, strappandolo a un habitat a lui più consono, e informarsi sulle regole per poterlo tenere in maniera adeguata.
Le caratteristiche dei rettili
I rettili sono animali provvisti di colonna vertebrale, caratterizzati dall’avere il corpo coperto di squame e una temperatura corporea che varia in funzione di quella ambientale. Si dice, impropriamente, che i rettili sono animali a sangue freddo perché non possono controllare la loro temperatura corporea, come fanno invece mammiferi e uccelli. In realtà questi animali sopperiscono alla mancanza di meccanismi termoregolatori interni cambiando posizione in modo da evitare eccessivo surriscaldamento o raffreddamento: passano dalle zone più calde a quelle più fresche per evitare o per sfruttare a loro vantaggio il calore del sole o del terreno. Alcune specie di serpenti e di sauri, per esempio, si seppelliscono sotto la sabbia desertica, altri si spostano continuamente dalle zone d’ombra a quelle soleggiate. Non è quindi propriamente corretto affermare che sono a sangue freddo: come tutti gli altri animali, devono tenere la loro temperatura entro i giusti limiti e la loro sopravvivenza è assicurata da questo particolare adattamento comportamentale. Per quanto riguarda l’alimentazione questa varia da specie a specie: alcuni sono erbivori, come alcune tartarughe; molti si nutrono di insetti, come le lucertole e i camaleonti; i coccodrilli sono carnivori; i serpenti si nutrono di insetti, uova, rettili e mammiferi.
Alcune domande da porsi, prima…
Ci sono alcuni aspetti che è bene valutare se si intende tenere in casa un rettile (in particolare se si tratta di un serpente). Per prima cosa lo spazio: un cucciolo di pitone quando cresce può arrivare a una lunghezza di 4-5 metri per un peso di 70 o 80 chilogrammi: si potrà offrire uno spazio adeguato alle sue dimensioni? Altra questione non da poco è quella etica: purtroppo non tutti i rettili si cibano di prede morte, alcuni come il pitone reale o i serpenti di cattura si cibano di prede vive (galline, conigli, topolini…). È davvero il caso di tenere un animale di questo tipo in casa dovendo vedere altri animali soffrire e morire per alimentarlo? Infine l’aspetto economico: sarà necessario acquistare un terrario munito di tutto ciò che può servire per ricreare l’habitat naturale dell’animale oltre a lampade, termostati per i bagni di luce e per garantire la temperatura ideale: e chiaramente le spese elettriche per il mantenimento dell’illuminazione che possono essere consistenti. Si è disposti a spendere per tutto questo?
Il terrario: la loro casa
È importante sapere come realizzare un terrario per garantire al rettile un luogo sicuro, sano e che rispetti il più possibile la sua natura e il suo habitat. In base alle abitudini di vita dell’animale si varierà tra terrari: in verticale con molti rami e piante per gli arboricoli, in orizzontale con rocce, radici e rifugi per i terricoli, terrari paludari o terracquari con elevati tassi di umidità per gli anfibi. All’interno del terrario è bene mettere pietre che assorbono il calore e lo restituiscono poi al serpente nel momento opportuno.
Pro e contro
- carta da giornale> pratica, economica e pulita;
- trucioli di carta> economici, pratici ma ingeribili;
- asciugamani> comodi e riutilizzabili, ma ingeribili;
- moquette o tappetini> lavabili e riutilizzabili ma controllati
- segatura> deve essere cambiata di frequente ma è un substrato;
- corteccia> facile da cambiare ma ingeribile;
- terriccio> scomodo da cambiare ma naturale e mantiene l’umidità;
- sassi da acquario> lavabili e decorativi, ma devono essere grandi;
- sabbia> utile per gli animali che si interrano ma facile da ingerire;
- trucioli di pannocchia> ammuffiscono facilmente e se ingeriti, bloccano l’intestino;
- sabbietta per gatti> abrasiva e ingeribile.
È fondamentale che il terrario abbia le dimensioni adeguate alla tipologia. In generale non deve essere più piccolo dei 2/3 dell’animale quindi più è spazioso e meglio è. Le dimensioni sono le seguenti: per un serpente di terra di piccola taglia, 60×30×30 cm; per il serpente arboricolo deve essere alto e con rami; per neonati di 25×25×25 cm; per sauri deve essere una volta e mezza la lunghezza dell’animale, la profondità due terzi della lunghezza e l’altezza pari alla lunghezza.
Il materiale
È di primaria importanza perché in base alla scelta varieranno anche le condizioni all’interno. Può essere di vetro, fibra di vetro, legno o plexiglas. Ma il migliore resta sempre il vetro perché è facilmente lavabile e mantiene lontana l’umidità. Il coperchio deve contenere le lampadine per il riscaldamento del contenitore.
Coabitazione
Se si ha intenzione di far convivere più rettili all’interno dello stesso spazio bisogna valutare ancora più attentamente l’allestimento e la scelta degli animali. Infatti i rettili hanno bisogno di spazi nei quali potersi nascondere, sono fortemente territoriali e quindi la convivenza potrebbe causare stress o, peggio, lotte. In più ciascuno ha necessità di cure, illuminazione e temperature specifiche. In generale quindi è meglio evitare di far coabitare specie differenti o al limite installare barriere visive che permettano a ciascun rettile di “distaccarsi” dagli altri, avendo uno spazio privato.
Dove collocarlo?
L’ideale è posizionare il terrario in una stanza non molto soleggiata e poco frequentata, possibilmente vicina ad un bagno per facilitare il ricambio dell’acqua.
Umidità
Nel terrario deve essere sempre presente una piccola ciotola d’acqua bassa e larga per mantenerne una percentuale minima di umidità. Non bisogna comunque esagerare con l’umidità altrimenti si formano parassiti e muffe.
Temperatura
Tutti i rettili sono animali esotici che richiedono una temperatura mai inferiore ai 24-26 °C. I principali sistemi di riscaldamento sono le lampade: a incandescenza, a infrarossi, alogene. Le migliori sono le lampade di ceramica per la durata e la buona funzione. E’ importante regolare al modo giusto l’intensità luminosa con termostati che accendendosi e spegnendosi creano l’effetto ideale come in natura. E’ bene sistemare vicino alle lampade rami o rocce.
Serpenti
Col termine serpente, od ofide, vengono comunemente chiamati i Rettili Squamati appartenenti al sottordine Serpentes (od Ophidia). Si riconoscono dalla forma allungata del loro corpo, non hanno gli arti e la pelle è ricoperta da squame, hanno la lingua biforcuta alla fine e le palpebre fine. Sono animali sensibili, amano la sicurezza e la tranquillità, il loro peggiore nemico è lo stress. L’habitat deve quindi comprendere molti nascondigli e una stanza silenziosa. Non amano essere toccati spesso e non devono essere molestati. Se si deve pulire la teca o si devono portare dal veterinario è importante saperli prendere senza spaventarli evitando il morso: è consigliabile indossare un guanto, avere movimenti lenti, mano aperta e dita chiuse sopra la testa per fare sentire il calore; l’altra mano invece deve accarezzare il resto del corpo fermandosi alla metà. Ad esempio il pitone che non ama le strette, non va afferrato ma sostenuto altrimenti attacca. I serpenti sono animali carnivori, si nutrono quindi di piccoli animali, compresi altri rettili e serpenti, uccelli, uova o insetti. Ingoiano la preda senza masticarla. I serpenti domestici più comuni sono il boa (il codarossa è tra i più facili da allevare; più difficili il boa arcobaleno e lo smeraldino), i pitoni, i colubridi e i ball Phython.
Sauri
La parola “sauri” proviene dal greco sauria e vuol dire “lucertola”, infatti vi fanno parte: lucertole, camaleonti, ramarri, varani, gechi, iguane e altri. Si difendono con il mimetismo, come i camaleonti, oppure con la coda e con i denti. Il mimetismo è stato considerato sempre un modo usato per sfuggire ai predatori. Si tratta però anche di un fenomeno legato anche alla necessità di cambio di temperatura.
Tartarughe
In particolare si dividono in tartarughe acquatiche (d’acqua dolce, con membrane di pelle tra gli artigli, o marine, con arti trasformati in pinne), carnivore e con carapace dal profilo basso e testuggini (dal latino testudo): adattate alla vita terrestre, erbivore, con possenti artigli e con carapace generalmente rialzato.
Sono dotate un guscio protettivo molto resistente: la parte superiore si chiama “carapace“, mentre la parte inferiore “piastrone”. Le tessere di carapace e piastrone sono chiamati scuti. Le specie acquatiche sono onnivore, per lo più carnivore da giovani mentre crescendo prediligono i vegetali e pesce. Le specie terrestri sono più erbivore con una dieta che varia dalla frutta ai cactus. A seconda che si tratti di una tartaruga terrestre o di una acquatica si dovrà disporre in casa (o in giardino) di un terrario o di un acquaterrario.
Le norme da rispettare: Cites e le altre
Detenere un rettile in casa non è come avere un cane o un gatto: bisogna rispettare certe regole anche molto severe per non correre il rischio di sanzioni. I rettili più comuni devono essere venduti con un certificato che ne attesti la legale provenienza. Inoltre in base alla legge n. 89 del 14 dicembre 1990, tutti gli animali esotici, per essere tenuti, devono avere un’autorizzazione sanitaria rilasciata dal sindaco del comune di residenza attraverso i servizi veterinari delle Asl di appartenenza. In particolare chi vuole acquistare un rettile (o un animale esotico) deve verificare che non sia compreso nell’elenco previsto dalla CITES, la “Convenzione internazionale sul commercio delle specie di fauna e flora selvatiche in pericolo” (dall’inglese Convention on International Trade of Endangered Species), una convenzione internazionale che ha lo scopo di regolamentare il commercio di fauna e flora in pericolo di estinzione. Si occupa del commercio di esemplari sia vivi che morti, o solo parti di organismi o prodotti derivati, con lo scopo di impedire lo sfruttamento commerciale delle specie in pericolo. Alla CITES, entrata in vigore il 31 dicembre 1979, aderiscono 161 Paesi tra cui l’Italia che l’ha recepita con la Legge 19 dicembre 1975, n. 874. La convenzione distingue tre categorie di specie: 1.Specie protette in senso stretto; 2.Specie soggette a controllo; 3.Specie soggette a controllo da parte di singoli paesi membri. Per informazioni consultare il database del sito: http://www.cites.org e cercare il proprio animale sotto “RESOURCES – species database – fauna” indicando il NOME SCIENTIFICO DELL’ANIMALE.
La Convenzione di Berna
La Convenzione di Berna ha lo scopo di assicurare la conservazione della flora e della fauna selvatiche e dei loro habitat naturali e di proteggere le specie migratrici minacciate di estinzione mediante una cooperazione tra gli Stati che si impegnano ad attuare le politiche nazionali per la conservazione della flora e della fauna selvatiche e degli habitat naturali.
Per info: http://conventions.coe.int/treaty/en/Treaties/Html/104.htm