È il momento della pulizia del balcone e del terrazzo

È il momento di procedere alla pulizia del balcone e del terrazzo, allo svuotamento dei vasi, alla disinfezione degli attrezzi, agli spostamenti di fine stagione.

Alessandro Mesini
A cura di Alessandro Mesini
Pubblicato il 25/10/2019Aggiornato il 25/10/2019
È il momento della pulizia del balcone e del terrazzo

Non ci sono più scuse per rimandare ancora la pulizia del balcone. È un’operazione raccomandata per motivi sanitari, non dettata solo da ragioni estetiche o di utilizzo razionale dello spazio. Nei mesi estivi negli angoli del balcone, dentro alle fioriere, fra un contenitore e l’altro, nel cesto di raccolta degli scarti si è formata una popolazione batterica in costante crescita, tra cui prosperano anche patogeni e parassiti delle piante. E le condizioni di umidità elevata e temperatura tipiche dell’autunno, al di sopra dello zero, hanno contribuito a moltiplicarla esponenzialmente. Per questa ragione pulire non basta, è necessario sanificare il balcone.

Svuotare i vasi esauriti

La prima operazione della pulizia del balcone consiste nel fare spazio e svuotare i vasi esauriti. Con le cesoie o le forbici, tagliate alla base le piante secche o che non intendete conservare per il prossimo anno e riponete i fusti in un sacco di raccolta.

Poi estraete la zolla e separate il terriccio dagli apparati radicali, anche se in alcuni casi non è facile perché piante come i gerani ricadenti sviluppano un reticolo di radici molto intricato che ingloba il poco terriccio rimasto. Procedete per gradi con le mani, sempre protette da guanti.

La terra ricavata da quest’operazione non può essere considerata di grande qualità perché soggetta a un’intensa azione di prelievo delle piante: utilizzatela in giardino ponendola ai piedi delle siepi come materiale si trattasse di un materiale pacciamante o distribuitela a spaglio in un velo sottile sul prato.

Eliminate le eventuali larve di insetti che potrete trovare durante l’operazione di pulizia del balcone. In genere si tratta di grosse larve biancastre dal capo marrone e zampette visibili, ripiegati a “C”. Sono quelle dei maggiolini che restano per tre anni nel terreno e si cibano delle radici delle piante, specialmente delle orticole.

Pulire i contenitori

I vasi vuoti andranno puliti a secco per allontanare tutta la terra ancora adesa alle pareti. Se il terriccio è umido si possono lasciare asciugare un’ora così che la polvere si stacchi più facilmente mentre eseguiamo le operazioni seguenti.

Predisponete 4 secchi: due con acqua semplice, uno con acqua e candeggina e uno vuoto per raccogliere l’acqua di sgocciolatura.

pulizia-vasiMettete i vasi in ammollo in acqua e lasciateceli per un buon quarto d’ora. Puliteli con uno spazzolino dalle setole a media durezza per asportare le incrostazioni di terriccio e sali minerali.

Risciacquate i vasi nel secondo secchio con la sola acqua per togliere i detriti ancora presenti. Utilizzate un buon anticalcare da applicare a spruzzo per eliminare le incrostazioni dove si sono accumulate tanto da essere visibili e antiestetiche utilizzando dopo aver atteso i tempi d’azione una spugna solo moderatamente abrasiva. Sciacquate ancora una volta.

Poi per sanificare, inserite i vasi in una miscela di acqua e candeggina pura, quella più economica, applicandola con una spugna pulita curando di raggiungere ogni parte del vaso, anche i bordi ripiegati dove potrebbero annidarsi parassiti e batteri. La candeggina, ipoclorito di sodio, brucia la sostanza organica che incontra e facendo questo esaurisce il suo effetto. Preparate solo un po’ di soluzione per volta così da avere sempre un prodotto “aggressivo” ed efficace. Agite sempre protetti da guanti che consentano una buona sensibilità nella presa e nell’azione.

Una volta trattati lasciate asciugare i vasi nel secchio di scolatura e poi riponeteli impilati uno dentro l’altro. Perché non si rovinino segnandosi frapponete fra uno e l’altro un foglio di carta da giornale.

Per i sottovasi valgono le stesse indicazioni.

Per i vasi con riserva d’acqua svuotateli e smontate le griglie di separazione così da pulire anche la zona d’accumulo d’acqua.

Portare all’interno le piante da riparare

Non tutte le piante saranno da scartare; alcune potranno sopravvivere senza problemi se ricoverate all’interno su scale luminose e non troppo fredde. Un tempo questa era una prerogativa ad appannaggio esclusivo dei pelargoni (che venivano poi riposizionati all’aperto in primavera) ma oggi dipladenie, mandevillee e solanum possono essere trattati alla stessa maniera.

Per queste piante procediamo alla pulizia del secco, tagliando sempre nella parte morta per non aprire nuove ferite, resistendo alla tentazione di potarle per ridurne l’ingombro. Asportiamo il primo strato di terriccio che può contenere detriti e parassiti, sostituiamolo con materiale nuovo, bagniamo a fondo, e puliamo il vaso all’esterno come illustrato sopra.

Smontare l’impianto di irrigazione

Con la pulizia del balcone, è fondamentale mettere mano anche all’impianto di irrigazione in balcone è sempre più diffuso e non solo dove si è approntato un impianto fisso che serve fioriere e vasche inglobate nella struttura ma anche nelle piccole realtà composte solo da vasi dove per ragioni di disponibilità di tempo è difficile bagnare con regolarità e abbondanza come richiedono piante annuali da fiore.

I tubi di plastica, di qualunque diametro siano, andranno lavati in acqua corrente, trattati con una soluzione anticalcare se mostrano segni di incrostazione. Una volta puliti e risciacquati andranno posti a cavallo di una ringhiera così che scolino perfettamente e si asciughino. Riponeteli arrotolati in matasse larghe. Gli ugelli terminali deputati alla distribuzione dell’acqua nel vaso dovranno essere smontati e lasciati in ammollo in una soluzione anticalcare perché è qui che più facilmente si formano depositi in grado di ridurne funzionalità e capacità di distribuzione. Quando arriverà la primavera, prima di rimettere in funzione l’impianto occorre fare un check-up di tubature e ugelli. 

Manutenzione degli attrezzi

Gli attrezzi che si utilizzano in balcone sono davvero pochi: forbici o cesoie, paletta, forchetta a tre denti, annaffiatoio, scopa, diversi tipi di contenitore.

Chi abbandona il balcone e non avrà piante nel periodo invernale potrà pulirli e riporli altrove. Il trattamento è lo stesso riservato ai vasi: pulitura a secco, ammollo, pulizia con spazzola, sanificazione. Forbici e cesoie dovranno essere poi asciugate ed eventualmente lubrificate. È il momento di verificarne l’affilatura e procedere ad arrotarle per averle pronte e taglienti al prossimo utilizzo.

Gli attrezzi con il manico di legno andranno verificati carteggiando eventuali asperità e prevenendo la formazione di schegge. E’ anche il momento di trattarli o riverniciare il manico per aumentarne la durata nel tempo.

Chi li conserva in balcone trovi una cassetta per attrezzi chiusa e chi ne dispone già una badi a pulirla dai detriti e dalla terra che vi si sono accumulati. Trattatela con acqua e candeggina per sanificarla.

Generale pulizia del balcone

Il balcone vuoto non è solo un luogo, ma il contenitore dei contenitori. La pulizia del balcone prevede le stesse accortezze partendo dall’alto eliminando le ragnatele, il materiale presente nei tendoni, nelle coperture e negli angoli degli infissi.

Riposizionare le specie che restano

Le piante che restano in balcone, dopo averle trattate come quelle che devono essere ritirate, potranno essere riposizionate.

Addossarle alla parete di casa è sempre un’ottima scelta perché le piante sono maggiormente protette dalle correnti d’aria e possono godere del riverbero delle pareti e della cessione di calore all’esterno.

Oggi esiste la possibilità di approntare con facilità ricoveri esterni che consentono di dare un efficiente riparo a molte piante. È possibile acquistare serrette da balcone semplici a prezzi ragionevoli oppure, per chi possiede una buona manualità, di costruirle con materiali di plastica trasparente e legno.

Per chi non ha spazio all’interno

Il terrazzo oggi è diventato uno spazio da vivere dove piante e arredi convivono. Ritirare gli arredi non sempre è semplice perché all’interno può mancare lo spazio. Oggi sono disponibili teli impermeabili appositi già sagomati a parallelepipedo sotto i quali riparare tutto quanto disponiamo.

 

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