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Una delle tecniche più interessanti per avere una fioritura continua in un unico contenitore è la cosiddetta “lasagna” che consiste nella stratificazione di bulbi diversi a profondità differenti. In questo modo è possibile avere su una superficie ridotta (in questo caso un vaso di 30 x 30 cm) una gran quantità di fiori, provenienti dai diversi strati sottostanti sovrapposti. Ecco come procedere per preparare il vaso che fiorisce ininterrottamente da adesso a fine maggio.
La scelta del vaso
Il vaso scelto è quadrato, di 30 cm di lato, di vetro. Questo materiale oltre ad essere bello e moderno, consente di controllare lo sviluppo dei bulbi messi a ridosso del vetro e la bagnatura del terriccio, che per un contenitore di questa profondità senza fori di scolo non è facile dosare.
La preparazione del drenaggio
Sul fondo del vaso è necessario predisporre uno strato di materiale drenante: noi abbiamo mescolato argilla espansa e lapillo, stendendoli in uno spessore di tre centimetri circa. Sopra questo strato abbiamo steso un quadrato di tessuto non tessuto sagomato sul bordo del vaso che abbiamo ben livellato. Poi abbiamo iniziato a stendere il terriccio fino a raggiungere la profondità necessaria per mettere a dimora i primi bulbi. In questo modo l’acqua delle annaffiature percolata verso il fondo, non potrà essere riassorbita se non per evaporazione, così non infradicerà il terriccio creando quelle condizioni che favoriscono il marciume dei bulbi.
A 20 cm di profondità: la fritillaria
Come primo bulbo poniamo a dimora una fritillaria di taglia modesta, Fritillaria raddeana, dai colori tenui e i fiori delicati ed eleganti, posta al centro della nostra composizione. La fritillaria è una pianta dall’aspetto inconfondibile. Il fusto, cilindrico, robusto ed elastico, è unico e non ramificato. Resta nudo nella sua parte centrale. I fiori sono grandi, anche 5 cm, di forma campanulata, penduli di colore variabile secondo specie e varietà. Compaiono in aprile, si aprono quasi contemporaneamente conferendo alla pianta l’aspetto di un prezioso “lampadario”, e sono piuttosto duraturi. Il segreto è porre il bulbo in verticale nel terreno perché così, per la sua particolare struttura, andrà meno soggetto a problemi di marcescenza collegabili al ristagno.
A 15 cm di profondità: i giacinti
I giacinti si piantumano a una profondità di 15 cm (5 cm sopra la fritillaria), utilizzandone otto. Abbiamo scelto varietà bianche, da porre ai quattro angoli del vaso, e viola, a metà di ogni lato, praticamente a ridosso del vetro. I giacinti sono fra le bulbose più amate: hanno una fioritura spettacolare e offrono un profumo intenso e persistente capace di pervadere l’intera stanza dove sono ospitati. Il difetto che ai giacinti non si perdona, almeno nei nostri climi e con le pratiche colturali che di norma nel nostro paese sono applicate (in pratica nessuna), è quello di presentare solo di rado una fioritura compatta e abbondante come la prima. Col tempo, mentre la produzione di foglie resta inalterata, anche più grandi e meno consistenti, lo scapo fiorale si assottiglia e i fiori divengono radi, presenti solo verso la sommità. Una buona fertilizzazione, dopo la fioritura e bagnature regolari per prolungare il ciclo migliorano la seconda fioritura. Le foglie, portate all’inizio verticali e ben strette, dovrebbero formare come una sorta di torcia luminosa che esce dal vaso. Sono loro le radici bianche che si aprono a ventaglio contro il vetro.
A 10 cm di profondità: crochi, Iris e tulipani
Crocus vernus “flower record” è fra le varietà più apprezzate per il colore intenso degli stami. Ne poniamo tre per ogni angolo del vaso a formare un quarto di cerchio che circonda il punto di emergenza dei giacinti. Iris reticulata raggiungono un’altezza di poco inferiore a quella dei giacinti. Con gli iris disegneremo un arco di cerchio, così che circonderanno i giacinti facendo una sorta di ventaglio. Tra i tulipani, la varietà consigliata è “Holland Queen“, dal colore giallo intenso con un disegno rosso vermiglio; il forte contrasto è mitigato dalla forma classica e dalla compostezza della corolla. Ne usiamo solo quattro, in modo da formare un quadrato ruotato di 45° rispetto ai margini del vaso. Piantateli con l’apice rivolto verso l’alto.
A 5 cm di profondità: sternbergia lutea e Muscari latifolium
La sternbergia ha il fiore simile al croco ma è gialla; non è un bulbo primaverile ma bensì a fioritura autunnale. Posta in vaso adesso fiorirà immediatamente, tanto che il fiore spunterà dal terreno prima delle foglie e anticiperà tutti gli altri: ponete 5 bulbi in cerchio stretto attorno alla fritillaria. I Muscari latifolium hanno il grande pregio di presentare due tonalità di blu, una chiara e una più scura. Li porremo negli angoli in modo da formare dei triangoli con tre elementi di base ed uno di vertice.
Copertura finale
Per terminare copriamo con altra terra così da avere la giusta profondità di piantumazione.
Quando fioriranno?
Il vaso deve essere posto all’esterno, su un davanzale, dove seguirà l’andamento stagionale e vedrà comparire in superficie i bulbi nella loro successione di fioritura, anche se con un leggero anticipo rispetto a quelle in piena terra perché godrà del riverbero della parete. In particolare avremo:
- da gennaio i crochi, poi la Sternbergia
- da fine febbraio spunteranno i giacinti,
- a inizio marzo Iris reticulata
- a fine marzo i muscari
- da aprile Iris hollandica, tulipani e poi la fritillaria.
Questa scaletta dei tempi di fioritura è valida per le varietà proposte ma naturalmente può non essere rispettata. La fioritura, infatti, dipende da molti fattori; tra quelli più importanti lo stadio di sviluppo del germoglio al momento della piantumazione, l’esposizione del vaso e la temperatura ambientale del periodo.
Anche in casa
Se poi il vaso viene collocato all’interno, con le normali temperature di casa o anche solo in veranda, con temperature stabili intorno ai 10°C mostrerà una compressione dei tempi e le fioriture risulteranno più ravvicinate, se non in contemporanea. Sta a voi scegliere quale effetto desiderate ottenere.
Poca acqua
Bagnate versando l’acqua un poco alla volta così da controllare quando compare nel drenaggio. Il livello del liquido in eccesso non deve mai raggiungere il feltro. Rimuovete le corolle sfiorite tagliando il fiore alla base senza togliere le foglie che dovranno continuare a nutrire i bulbi per rinnovarli e ingrossarli.
In piena terra a giugno
Al termine delle fioriture fate scivolare tutto il contenuto del vaso su un piano di lavoro. Con calma separate i bulbi, singoli, o a gruppi se della stessa specie, cercando per quanto possibile di mantenere un piccolo pane di terra, e trapiantateli subito in giardino, alla stessa profondità, in terreno lavorato e smosso. Manteneteli freschi con bagnature regolari in modo che portino a termine il loro ciclo vegetativo ricostituendo dall’interno le successive tuniche e tutte le sostanze nutritive d’accumulo che li proteggeranno dall’azione del gelo e consentiranno una nuova salita a fiore la primavera ventura.