Contenuti trattati
Il genere Dianthus, garofano, comprende circa trecento specie e un numero difficilmente quantificabile, e in crescita costante, di ibridi e varietà. Sono talmente tante le nuove proposte che spesso si trova in vendita senza nome della cultivar: in questo caso si tratterà di un ibrido. Economico all’acquisto, longevo se ben tenuto, facile da riprodurre, capace di espandersi se posto in condizioni favorevoli, vi farà comprendere perché era uno degli elementi imprescindibili nei vecchi giardini di campagna e in vaso sul balcone, quando le cure erano poche e le piante dovevano essere belle e resistenti, quasi capaci di fare da sole.
Struttura uguale per tutti
La grande variabilità del genere Dianthus si esprime partendo da una struttura della pianta che resta comune a quasi tutte le specie e varietà.
Il garofano è una pianta erbacea con una base che nelle specie perenni, con il tempo, tende ad accestire e può lignificare. I fusti, non importa l’altezza, sono nodosi e questa caratteristica salta subito all’occhio nelle varietà da taglio con grandi e pesanti corolle sorrette da un asse robusto. I fusti portano nella maggior parte dei casi un fiore soltanto che può avere corolle semplici, semidoppie, doppie o stradoppie con petali di dimensioni, forma e colori diversi. Il calice è sempre ben evidente. Le foglie portate lungo il fusto sono di forma allungata, terminanti a punta, e portate opposte fra loro.
Esigenze comuni
I diantus richiedono posizioni soleggiate perché all’ombra diventano sparuti, tendono ad allargarsi, quasi “a camminare” alla ricerca della luce e del caldo. Non hanno bisogno di terreni fertili perché si contentano di suoli anche di terreni magri e sabbiosi, purché non pesanti. Non amano forti concimazioni azotate che ne promuovono uno sviluppo disordinato. Impiegare un fertilizzante per piante da fiore a metà del dosaggio consigliato.
Piante capaci di resistere al secco per un periodo abbastanza lungo entrando in una fase di quiescenza, si giovano di bagnature frequenti e moderate. Gli ibridi moderni caratterizzati da un’elevatissima rifiorenza sono più sensibili al secco. Temono il ristagno e i terreni pesanti che lo facilitano.
L’unica manutenzione richiesta in fase di coltivazione estiva è la rimozione dei fiori seccati recidendoli alla base così da stimolare una nuova salita a fiore.
La cimatura è consigliata
Questa operazione è una pratica poco eseguita ma consigliata dagli specialisti. Consiste nell’eliminare in primavera l’apice dell’asse centrale della pianta, dando modo a tutti i fusti secondari di svilupparsi e creare una vegetazione folta e compatta. È importante tagliarlo (e non strappare), usando un paio di forbici o una lama affilata, senza mai esercitare trazione per non danneggiare il delicato capillizio radicale.
Moltiplicarli non è facile
La riproduzione dei garofani per talea è il metodo che dà i migliori risultati, anche se non è di facile riuscita. La stagione favorevole a molte varietà è l’autunno, ma si può provare anche in estate avendo l’accortezza di accorciare le foglie di un terzo per ridurre l’evapotraspirazione.
Il segreto è prelevare la talea nel punto di cambio fra tessuto erbaceo e tessuto legnoso, in questo modo le probabilità di attecchimento migliorano.
Impiegare un terriccio alleggerito, per esempio con perlite, e preferire vasi con i piedini di rialzo che consentano uno sgrondo facilitato e una migliore circolazione dell’aria.
I più belli
Quelli botanici
Fra tanti splendidi ibridi e varietà ottenute per selezione, anche i Dianthus botanici hanno i loro estimatori perché già in natura se ne possono trovare di splendidi.
Per saperne di più