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Spesso all’inizio di settembre, quando molti balconi dovrebbero tornare a raggiungere un fulgore paragonabile a quello di giugno perché le temperature sono elevate ma non eccessive e la durata del giorno è abbastanza lunga, le fioriture si immiseriscono e progressivamente si spengono producendo solo qualche fiore isolato che ancor più sottolinea lo stato di abbandono.
Le piante in vaso hanno bisogno di una sferzata di energia per riprendere a vegetare e fiorire con forza. In particolare le tre specie più diffuse sui balconi italiani: gerani, petunie e gelsomini.
Tre regole valide per tutti le piante in balcone
Pulizia delle piante a fine estate
Non si tratta solo di eliminare il secco e il giallume dalle piante ma di togliere tutti i detriti vegetali che si sono accumulati sul terriccio e che possono, bagnati continuamente, rappresentare un ingresso perfetto per le infezioni batteriche e fungine sempre in agguato.
Attenzione ai parassiti
In questo scorcio dell’anno due malattie piuttosto comuni per le piante in vaso si presentano con maggiore frequenza, il ragnetto rosso e la cocciniglia. Se per il primo le operazioni di pulizia e una corretta bagnatura eliminano il problema per la seconda è meglio prevenire che curare in quanto molto spesso l’esito della lotta non sempre è positivo, specie nel lungo periodo e l’infestazione tende a ripresentarsi a qualche mese di stanza. E un attacco di cocciniglia durante il ricovero invernale è praticamente impossibile da debellare. Per questo chi già ha avuto problemi in passato deve eseguire un trattamento curativo a scopo preventivo o ricorrere all’impiego di prodotti sistemici in blister a lento rilascio da porre nel terreno.
Come annaffiare nel modo corretto
Spesso si è portati a versare per comodità l’acqua sempre nel medesimo punto all’interno di un vaso e questo può creare una via preferenziale lungo la quale percola rapidamente e allaga il sottovaso riempiendolo prima che la zolla sia davvero bagnata. Muniamoci di una grande bacinella e bagniamo per immersione tutti i vasi tenendoli a forza sott’acqua fino a quando avranno cessato di rilasciare bolle. A questo punto, certi di aver raggiunto tutta la zolla, facciamo scolare senza sottovaso per metà giornata.
Nuovo terriccio per i gerani
I pelargoni hanno bisogno di una nuova spinta vegetativa e per far questo oltre ad una regolare fertilizzazione con un composto per piante fiorite provvediamo ad aggiungere nuovo terriccio perché il livello nei vasi è sceso di diversi centimetri scoprendo il colletto e le prime radici di ancoraggio.
Asportiamo lo strato superficiale, agendo con le mani per non rompere le radici, smuoviamo e aggiungiamo nuovo materiale. Bagniamo due tre volte per far sì che il terriccio smosso si abbassi e possiamo aggiungerne altro. Se non uniti bene i due strati di terriccio, quando bagnerete, la crosta che si è formata nei mesi in seguito al compattamento e al dilavamento, fermerà l’acqua spingendola verso l’alto e trascinandolo all’esterno il terriccio fresco, asciutto e leggero.
Accorciate i rami fuori forma e ridefinite i tagli di quelli spezzati dal vento senza però eseguire una potatura vera e propria che nei pelargoni è sempre primaverile.
Petunie, surfinie, calibrachoe: proteggerle dai funghi
Tutte queste piante, strette parenti fra di loro, nella seconda parte dell’estate sono esposte ad attacchi massivi e rapidissimi di funghi che riconosciamo per la comparsa di un carattere inconfondibile: la vegetazione diventa appiccicosa, inizia a catturare polvere e sporco diventando scura, prima di deperire fino alla morte.
Al primo segno di attacco impiegate un fungicida a largo spettro applicandolo sia sulla vegetazione sia sotto, alzando la vegetazione ricadente, trattate anche il terreno libero e il contenitore. Come forma preventiva potete invece applicare un rameico.
Le piante ancora in buono stato possono essere accorciate da un terzo a metà della loro lunghezza, tagliando subito sotto un paio di foglie per favorire l’emissione di nuovi tralci laterali e rinfoltirle. In piante deboli, malate e non seguite in modo costante questa pratica può portare nel giro di pochi giorni al disseccamento totale.
Gelsomino e falso gelsomino: tagliare i rami spezzati
Jasminum e il robusto Trachelospermum jasminoides (falso gelsomino) sono caratterizzati da fioritura bianca profumata, da portamento rampicante, se dotati di opportuni sostegni e invitati nella fase iniziale di sviluppo, e da foglie verde intenso in alcuni casi persistenti in altri caduche.
Queste piante crescono bene in vaso sul balcone ma sono dotate di un apparato radicale vivace e vigoroso e dopo alcuni anni hanno bisogno di un rinvaso. Se questo non è stato effettuato, adesso è il momento di tagliare i rami spezzati e quelli deboli, bagnare a fondo ma sempre senza creare ristagni, lavorare il terreno così da arieggiarlo e rompere la crosta.
Occorre eliminare la parte più superficiale del terriccio, dilavata dalle annaffiature, e sostituirla con terriccio fresco, oltre a somministrare un fertilizzante a lento rilascio che copra i prossimi due mesi ricco di fosforo e potassio per favorire la maturazione dei tessuti e l’accumulo di sostanze di riserva per migliorare la resistenza al freddo.