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Il marciume radicale è una tra le più comuni cause di insuccesso nella coltivazione delle piante in vaso. Si tratta di una patologia che in genere colpisce le radici ma può attaccare anche il colletto della pianta.
Il marciume radicale si manifesta attraverso l’avvizzimento progressivo di tutta la pianta: le cellule perdono il turgore, e i tessuti e la vegetazione assumono un aspetto afflosciato, anche se il terreno è bagnato. Il disseccamento è lento e con segnali contradditori perché mentre gli apici continuano a produrre nuove foglie, seppur lentamente, le foglie vecchie possono presentare alcune macchie scure.
La causa principale del marciume radicale è il ristagno idrico, determinato da vasi senza fori sul fondo, bagnature troppo abbondanti che si accumulano nei sottovasi, terriccio inadeguato, mancanza di drenaggio in piante sensibili a queste problematiche.
Prima di tutto, la prevenzione
Per evitare futuri problemi di marciume radicale, occorre mettere in atto alcune pratiche semplicissime nella cura delle nostre piante in vaso:
- controllare che i fori sul fondo dei vasi siano aperti
- disporre sul fondo del vaso uno strato di materiale drenante composto da elementi dal diametro grossolano, in grado di favorire un deflusso rapido dell’acqua in eccesso
- svuotare i sottovasi dall’acqua che ristagna dopo un quarto d’ora dalla bagnatura
- utilizzare sempre un terriccio che contenga una frazione drenante come sabbia o ghiaino, specie per le piante sensibili, aggiungendone da un quinto fino a un terzo per le succulente.
Le caratteristiche dei materiali drenanti più diffusi
I materiali drenanti, in genere, sono sostanze minerali che possono essere mescolati al terreno per evitare che questo si compatti e porti al soffocamento delle radici, il marciume radicale, oppure utilizzati per creare uno strato drenante sul fondo del vaso. In questo caso, indipendentemente da quale sia il materiale scelto, è sempre consigliabile posizionare al di sopra di esso un tessuto non tessuto per mantenere la terra del vaso separata dalla fascia drenante.
Per mantenere sane le piante nel tempo, è importante scegliere materiali drenanti sterili: questa caratteristica scongiura attacchi di muffe, funghi o insetti, ed è garanzia di una perfetta funzionalità senza cali di efficienza nel tempo.
Oltre a essere drenante, è importante che il materiale sia in grado di trattenere acqua, per costituire una riserva idrica nel caso di necessità della pianta.
Ghiaia o ghiaino
È il materiale drenante più conosciuto e può avere varie dimensioni. Quando la ghiaia è piccola, è detta anche ghiaino. Dal momento che ha peso elevato, può rendere difficoltosa la movimentazione dei vasi.
Argilla espansa
È più performante, leggera, pratica e diffusa in commercio in sacchi o buste. Si presenta sotto forma di palline di argilla di varie dimensioni. Deriva da materiali privi di calcare, solfato e metalli pesanti tra gli altri.
Lapillo vulcanico
La granulometria varia da pochi millimetri fino a 3 cm, un calibro che lo rende una buona alternativa all’argilla espansa, e il colore rossastro lo rende adatto come pacciamante. Pur essendo un materiale ricco di sali minerali, il suo impiego non va a modificare il terreno a causa dell’estrema lentezza con cui questi si sciolgono.
Pietra pomice
È anch’essa una pietra vulcanica, molto leggera, dalla struttura alveolare particolarmente drenante. Può essere usata con diametri medi in purezza.
Perlite
Simile alla pomice per qualità e caratteristiche, è composta da piccole sfere di colore chiaro, bianco-rosate; oltre ad essere estremamente leggera, la perlite ha anche un grande potere di termo isolamento e una buona capacità di ritenzione idrica. Esattamente come l’argilla espansa non contiene azoto, fosforo o potassio tra gli altri elementi, e non rischia di alterare il pH del substrato. Però quando è asciutta libera delle polveri tossiche per l’uomo, per cui si consiglia maneggiarla all’aperto proteggendosi bocca e naso con una mascherina.