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Chiamato anche “climbing aster”, aster rampicante, originario degli Stati Uniti, Ampelaster carolinianus è un genere a sé, appartenente alla vasta famiglia delle Asteraceae o Compositae. Non è ancora molto diffuso nel nostro paese, ma è degno di nota per la sua bellezza. Si tratta di una specie erbacea e perenne, adatta alla coltivazione in vaso, caratterizzata da portamento rampicante. I suoi steli, infatti, crescono e si allungano oltre un metro, richiedendo un appoggio al quale sostenersi: una griglia, per esempio, o dei tutori rigidi inseriti nel vaso; alle volte si arrampica e cresce su altre piante o su cancellate. Ampelaster carolinianus regala una splendida fioritura tardiva, in ottobre/novembre, andando a creare una cascata di fiori colorati sul terrazzo autunnale, molto simili a quelli dei più conosciuti “settembrini”: hanno infatti la forma tipica delle margherite composte da numerosi petali di colore rosa-violaceo, a contornare un disco centrale giallo ambrato.
In un grosso vaso con graticcio
Questa pianta ha bisogno di poche cure e può essere acquistata ora e coltivata con successo sul terrazzo in una posizione soleggiata, anche parzialmente, e riparata dal vento. La scelta migliore è quella di coltivarla dentro un grosso vaso dotato di graticcio, sul quale si può arrampicare liberamente, al pari di una clematide.
Nella preparazione del contenitore è essenziale assicurarle un buon drenaggio: sul fondo del vaso porre uno strato di materiale drenante costituito da argilla espansa o ghiaino, così da permettere lo scolo dell’acqua eventualmente in eccesso attraverso i fori basali.
Il terriccio, di tipo universale a medio impasto, deve essere dotato di una buona fertilità: alla messa a dimora, è consigliabile miscelare un po’ di concime a lenta cessione, in granuli, che rilascerà gradualmente gli elementi nutritivi.
In periodo autunnale le bagnature devono essere moderate e regolate in base all’andamento climatico. Prima di bagnare, è sempre bene verificare le condizioni del terriccio e intervenire solo quando questo si è asciugato completamente.
A fioritura conclusa sarà utile asportare i fiori appassiti e una breve porzione di stelo, per mantenere la pianta più pulita e ordinata, in attesa di eseguire la potatura più decisa a fine inverno. Ampelaster carolinianus perderà allora anche le foglie, rimanendo nudo per tutto l’inverno e andrà in riposo vegetativo (quindi non avrà bisogno di essere bagnata per tutto l’inverno).
A fine inverno, prima del germogliamento, sarà necessario potare per ripulire la pianta dalle parti secche e rovinate e per rinforzarla in previsione della nuova stagione vegetativa. Con una forbice accorciare gli steli di almeno un terzo della loro lunghezza, per mantenere la forma compatta.
L’eccesso idrico è dannoso
Ristagni di umidità nel terreno sono molto dannosi per questa pianta, poiché provocano lo sviluppo di malattie fungine e marciumi a livello radicale e del colletto, cioè della parte più bassa del fusto, a contatto con il terreno. Lo sviluppo di malattie fungine, come la botrite (o “muffa grigia”) e l’oidio (detto anche “mal bianco”), frequenti su queste piante, è in grado di determinare condizioni di deperimento e deve essere prevenuto gestendo nella maniera corretta gli apporti idrici. Per evitare queste malattie è bene anche non lasciare residui vegetali (foglie cadute o fiori secchi) a contatto con la terra, ma asportarli man mano che si accumulano.
Il concime in estate
Durante la stagione estiva, in previsione della fioritura, è bene rinforzare l’astro rampicante somministrando un concime specifico per piante fiorite, in formato liquido, da diluire in acqua alle dosi consigliate in etichetta. La pianta verrà stimolata a differenziare gemme a fiore, che si apriranno in autunno inoltrato. Dall’autunno, invece, quando la fioritura sarà in corso e le foglie inizieranno ad assumere una tonalità bronzea, si dovranno interrompere le concimazioni.