Contenuti trattati
Un balcone ben annaffiato fiorisce di più, a lungo e costa meno perché le piante sono longeve e devono essere sostituite con minor frequenza. Per chi ama le piante ma sa di avere impegni pressanti che non consentono di bagnare il balcone quotidianamente, il suggerimento è di installare un impianto di irrigazione. Oggi il settore ha prodotto soluzioni molto duttili, economiche e facili da montare anche da soli. Fino a pochi anni fa era necessario possedere un punto acqua cui collegare l’impianto, oggi si può fare a meno anche di quello: basta utilizzare serbatoi da circa cento litri, più che sufficienti a bagnare le vostre piante durante l’assenza per vacanze o per lunghi fine settimana.
La centralina cuore dell’impianto
La centralina che si applica fra il tubo principale e la presa d’acqua, è il cuore dell’impianto perché, nota la portata, regola il quantitativo idrico erogato da ogni ugello e la frequenza in cui sarà ripartito. Un impianto di irrigazione per balconi ha senso solo se agisce in modo autonomo senza bisogno di essere avviato e dosato ogni volta manualmente. Le centraline oggi in commercio, reperibili nei garden come nei reparti di giardinaggio stagionali della grande distribuzione, sono di programmazione molto semplice, quasi intuitive. Propongono un programma giornaliero da impostare così che tutti i giorni alla stessa ora o agli stessi orari, se più di uno, consentirà l’erogazione d’acqua per l’intervallo di tempo fissato. Le centraline meno elementari prevedono la possibilità di memorizzare un programma settimanale con variazioni per ogni giorno sia per gli orari sia per i tempi, e dunque per le quantità erogate. Le centraline più semplici, ed economiche, sono alimentate a batterie che possono esaurirsi in modo improvviso lasciando le piante per giorni senza acqua. Al primo segno di appassimento verificate l’effettiva operatività delle centraline e prendete l’abitudine, tutte le volte che passate vicino ai vasi, di saggiare con le dita il terreno alla profondità di qualche centimetro per valutare se il quantitativo erogato è sufficiente.
Tubi grandi e piccoli
L’acqua viene distribuita nei vasi da una serie di tubicini che si diramano dal tubo principale grazie a raccordi appositi: tutto il sistema costituisce l’impianto di irrigazione. Esistono in commercio dei kit di montaggio abbastanza semplici e piuttosto adattabili che consentono di acquistare tutti i pezzi insieme, con le istruzioni per montarlo.
Prima di procedere ad aprire l’acqua, verificate sempre che la pressione della rete idrica e quella dell’impianto siano compatibili: se quella in entrata è eccessiva dovrà essere diminuita con l’introduzione a monte della centralina di un riduttore di pressione o di un rubinetto regolatore. Il materiale impiegato per i tubi è il polietilene a bassa densità, caratterizzato da una certa plasticità e deformabilità per meglio adattarsi ai percorsi che dovrà seguire, anche agli angoli. Evitate comunque di piegarlo tanto da strozzarlo creando un punto critico che potrebbe, per il crearsi di una sovrappressione, alterare la funzionalità generale. I tubi possono essere uniti fra loro con raccordi di tipo a innesto, una volta montati, molto semplici da unire o separare. I raccordi prevedono la possibilità di unire due tubi tramite un innesto a “Y” o anche tre, l’inserimento di una o due derivazioni a 90°. L’innesto o il distacco deve sempre essere eseguito quando l’impianto non è in funzione e si è interrotto il flusso dell’acqua. Sui tubi veri e propri si innesteranno tubazioni più sottili, dello stesso materiale, così flessibili così da essere indirizzate e fissate con facilità, deputate del trasporto dell’acqua agli erogatori.
Erogare al colletto della pianta: tante possibilità
Gli erogatori, che hanno il compito di distribuire l’acqua all’interno dei vasi, sono i veri pezzi speciali dell’impianto e oggi hanno raggiunto una specializzazione piuttosto spinta, basta osservare come forme e dimensioni sono assai diverse fra loro.
Il serbatoio per chi non ha il rubinetto fuori
Non tutti hanno a disposizione una presa per l’acqua sul balcone. Per evitare tubi “volanti” basta montare un serbatoio a cui collegare l’impianto d’irrigazione automatico. Il serbatoio va riempito con una canna e garantirà un’autonomia e una distribuzione frazionata per più giorni. Le dimensioni devono essere tali, valutando il consumo presunto giornaliero, da coprire un periodo previsto di assenza (tre o sette giorni). Deve essere in materiale plastico, leggero e facile da pulire. Ad azionarlo sarà una piccola pompa elettrica che funziona a basso voltaggio in grado di generare una pressione sufficiente a erogare acqua a tutti i vasi perché i dislivelli da superare e la portata da raggiungere sono piuttosto modesti. La pompa è provvista di timer che avrà le stesse funzioni della centralina e di un sistema di spegnimento automatico che si aziona quando l’acqua scende sotto un livello minimo considerato di guardia così da non funzionare a vuoto e bruciarsi.
Come aggiungere il fertilizzante?
È sempre meglio evitare di aggiungere il fertilizzante nell’acqua dei serbatoi per due ragioni: evitare di incrostare i tubi di distribuzione e, quindi, rovinare il sistema e anche per evitare di disperdere o fare errori nella misurazione del fertilizzante. Quindi all’occorrenza è sempre meglio ricorrere al classico annaffiatoio e misurare correttamente le quantità di fertilizzante da distribuire.