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Anche durante i mesi invernali è possibile vivacizzare il balcone o il terrazzo realizzando vasi o fioriere o cassette con piante decorative e resistenti alle basse temperature. Sono perfette quindi Erica e Skimmia japonica, piante acidofile (crescono con terriccio a pH acido) che non soffrono i danni da gelo, comune nelle regioni del Nord Italia. Sono piante rustiche, che tollerano l’ombra, l’inquinamento atmosferico e vogliono pochissime cure. In più possono sopravvivere da un anno all’altro con un’accortezza: vanno rinvasate in primavera in contenitori di plastica singoli (per garantire l’umidità) utilizzando terriccio per acidofile.
Erica
Le piante commercializzate nei garden per la creazione di vasi fioriti destinati alla decorazione dei terrazzi e dei giardini autunnali, sono per lo più ibridi che appartengono a diverse specie (Erica carnea, Erica gracilis, Erica erigena, Erica canaliculata, Erica verticillata, Erica hyemalis, Erica x darleyensis). Tutti gli ibridi presentano colori vivaci, crescita veloce e abbondanza di fiori per tutto l’inverno. Erica è una pianta acidofila (cresce su terreni con pH acido) e raramente supera i 30 cm di altezza e i 60 di diametro; è formata da fiori colorati rosa-rosso-bianco, riuniti in racemi terminali e ha fusti coperti da minuscole foglie aghiformi. Assume una forma prostrata con fusti coperti di minuscole foglie aghiformi. Dopo la fioritura, tagliare i rami a metà della loro lunghezza e posizionare i vasi in ombra, in un luogo fresco e luminoso.
Skimmia japonica
Appartenente alla famiglia delle Rutaceae, Skimmia japonica è originaria dell’America meridionale. È una pianta acidofila che raggiunge l’altezza di 100, massimo 150 cm. È un arbusto sempreverde che cresce lentamente ed è dioico, ovvero con esemplari maschili e femminili che si differenziano soprattutto per fiori e bacche. Ha foglie ornamentali ovali/lanceolate, cuoiose, di colore verde scuro. Le piante da fine agosto producono germogli rosa che diventeranno fiori in marzo-aprile e, a volte anche contemporaneamente, bacche globose di colore rosso vivo. I fiori profumati, di colore bianco crema, riuniti in pannocchie lunghe 5-8 cm.
La disposizione nella fioriera
Procurarsi una cassetta da balcone in plastica o coccio lunga 50 cm e profonda 17 cm. Chiudere i fori di drenaggio con alcuni cocci, poi spargere uno strato di pochi centimetri di argilla espansa e riempire parzialmente la cassetta con un substrato costituito da tre parti di terriccio universale e due di torba oppure solo terriccio per piante acidofile già pronto all’uso.
Posizionare due piante di Skimmia japonica e due piante di erica alternate. Le skimmia devono essere collocate come sfondo nella composizione, le Erica in quella cassetta perché restano più basse anche se con lunghi rami.
Durante l’autunno e l’inverno la cassetta può essere posizionata sia al sole che all’ombra. Annaffiare una volta ogni quindici giorni ma se la temperatura si abbassa sotto lo zero sospendere l’operazione. Durante il periodo invernale non effettuare concimazioni.
Approfondimento – Le piante acidofile
Le piante proposte per la composizione sono classificate come piante acidofile che per svilupparsi e vivere al meglio devono essere coltivate in terreni a pH acido, generalmente la corretta acidità è compresa tra 6,5 e 3,7. Altre piante acidofile coltivate frequentemente sono: tutte le Bromeliacee (aechmea, vriesea, nidularium, billbergia), azalea, rododendro, calla, clivia, gardenia, kalmia, camelia, felce e molte altre.
Come misurare il pH
Per misurare il pH del terreno è possibile utilizzare le cartine tornasole che si possono acquistare in farmacia. Procedere così: prendere un po’ di terriccio, mescolarlo in acqua distillata e immergere un’estremità della cartina tornasole; se il colore vira verso il blu carico, il pH è acido; se vira dal viola chiaro al rosa è basico e quindi non adatto alle piante acidofile. Questa misurazione comunque non fornisce letture precise ma solo indicative.
Annaffiature corrette
Il punto debole delle piante acidofile è l’annaffiatura, l’acqua da utilizzare infatti dovrebbe essere priva di calcare, il motivo è perché il calcio contenuto nell’acqua proveniente dall’acquedotto neutralizza il pH del terreno rendendolo non adatto alle esigenze delle piante. Quindi per non rischiare di deacidificare il terreno con un apporto idrico non idoneo, le piante acidofile devono essere annaffiate con acqua piovana, oppure con acqua potabile previa bollitura e decantazione (di almeno 12 ore) o con acqua distillata.
Utilizzando acqua di acquedotto (acqua che può contenere calcare) è possibile che le piante siano soggette a “clorosi ferrica” che si evidenzia come un anomalo ingiallimento delle foglie. Questa patologia è causata dal mancato assorbimento da parte delle radici del ferro che non riesce ad essere utilizzabile dalle piante perché è reso indisponibile a causa presenza di calcare.
Una riserva d’acqua
Per creare una riserva è consigliabile raccogliere l’acqua piovana in occasione delle piogge, convogliandola in taniche di plastica oppure in mastelli. L’acqua così raccolta può essere utilizzata per le annaffiature, essendo priva di calcare è particolarmente indicata sia per le nebulizzazioni sia per annaffiare di tutte le piante acidofile.