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Il fenomeno dell’inurbamento degli animali selvatici è sempre più importante. Un orso che compie una scorribanda nei cassonetti o un cervo che si trovi su una grand’arteria di scorrimento fa notizia ma di gufi, volpi, ricci, donnole ormai non se ne parla neanche: questi invisibili abitanti della notte, che solo le videocamere di sorveglianza registrano nei loro veloci passaggi radenti ai muri, sono ovunque.
La volpe, in particolare, visibile di tanto in tanto ai lati della strada illuminata dai fari, o poco più di un’ombra veloce che attraversa di fretta, è fra gli animali selvatici quella che più ha saputo sfruttare le opportunità offerte dall’inurbamento: cibo, in particolare ratti e topi, e protezione dai cacciatori.
A testimonianza di ciò, le circa 10.000 volpi che sono state registrate a Londra ogni notte.
Un vantaggio per noi
Nel nostro Paese la presenza delle volpi nelle città, una realtà accertata, non ha ancora raggiunto i livelli inglesi e non desta preoccupazione. Esercita, invece, insieme ai rapaci notturni e alle donnole, un severo controllo sulla popolazione di arvicole, topi e ratti.
Nelle aree scarsamente popolate le volpi non hanno paura a mostrarsi in pieno giorno, invece dove interagiscono con l’uomo si avvicinano a case e allevamenti solo con il calar delle tenebre.
In città, poi, le volpi e altri cacciatori di topi diventano anche consumatori selettivi di rifiuti e cercatori di fonti di cibo alternative e di alta qualità, ossia i pasti di cani e gatti. Se questi sono richiamati all’interno per la notte, state certi che se un riccio o una volpe sono nei paraggi la ciotola al mattino risulterà perfettamente pulita e non troverete tracce di sporco, cibo sprecato o avanzi. La volpe passerà come un fantasma e tornerà con regolarità quasi tutte le sere a orari molto simili. Questa regolarità è anche il suo punto debole e la rende facile preda dei cacciatori che la aspettano “alla posta” come si fa con gli animali che iniziano a depredare un pollaio, di solito una gallina per sera, senza ucciderne altre.
Nel caso gatti e cani dormano all’aperto la volpe cercherà di approfittare di una distrazione del cane per evitare che dia l’allarme, mentre le basterà intimorire i gatti che cercheranno riparo arrampicandosi in alto al sicuro. La volpe, infatti, in periodi di magra, spinta dalla fame, non disdegna nemmeno di predare i felini domestici.
Ed è proprio questo il fenomeno che ha contribuito a riportare alla ribalta a Londra la guerra alle volpi: lo scorso anno, il gatto del sindaco è stato sbranato da una volpe e il governo ha assoldato dei “urban fox hunter” (si chiamano così i cacciatori urbani di volpi inglesi) che ricevono un contributo economico per ogni volpe uccisa in città: in ogni caso, il loro numero non è ancora diminuito in modo significativo.
Rinomata furbizia
animale da sempre considerato simbolo di furbizia, la volpe è capace di adattarsi con successo ad ambienti diversi, mutando il proprio comportamento in base al cambiamento delle condizioni ambientali.
La femmina, ad esempio, quando rientra alla tana, dove i piccoli aspettano, compie percorsi diversi, tortuosi, che si intrecciano tra loro, con veloci cambi di andatura e arresti per individuare eventuali inseguitori o depistarli.
Le scorte di cibo, come fanno anche gli scoiattoli, sono divise in tanti piccoli accumuli, ma non ne dimenticano nemmeno una.
Ingegnosissima è la modalità di eliminazione delle pulci messe a punto dalle volpi. Le pulci non amano l’acqua e se possono cercano di sfuggirla. L’animale si immerge nell’acqua molto gradualmente in modo da dar modo alle pulci di spostarsi fuggendo (invece che di ancorarsi alla cute e ai peli aspettando di tornare a respirare quando la volpe uscirà dall’acqua); l’animale che ha tra i denti un bastoncino continua ad immergersi fino a quando restano asciutti solo la punta del muso e il bastoncino. Quando i parassiti si sono insediati sul bastone la volpe lo lascia andare alla deriva liberandosi di gran parte dei parassiti.
La volpe si può anche addomesticare
La volpe europea, o la volpe rossa, Vulpes vulpes, appartiene alla famiglia dei canidi ed allevata in cattività per più generazioni mostra forti somiglianze comportamentali con il cane.
Misura circa 130 cm, dal muso alla punta della coda, ha un tronco di 80 cm, alta al garrese poco meno di 50 cm, la coda è folta e voluminosa lunga 50 cm.
Il muso è acuminato, le orecchie sono grandi ed appuntite, la pupilla è ellittica, la dentatura è robusta con i canini superiori lunghi che scendono fino al margine inferiore della mandibola e conferiscono spesso all’animale un’aria feroce, a dispetto del fatto che è possibile anche addomesticarla.
Gli arti sono brevi ma veloci e consentono all’animale una corsa rapida e sicura, la possibilità di compiere lungi balzi, e di produrre scatti portentosi per raggiungere la preda. Le unghie solo parzialmente retrattili e le dita nel piede posteriore sono soltanto quattro.
Il mantello nella parte superiore è di colore bruno rossastro più o meno misto al nero, gli arti, la parte inferiore del collo e la punta della coda sono bianchi. Lo stato del mantello influenza moltissimo l’aspetto dell’animale: quello invernale, folto e voluminoso, conferisce all’animale un’aria florida a dispetto del peso effettivo ed è quello con cui di solito è ritratta nell’iconografia classica, quello estivo o in fase di muta spesso dà un’aria macilenta anche se la caccia è più ricca e variata e il cibo disponibile.
Vive in tane sotterranee
L’aerale di diffusione della volpe è vastissimo: comprende buona parte dell’Europa, dell’Asia, dell’America Settentrionale e, oggi, purtroppo, dell’Australia dove è stata introdotta dall’uomo e ha prodotto gravi danni ai marsupiali. Nel nostro Paese è presente in tutte le regioni, isole comprese.
Vive in tane scavate sottoterra dove, dopo una gestazione di 50-52 giorni, partorisce una volta l’anno da tre ad otto piccoli. Le tane sono spoglie, non foderate con alcun materiale. La madre le scava in terreni asciutti, preferibilmente sabbiosi, allargando a volte quella di un coniglio o di un tasso.
I cuccioli nascono ciechi e aprono gli occhi dopo circa due settimane, sono allattati per un mese. Dopo un mese dal parto la femmina non produce più latte e i piccoli iniziano ad alimentarsi con il cibo cacciato dal padre, dalla madre e da altre femmine solitarie che non si sono riprodotte, ma vivono nella zona. Il padre partecipa solo saltuariamente e per un breve periodo alla cura della cucciolata.
All’età di tre-quattro mesi i piccoli perdono la pelliccia fulva che avevano dalla nascita e verso il quinto mese diventano indipendenti disperdendosi sul territorio circostante. Non tutti però riescono a superare l’inverno e il tasso di sopravvivenza è dell’ordine del 50%. Sessualmente mature a dieci mesi le volpi possono partorire da aprile a maggio nell’anno successivo alla nascita.
La volpe, escluso il periodo riproduttivo, conduce una vita solitaria, e può vivere fino a dieci, dodici anni.