Gerani, petunie e gelsomini in vaso: rigogliosi in tre mosse

Le temperature aiutano, ma non bastano. Tutte le piante in vaso sul terrazzo o sul balcone adesso hanno bisogno di qualche cura per ripresentare una vegetazione rigogliosa.

Redazione
A cura di “La Redazione”
Pubblicato il 10/09/2015Aggiornato il 10/09/2015
Petunie rosa

All’inizio di settembre quando molti balconi dovrebbero tornare a raggiungere un fulgore paragonabile a quello di giugno perché le temperature sono ancora elevate e la durata del giorno è abbastanza lunga, i vasi di gerani, petunie e gelsomino si immiseriscono e progressivamente si spengono producendo solo qualche fiore isolato che ancor più sottolinea lo stato di abbandono. Ora hanno bisogno di una sferzata di energia per riprendere a vegetare e fiorire con forza.

1. Pulizia

Occorre pulire! Non solo eliminare il secco e il giallume dalle piante ma togliere tutti i detriti vegetali che si sono accumulati sul terriccio e che possono, bagnati continuamente, facilitare le infezioni batteriche e fungine sempre in agguato.

2. Attenzione alle malattie

In questo scorcio dell’anno due malattie comuni per le piante in vaso si presentano con maggiore frequenza: il ragnetto rosso e la cocciniglia.
Il primo si elimina con le operazioni di pulizia e una corretta bagnatura.
La cocciniglia invece non è facile da debellare in quanto molto spesso l’esito della lotta non è positivo, specie nel lungo periodo, e l’infestazione tende a ripresentarsi dopo poco. Quindi è meglio prevenirne la comparsa: chi già ha avuto problemi in passato deve eseguire un trattamento curativo a scopo preventivo o ricorrere all’impiego di prodotti sistemici in blister a lento rilascio da porre nel terreno.

3. Idratazione completa

Spesso, per comodità, si è portati a versare l’acqua sempre nel medesimo punto del vaso e questo può creare una via lungo la quale percola rapidamente e allaga il sottovaso riempiendolo prima che la zolla sia bagnata. Muniamoci di una grande bacinella e bagniamo per immersione tutti i vasi tenendoli a forza sott’acqua fino a quando avranno cessato di rilasciare bolle. A questo punto, certi di aver raggiunto tutta la zolla, facciamoli scolare senza sottovaso per metà giornata.

Petunie, surfinie, calibrachoe

Tutte queste piante, strette parenti fra di loro, nella seconda parte dell’estate sono esposte ad attacchi massivi e rapidissimi di funghi che riconosciamo per la comparsa di un carattere inconfondibile: la vegetazione diventa appiccicosa, inizia a catturare polvere e sporco diventando scura, prima di deperire fino alla morte. Al primo segno di attacco impiegate un fungicida a largo spettro applicandolo sia sulla vegetazione sia sotto, alzando le foglie ricadenti, sia nel terreno libero. Come forma preventiva potete invece applicare un rameico. Le piante ancora in buono stato possono essere accorciate da un terzo a metà della loro lunghezza, tagliando subito sotto un paio di foglie per favorire l’emissione di nuovi tralci laterali e rinfoltirle. Non tagliate piante deboli e malate perché possono disseccare in pochi giorni.

Pelargoni (detti gerani)

I gerani hanno bisogno una regolare fertilizzazione, con un composto per piante fiorite, e di nuovo terriccio perché il livello nei vasi è sceso di diversi centimetri scoprendo il colletto e le prime radici di ancoraggio. Asportiamo lo strato superficiale, agendo con le mani per non rompere le radici, smuoviamo e aggiungiamo nuovo materiale. Bagniamo due tre volte per far sì che il terriccio smosso si abbassi e aggiungiamone altro. Accorciate i rami fuori forma e ridefinite i tagli di quelli spezzati dal vento senza però eseguire una potatura vera e propria che nei pelargoni è sempre primaverile.

Falso gelsomino

Trachelospermum jasminoides è caratterizzato dalla fioritura bianca profumata, da un portamento rampicante e da foglie verde brillante. La pianta cresce anche in vaso ma, se non si effettuano gli opportuni rinvasi, soffre perché è dotata di un apparato radicale vigoroso. A fine estate tagliate i rami spezzati e quelli deboli, bagnate a fondo ma sempre senza creare ristagni, lavorate il terreno così da arieggiarlo e rompere la crosta, cambiatene la parte più superficiale dilavata dalle annaffiature e somministrate un fertilizzante a lento rilascio che copra i prossimi due mesi ricco di fosforo e potassio.

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