Moltiplicare gli Aster: due tecniche

Ci hanno regalato splendide fioriture di fine estate, ma adesso i fiori degli Aster stanno appassendo e seccando. È il momento di utilizzare una delle due tecniche proposte per propagare le piante più belle. E ottenere nuovi esemplari per la prossima primavera.

Anna Zorloni
A cura di Anna Zorloni
Pubblicato il 30/09/2022Aggiornato il 28/06/2024
Moltiplicare gli Aster: due tecniche

Tra le più apprezzate specie ornamentali, utilizzate per abbellire i terrazzi, vi sono gli astri, o aster, ampio genere compreso nella famiglia delle Asteraceae (o Compositae). Il genere ospita centinaia di specie (le più note sono settembrini e novi belgii), caratterizzate dalla bellezza dei loro capolini simili a margherite, di colori e dimensioni diverse. In questo periodo, l’aster è in piena fioritura o la sta terminando. Presto, comunque, tutte le corolle saranno secche e la pianta, oltre a essere ripulita, può essere moltiplicata per talea semilegnosa, oppure per divisione del cespo. Entrambi questi metodi di propagazione permettono di ottenere piante identiche a quella di partenza, con stesse caratteristiche di foglie e fiori.

Riutilizzo delle cime

Terminata la fioritura, la pianta appare sempre un po’ disordinata, sia per la presenza dei capolini secchi, sia per la crescita e lo sviluppo che ha portato la pianta a perdere la sua forma ordinata. È necessario restituire un po’ di ordine alla pianta, ripulirla dalle parti secche e raccorciare tutti i suoi rametti cercando allo stesso tempo di sfoltirne la chioma troppo folta e asfittica e di ridonarle una forma ordinata. Approfittando del materiale vegetale che viene asportato dalle piante con i tagli eseguiti si può procedere a effettuare la moltiplicazione tramite talee semilegnose.

La talea semilegnosa

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Prelevare una porzione apicale di ramo lunga circa 10 cm e dotata di almeno 3 nodi. Le foglie in corrispondenza del nodo basale vanno asportate; lasciare invece quelle superiori, compreso il germoglio apicale. Per favorire l’attecchimento della talea, trattare la porzione basale con un prodotto radicante a base di ormoni rizogeni (in formato liquido o in polvere). La talea così preparata viene quindi messa in terra, immergendola per circa 3-4 cm. Il terriccio deve essere morbido, ottenuto miscelando terra da giardino con sabbia in uguale quantitativo e mantenuto leggermente umido. Le talee, messe a radicare solitamente in gruppi di 3-5 per vaso, vanno mantenute in posizione protetta e parzialmente luminosa fino alla primavera successiva. Con la ripresa vegetativa e il loro germogliamento potranno essere trasferite singolarmente in vasi di circa 8 cm di diametro, dove proseguiranno il loro sviluppo.

La divisione del cespo

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Con questo metodo è possibile moltiplicare facilmente, con un’elevata percentuale di riuscita, le piante in vaso (o anche in piena terra), adulte e ben sviluppate, che abbiano almeno 3-4 anni di età. La pianta deve essere estratta dal vaso e si ripulisce il pane radicale dalla terra che lo avvolge quindi, con l’aiuto di una pala, si divide il cespo (e l’apparato radicale) in due porzioni praticamente uguali, oppure di dimensioni diverse; l’importante è che entrambe siano provviste di radici. Le due porzioni ottenute, ovvero i due cespi separati, vanno rinvasate ognuna nel proprio vaso con terriccio universale, premendo bene e compattandolo attorno alla pianta. Subito dopo il rinvaso, le nuove piante devono essere innaffiate abbondantemente, così da far aderire bene la terra all’apparato radicale.

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