Idee per un piccolo balcone: quattro progetti diversi

Uno stesso piccolo balcone è interpretato da quattro progettisti inglesi: uno aperto sull'esterno, uno per preservare la privacy, uno come un prato fiorito e l'ultimo pensato per gli spazi in ombra.

Redazione
A cura di “La Redazione”
Pubblicato il 04/03/2023Aggiornato il 26/08/2024
Idee per un piccolo balcone: quattro progetti diversi

Gli appassionati del verde sono in costante aumento in Italia e anche nel Regno Unito, dove la tradizione del giardinaggio ha radici antiche e tantissimi estimatori. È qui che ogni anno si tiene il Chelsea Flower Show, la più prestigiosa mostra di giardinaggio del mondo, e durante una delle passate edizioni sono stati i presentati i progetti che proponiamo, molto attuali e alla portata di tutti, perché pensati per uno spazio piccolo, da due a cinque metri quadrati. Le specie scelte inoltre

Giardinaggio per piccoli balconi

Spesso lo spazio a cui dedicare le proprie passioni green è di pochi metri quadrati, ma non per questo si deve pensare di ridurre il progetto alle solite poche specie, perché invece può diventare una sfida per avere un polmone verde anche in città ricco di suggestioni. Inoltre i balconi, oltre a spazi da vivere, possono essere anche un concreto supporto alla biodiversità, creando per gli insetti pronubi una sorta di corridoio ecologico che li attiri in città. Api, bombi, api solitarie, farfalle e una numerosa schiera di altre creature volanti potranno trasformare i balconi in una realtà assolutamente viva e interconnessa con il mondo circostante. Le specie e varietà scelte per i 4 balconi sono di sapore mediterraneo caratterizzate da una fioritura estiva che si protrae fino all’arrivo del freddo, o comunque tardiva, il che li rende ricchi di spunti realizzabili nella pratica alle nostre latitudini e temperature.

Primo progetto: un balcone affacciato sulla città 

Progetto di Alexandra Noble

Progetto di Alexandra Noble

“Balcony of blossom” di Alexandra Noble si pone subito come una realizzazione interessante perché sovverte un po’ le esigenze più comuni, ovvero creare una sorta di mondo a parte dove la privacy è garantita. Il progetto, al contrario, ha un approccio dialettico verso la città e il mondo circostante, in una propensione di condivisione del bello che non resta a esclusivo appannaggio di chi lo abita. Si ricrea lo spazio luminoso e aperto di un giardino abbandonato, dove predomina una nota quasi selvaggia.

Due grandi arbusti

A creare questo effetto sono i due grandi arbusti di Evonimo alato posti all’interno di grandi vasi ai lati del terrazzo e alla cui base cresce rigoglioso e debordante un cuscino vegetale fatto di Erigeron (fiorellini a margheritina bianca) e fragole. L’evonimo alato è un’ottima scelta perché offre bacche colorate, un intenso viraggio di colore autunnale e una bella architettura dei rami quando spogli. Durante l’estate la chioma folta è in grado di donare un po’ di inaspettato refrigerio.

Piante che rendono il balcone spontaneo (in apparenza)

L’effetto dell’abbandono è dato dalle graminacee, tra le quali spuntano le fioriture candide di Gaura e Centranthus. Il bianco è la cifra dominante del balcone: pareti, vasi, fioriere, tavolo, sedie. E i pochi colori presenti contrastano vividi. La barriera di graminacee crea una trama sottile che al tramonto si accenderà con colori caldi e creerà sulle pareti un interessante gioco di luce e ombra. L’insieme si traduce in uno spazio confortevole, luminoso e accogliente, solo apparentemente spontaneo, in realtà frutto di uno studio mirato e attento. Con un occhio alla sostenibilità, perché si tratta di piante che non hanno elevate richieste d’acqua e richiedono una manutenzione davvero limitata.

Progettio di Alexandra Noble

RHS/Sarah Cuttle

Questa soluzione è anche di facile riproduzione nella scelta delle piante, mentre più impegnativa si presenta, almeno dal punto di vista economico, la realizzazione del sistema integrato di contenitori, vasi, fioriere, tavolo e sedute.

Secondo progetto: proteggere la privacy sul balcone 

Progetto di Nicola Hale

Progetto di Nicola Hale

La realizzazione “Landform Balcony” di Nicola Hale è molto articolata e ricrea quell’atmosfera di balcone vissuto che non ha come bisogno primario quello di interagire con il mondo circostante. In un certo senso si potrebbe affermare che chi lo osserva da fuori vede “il retro del giardino”. È la dimostrazione di come un progetto studiato ad hoc possa trasformare anche uno spazio limitato in un vero e proprio living all’aperto dove fruire di una zona protetta dall’ombra e una al sole.

Tante sedute e vasi

Il balcone è caratterizzato dalla presenza di blocchi molto tecnici e da uno stretto rapporto tra gli oggetti presenti, fra cui un punto acqua libero, importantissimo in un contesto urbano per insetti e uccelli. Che questo terrazzo faccia dell’accoglienza un suo punto di forza è intuibile dalla presenza di molte sedute, dalla cura degli arredi (i cuscini coordinati con le stoviglie), oltre che dalla presenza di vasi per i fiori recisi e di quadri sulla parete. Dominano la scena due arbusti di taglia elevata posti in grandi vasi, un Cornus vicino alla ringhiera e, nell’angolo opposto, un Heptacodium miconioides, di origini orientali, poco diffuso ma dai grandi pregi. 

Un arbusto con piccoli fiori bianchi

Di facile coltivazione, resistente al freddo intenso, di crescita abbastanza veloce, Heptacodium miconioides fiorisce da agosto ad autunno inoltrato, con fiori bianchi profumati che anche quando cadono lasciano sui rami dei calici ornamentali. La corteccia decorativa, con il freddo, si spacca e si sfoglia. Ai piedi degli arbusti è proposto non uno spazio libero, ma una ricca vegetazione erbacea con salvie, achillea, Stachys e Verbena bonariensis di taglia ridotta.

Erbacee perenni nelle fioriere più grandi

Nelle grandi fioriere si accende un’ondata di colore portata da erbacee perenni dove a predominare sono i fiori di colore giallo o blu: Coreopsis, Agastache, Aster, rosmarino, salvia, Helianthemum, Achillea, Erigeron. Lo spazio è suddiviso grazie a strutture in metallo su cui crescono i rampicanti (è stato scelto Trachelospermum jasminoides, il falso gelsomino) che si integrano con la ringhiera: solo quando saranno ricoperte completamente l’effetto voluto sarà completo.

Progetto di Nicola Hale

RHS/Sarah Cuttle

Preferire le piante perenni alle annuali

Facile cogliere il suggerimento di incentrare la realizzazione del colore in balcone non con piante annuali da gettare a fine stagione, ma con piante perenni, più economiche nel tempo, più sostenibili e in grado di soddisfare gli insetti pronubi che visitano il balcone. Si tenga presente che è una realizzazione non a pronto effetto, ma che necessita di tempo per crescere e stabilizzarsi.

Terzo progetto: il balcone con il prato per pavimento 

Progetto di James Smith

Progetto di James Smith

“Sky Pocket Garden”, il balcone disegnato da James Smith, è pensato per circondarsi di verde, anche a terra. E infatti, l’elemento fortemente caratterizzante è la “pavimentazione vegetale”. Il pavimento si presenta come un lastricato di pietre quadrate, regolari, posate con fare spontaneo, senza uno schema immediatamente leggibile, distanziate tra loro così da far spazio a un vero e proprio rigoglio di piante di taglia contenuta.

Come ottenere un pavimento di pietra ed erba sul balcone

Per ottenere questo effetto nella pratica è necessario un lavoro complesso che prevede:

  • impermeabilizzazione di base
  • strato di terra
  • pavimentazione appoggiata sopra per un totale di almeno 20 centimetri di spessore.

Ne consegue un carico sulle strutture difficilmente realizzabile su un balcone già esistente se non dopo un’attenta verifica e con una spesa non trascurabile.

Fra le lastre spuntano campanule, lavande, echinacee, rosmarini, edera, anemoni giapponesi, Liriope, salvie, Sempervivum, Sedum, Coreopsis, Nepeta e timo, ricreando un effetto di prato naturale su cui dominano i due grandi corbezzoli. I contenitori dei corbezzoli e i vasi fissati in tre ordini alla parete (con basilico, peperoncini colorati, prezzemolo e timo) sono di una terracotta materica, anticata, che sottolineano il passare del tempo. La modernità emerge dalla scritta multicolor, dalla seduta in teak, dalle applique per l’illuminazione e dalle fioriere poste sulla ringhiera (con rosmarino, edera e viole) che si integrano con questa sfruttando al meglio lo spazio. Nel suo insieme è un balcone dall’intensa fioritura primaverile delle erbacee coltivate a terra, capace di rinnovarsi per mesi.

Progetto di James Smith

RHS/Sarah Cuttle

Il progetto è poco fruibile (non si può calpestare ovunque), con una manutenzione non onerosa ma continua. È pensato per una famiglia giovane che ama il contatto con la natura anche se vive in una casa di città e desidera ricreare intorno a sé una sorta di prato fiorito, una casa per le farfalle e per tutti gli insetti pronubi. È il balcone scelto dagli appassionati del verde che amano circondarsi di una molteplicità di fioriture diverse, le conoscono e sanno come vanno curate.

Quarto progetto per balcone con poco sole

Progetto di Michael Coley

Progetto di Michael Coley

“Sky Sanctuary” è il balcone proposto da Michael Coley. Di questo progetto non è tanto interessante il concept generale, molto semplice, ma l’attenzione che il progettista pone sulle piante da mezz’ombra. Si tratta di una situazione più comune di quanto si creda, soprattutto in città, determinata spesso dalla presenza di un palazzo che ombreggia i piani più bassi delle abitazioni di fronte, e spesso dissuade i più dal coltivare il proprio terrazzo.

In questa realizzazione esistono tre grandi fioriere rialzate, disegnate con lo stesso motivo della lastra sulla parete a fare da sfondo, e dove trovano posto un Osmanthus sempreverde (gradevolissimo per la fioritura profumata) e un ricco tappeto di erbacee composto da specie diverse di felci, edera, Brunnera, Astrantia, Bergenia e Geranium, che garantiranno per tutta la stagione un susseguirsi di colore, tra fiori e foglie, e una ricchezza di forme pur senza avere bisogno di un’esposizione totalmente soleggiata.

RHS/Sarah Cuttle

RHS/Sarah Cuttle

È un invito a provare a coltivare anche i balconi con luce diffusa e sole diretto assente, o presente solo per poche ore al giorno. Sempre ricordando che per ottenere un effetto così rigoglioso sono necessari almeno due anni, ponendo le piante a una distanza tale che possano crescere a pieno, mantenendo la loro forma, una vicina all’altra, ma senza soffocarsi vicendevolmente.

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