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Con il termine “fumaggine” si definisce l’insieme di ammassi polverosi, scuri e nerastri che possono comparire su foglie, germogli e rametti (raramente sui frutti e quasi mai sui fiori) di molte piante, soprattutto specie sempreverdi da esterno. Il termine deriva dalla somiglianza di tali incrostazioni con la classica fuliggine presente nei camini; i responsabili sono alcuni funghi che si sviluppano solo in superficie, sulle parti aeree della pianta e che causano un notevole danno estetico, oltre che fisiologico. L’ideale sarebbe prevenire l’attacco della fumaggine, ma in caso sia ormai troppo tardi, è possibile contrastarla con prodotti mirati. L’importante è, riconoscerla e agire in modo tempestivo e mirato.
Che cos’è? Ammasso di funghi ben organizzati
La fumaggine è un problema molto diffuso che spesso, almeno inizialmente, viene sottovalutato. E si cerca di contrastarla quando è tardi e molti danni sono già stati fatti. I responsabili della fumaggine sono alcuni funghi (Generi: Capnodium, Cladosporium, Alternaria e Ulocladium), che producono abbondante e fitto micelio, rappresentato dal rivestimento grigio-bruno-nerastro ben visibile, di consistenza più o meno spessa. Può essere secco e indurito, oppure molle e untuoso; al tatto può risultare liscio, oppure granuloso. I funghi non penetrano in profondità, ma si sviluppano solo in superficie: il danno, pertanto, nelle fasi iniziali dell’attacco è generalmente di media gravità. Questi diversi microrganismi fungini si sviluppano assai velocemente, utilizzando come alimento le sostanze zuccherine (melata), emesse da alcuni insetti che in precedenza avevano attaccato la pianta come afidi, cocciniglie, psille, aleurodidi e metcalfa. La fumaggine, quindi, è una malattia fungina che si sviluppa secondariamente rispetto a un attacco da parte di insetti parassiti.
Le piante che rischiano di più
Non tutte le piante sono sensibili ai funghi della fumaggine. Quelle più “a rischio” sono:
✓ le sempreverdi da esterno (soprattutto pittosporo, evonimo, alloro, lauroceraso, rincospermo, agrifoglio, viburno, camelia, fotinia, corbezzolo, leccio ed edera)
✓ le piante d’appartamento a fogliame decorativo, come Ficus benjamina, Philodendron, Dieffenbachia, Scindapsus, Howea e altre palme da interni
✓ le piante grasse come Crassula, Agave, Euphorbia e Aloe
✓ i fruttiferi (soprattutto ulivo, melograno, melo e pero) e gli agrumi (arancio e limone).
Quali danni
La fumaggine imbratta diverse porzioni vegetali e comporta inizialmente solo un problema estetico che fa perdere valore e pregio alla pianta. Con il tempo, però, il problema diventa funzionale e la vita della pianta si trova in pericolo. All’inizio la fumaggine causa solo il deprezzamento della pianta, tanto maggiore quanto più estesa e spessa è la superficie colpita e quanto più risulta difficile eliminare la presenza del micelio. La patina della fumaggine, però, si accumula e si pone come barriera tra le superfici fogliari e l’atmosfera, rendendo sempre più difficoltosi gli scambi gassosi. Man mano che il tempo passa, si determina quindi la riduzione delle normali funzioni vitali nella pianta (traspirazione e fotosintesi clorofilliana), si assiste al rallentamento o al blocco della crescita, agli ingiallimenti delle lamine fogliari e ai disseccamenti delle stesse (in caso di attacchi gravi e prolungati). In alcune specie si nota un rammollimento vistoso delle porzioni colpite e la formazione di marciumi dei tessuti. Nei fruttiferi (per esempio gli agrumi), i frutti colpiti appaiono deturpati e quindi invendibili, anche se la fumaggine non penetra nella polpa del frutto.
La prevenzione funziona
Contro la fumaggine, buoni risultati si hanno mettendo in atto strategie volte a creare condizioni inospitali per gli insetti che causano melata e per i funghi. Ecco quali sono le indicazioni principali:
✓ evitare fittezze d’impianto, sia all’aperto, sia nelle fioriere da interni
✓ fornire adeguata luminosità alle specie che richiedono tale esposizione
✓ non eccedere con concimazioni azotate
✓ effettuare regolari potature per far circolare al meglio l’aria e la luce all’interno delle chiome
✓ irrigare con moderazione le piante bisognose di poca acqua
✓ evitare il contatto con piante già attaccate dalla fumaggine.
La cura in quattro step
Per contenere o eliminare i funghi della fumaggine una volta che questi si siano insediati sulle superfici verdi, bisogna procedere secondo il seguente schema.
1. Per prima cosa si deve procedere alla pulizia delle superfici ricoperte dalla fumaggine con prodotti a base di sapone molle di potassio o sapone di Marsiglia, in grado di disincrostare o ripulire le porzioni verdi più o meno annerite. È fondamentale agire tempestivamente, al primo apparire della patina nerastra. Poco dopo i trattamenti bisogna risciacquare con acqua. Nei casi più gravi (incrostazioni spesse ed estese) può risultare opportuno, prima dei lavori di pulitura, eliminare con il taglio le parti irreversibilmente compromesse. I frutti, particolarmente gli agrumi, si possono trattare con soluzione di acqua e bicarbonato di sodio o con spazzole dotate di setole di plastica morbida.
2. Dopo aver ripulito tutte le superfici verdi dalle patine nerastre, occorre intervenire nei confronti dei parassiti animali (soprattutto afidi e cocciniglie), se ancora presenti, che hanno prodotto la melata e quindi determinato le condizioni favorevoli agli attacchi da parte dei funghi della fumaggine. A seconda del parassita rinvenuto (da riconoscere correttamente, eventualmente anche rivolgendosi a un esperto), si possono impiegare insetticidi aficidi (chimici a base di Deltametrina o biologici a base di piretro, neem, polvere di tabacco e ortica), oppure olio bianco (contro le cocciniglie). L’efficace controllo di tali nemici ridurrà la probabile futura presenza della fumaggine.
3. Alcuni giorni dopo aver ripulito le parti verdi dalle incrostazioni e aver effettuato i trattamenti insetticidi, è opportuno distribuire prodotti antiparassitari contro i funghi della fumaggine. Per lo scopo si impiegano anticrittogamici a base di rame, o prodotti più specifici nel caso di grave danno, da distribuire sulle parti colpite a cadenza regolare, generalmente 2-3 interventi nell’arco di 30-40 giorni.
4. Infine, si suggerisce di effettuare moderate concimazioni con prodotti ricchi in fosforo e potassio: tali elementi hanno la funzione di irrobustire i tessuti verdi e quindi
aiutano a prevenire ulteriori attacchi da parte dei funghi della fumaggine.