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Il Ginkgo biloba è un albero che raggiunge i 30 metri di altezza. È originario della Cina ed è stato introdotto in Europa nel XVIII secolo per adornare i parchi pubblici per i suoi molteplici pregi: eleganza dell’aspetto, portamento slanciato, grande resistenza al freddo e alle avversità patologiche e caratteristico fogliame a ventaglio che in autunno, prima di cadere, assume colorazione tipica (giallo-oro). È diffuso ancora oggi nei parchi cittadini, dove spesso si rinvengono esemplari di notevoli dimensioni, nei giardini privati e anche lungo i viali urbani di alcune grandi città del Nord.
Ammirato per il suo valore paesaggistico, il Ginkgo biloba è un albero molto apprezzato nel periodo autunnale, quando le foglie dalla tipica forma a ventaglio con nervature parallele si tingono di giallo-oro prima di cadere. Una volta a terra, durante il cosiddetto “foliage”, creano un piacevole tappeto giallo.
Le varietà nane del ginkgo
La bellezza della pianta, che supera i 20 metri di altezza, ha spinto i vivaisti a selezionarne varietà a sviluppo ridotto, così da poterle coltivare in vaso, sul terrazzo o sul balcone. Le varietà nane si distinguono per le dimensioni notevolmente ridotte e la crescita lenta. Quindi con la potatura, man mano che le piante crescono, sarà possibile indirizzarle per assumere la forma di piccoli alberelli o cespugli.
- La varietà ‘Mariken’ coltivata in vaso raggiunge le dimensioni di 200 cm e allarga la sua chioma fino a 150 cm.
- La varietà ‘Troll’ ha dimensioni ancora più ridotte: rimane entro il metro di altezza e di ingombro laterale, assumendo le sembianze di un cespuglio.
- ‘Anny’s dwarf’ e ‘Chris’ dwarf’, reperibili presso vivaisti specializzati, sono altre due varietà interessanti: la prima arriva al massimo a 2 metri in molti anni, mentre la seconda può misurare tra 0,5 e 1,5 m, con portamento più largo che alto.
Quando mettere a dimora il Ginkgo
L’autunno è il periodo migliore per mettere in vaso una pianta nuova, giovane, acquistata presso un vivaista o un centro giardinaggio ben fornito. Un vaso in terracotta è il contenitore più indicato per coltivare un Ginkgo biloba: rispetto a un vaso in plastica è più pesante e stabile (aspetto necessario per tenere in piedi un arbusto) e consente una migliore traspirazione e regolazione termica del terreno. Nelle prime fasi di sviluppo, la pianta dovrà essere coltivata entro un vaso delle dimensioni adeguate al suo sviluppo: di solito si opta per un vaso del diametro poco più piccolo rispetto al diametro della chioma della pianta. Una volta raggiunta la dimensione definitiva (massimo 1-1,5 m), si opterà per un contenitore di circa 60 cm di diametro, rinvasandovi la pianta. La crescita di queste piante è piuttosto lenta e si assesta nel giro di 8-10 anni.
Come si coltiva il Ginkgo
Il Ginkgo biloba, pur essendo una specie adattabile, predilige una posizione ben esposta al sole, meglio se riparata da vento e dalle correnti fredde. Si tratta di una pianta piuttosto rustica e resistente al freddo (sopporta punte di -20 °C), nonché all’inquinamento atmosferico. Inoltre, raramente viene colpita da malattie o da insetti dannosi.
Il terriccio, di tipo universale, deve essere sciolto e dotato di un buon potere drenante, per evitare la formazione di ristagni idrici: utilizzare una miscela di terriccio universale con una parte di sabbia grossolana (un quarto del volume) e mettere sul fondo del vaso uno strato (5-6 cm) di argilla espansa o ghiaia, per facilitare lo sgrondo di eventuale acqua in eccesso. L’utilizzo di piedini per tenere il vaso leggermente rialzato rispetto al pavimento è utile. Al momento della messa in contenitore, è opportuno miscelare al terriccio una manciata di concime organico, quale letame o stallatico pellettati.
Appena messo nel vaso e assicurato a un tutore rigido che permetta alla giovane pianta di crescere dritta, il Ginkgo biloba andrà innaffiato, così da aiutarlo nell’attecchimento: il consiglio è di bagnare nelle ore centrali della giornata, quelle meno fredde, senza esagerare e creare ristagni idrici. Poi, per tutto l’inverno la pianta non andrà più bagnata, fino alla primavera.
Perché i frutti del Ginkgo puzzano?
La pianta è dioica: gli esemplari maschili portano infiorescenze a spiga gialle, mentre quelli femminili trasformano i fiori, singoli e verdastri, in frutti sferici. Quando sono maturi, in autunno, i frutti cadono facilmente a terra riducendosi in poltiglia e la polpa carnosa emana un odore sgradevole. Tale fruttificazione rappresenta l’aspetto negativo della pianta.
Per evitare il problema dei frutti di odore sgradevole a terra è opportuno acquistare solo esemplari maschili, quindi privi di frutti, da vivai specializzati che certifichino l’appartenenza delle piante al genere maschile. Purtroppo però è impossibile distinguere gli alberi maschili da quelli femminili, sino a quando (dopo 15-20 anni) la pianta inizia la fase di fruttificazione. È quindi fondamentale la garanzia offerta dal venditore.