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È il suo linguaggio: con l’abbaio il cane comunica con i suoi simili, cerca attenzione, manifesta uno stato d’animo. Quando, però, il comportamento diventa compulsivo, ossessivo, insistente e si manifesta senza una reale ragione, è bene cercare di porvi rimedio. Non solo perché un abbaio continuo può infastidire e intimorire vicini, famigliari o estranei, ma anche perché è il sintomo di un disagio anche per il cane stesso. Le ragioni per le quali un cane abbaia sono innumerevoli e svariate, da comprendere volta per volta.
Se è in casa da solo
Al rientro a casa i vicini si lamentano “il suo cane ha abbaiato tutto il tempo”. È una situazione non così rara, soprattutto con un nuovo arrivato o un cucciolo che si deve ambientare. In questo caso la causa principale è la noia o, ancor di più, l’ansia da separazione dal proprietario che è uscito per la sua giornata di lavoro. Il risultato è che, spesso, il proprietario stesso entra in casa nervoso e rimprovera l’animale quando quest’ultimo (finalmente!) è quieto oppure sta abbaiando per la felicità del suo rientro cercando di attirare l’attenzione. Un circuito vizioso perché il cane non comprenderà il senso del rimprovero dal momento che il suo abbaio in solitudine è già un vecchio ricordo.
Che fare quindi? Oltre a fare in modo che il cane abbia la possibilità di distrarsi durante l’assenza del proprietario (per esempio con un giochino come il Kong), si dovrà evitare di alimentare e rinforzare il comportamento del cane, ignorandolo al rientro e all’uscita se si agita e abbaia e, per converso, premiandolo quando è calmo e tranquillo. In alcuni casi risulta utile anche lasciare accesa la radio e la televisione per “fargli compagnia”.
Durante la notte
Si tratta di una situazione estremamente fastidiosa che può creare disagio sia in famiglia sia con i vicini. Ci sono varie ragioni per cui un cane abbaia di notte: ansia, noia, isolamento, stress, oppure problemi neurologici legati magari all’età, una sorta di demenza senile. In alcuni casi sarà necessario l’intervento del veterinario o dell’educatore cinofilo; tuttavia può essere anche sufficiente incrementare la durata e la qualità del tempo trascorso con lui durante le ore diurne facendolo giocare, coccolandolo e non trascurandolo.
In mezzo a persone estranee
Certo, può essere semplicemente il suo “saluto” e il suo modo per comunicare con una persona sconosciuta: ma quando l’abbaio diventa insistente, sincopato e fissando negli occhi può incutere timore e disagio per chi gli sta di fronte. In realtà spesso è davvero valido il detto “can che abbaia non morde”: il primo ad avere paura è proprio il cane che abbaia perché si sente minacciato, ha paura (perché la persona gli ricorda qualcuno da cui ha subito maltrattamenti) oppure, al contrario (e questo accade soprattutto nei cani da pastore) deve proteggere il suo proprietario. Anche trovarsi in mezzo a una folla può causare notevole stress e ansia nel cane che manifesta con l’abbaio. È bene evitare, quindi, le situazioni stressanti e non adatte per lui e, se il comportamento dovesse perdurare, rivolgersi a un comportamentista.
Quando può essere una patologia
“Avrà visto un fantasma?” Una domanda che sorge, inevitabilmente, spontanea quando capita di notare il proprio cane che abbaia insistentemente fissando il vuoto. Apparentemente, di manifesto non c’è nulla e il suo comportamento sembra davvero anomalo. È raro, infatti, che il cane non abbia un motivo valido per abbaiare: un richiamo, un tentativo di difendersi, un modo per avvisare, un invito al gioco. Il cane ha un udito e un olfatto finissimi e spesso percepisce un rumore o un pericolo anche in lontananza: l’abbaio può essere di vario tipo, dal ringhio al guaito all’ululato, a seconda della circostanza. Quando, invece, tutte queste ragioni vengono escluse non può che trattarsi di altro: soprattutto se l’abbaio è accompagnato a segnali fisici quali agitazione o tremore è molto probabile che si tratti di un disturbo neurologico (soprattutto se anziano) o di qualcosa di ancora più grave da indagare al più presto con il veterinario, come per esempio un attacco epilettico.
La soluzione? Applicare il “rinforzo positivo”
Una volta che si sono comprese le ragioni dell’abbaio insistente del cane (ed esclusa una patologia) è necessario intervenire per mitigare questa pessima abitudine.
Per prima cosa il cane non va rimproverato (magari gridando) perché, se il motivo del suo abbaio è attirare l’attenzione, seppur in maniera negativa avrà ottenuto il suo obiettivo.
Oltre a un supporto di un educatore cinofilo, si potrà cercare di disabituarlo con un “comando” o, meglio, facendo qualche rumore che possa attirare la sua attenzione distraendolo dall’abbaio e, poi, aggiungendo una parola-chiave come “No!” o “Silenzio” (senza gridare).
Solo quando il cane si sarà calmato potrà essere premiato, con coccole o bocconcini: si parla, in questo caso, di “rinforzo positivo”. Il cane assocerà facilmente il comportamento tranquillo al “premio” e continuerà a comportarsi in questo modo sempre più frequentemente.
Allo stesso modo il cane andrà ignorato ogni volta che, attraverso l’abbaio, cerca di attirare l’attenzione o pretende qualcosa. La pretesa, ovviamente, non andrà concessa a meno che non si tratti di una necessità reale come uscire per fare i bisogni.
Peggio ancora prendere in braccio il cane (magari cucciolo) che abbaia con insistenza: per l’animale la connessione sarà automatica e penserà di essere stato premiato per l’abbaio stesso.