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A marzo è necessario dedicare un po’ di tempo alla cura degli agrumi in vaso perché è il momento di spostare all’aperto le piante che hanno passato l’inverno in veranda o in serra fredda. Lo spostamento si può fare ovunque nel nostro Paese, non appena le temperature si mantengono anche durante la notte sugli 8°C e avendo l’accortezza di sistemare le piante a ridosso del muro (quello più caldo) o in ogni caso in posizione riparata.
La potatura
Le piante si potano una volta l’anno, prima della fioritura e prima che le temperature si alzino troppo: questo quindi è il periodo ideale per eseguire la potatura di molte specie di agrumi. L’operazione non deve prevedere tagli drastici, ma tagli “di ritorno” che favoriscano una buona aerazione della pianta e tolgano le parti secche e rovinate. In questo momento inoltre bisogna eliminare i succhioni. Utilizzare forbici ben affilate per evitare dannosi sfilacciamenti dei tessuti.
Il cambio del vaso
Se non eseguito da due, tre anni, è necessario cambiare il vaso. Gli agrumi coltivati in contenitore, infatti, hanno necessità di terriccio fresco e adatto alle proprie esigenze per avere nuovi elementi nutritivi e le radici hanno bisogno di accrescersi in uno spazio più ampio. Solo in questo modo sarà possibile ottenere una crescita rigogliosa della pianta e un’ottima e abbondante fioritura. La dimensione del vaso deve essere proporzionale a quello della pianta: in genere non bisogna scegliere vasi dal diametro superiore a 5 cm rispetto a quello vecchio. Se il contenitore è già molto ampio e non si desidera aumentarlo, è opportuno cambiare almeno i primi 8-10 cm di terriccio: si elimina quello vecchio operando delicatamente per non rovinare il capillizio radicale. Poi si aggiunge terriccio fresco fino a colmare il vaso, si schiaccia con le mani, si rabbocca e si bagna a fondo.
Bagnare e concimare
È indispensabile riprendere le annaffiature che durante il periodo invernale erano state diradate anche se è sempre da evitare il ristagno idrico, che potrebbe far marcire l’apparato radicale. Allo stesso tempo per dare il giusto sostentamento alla pianta nel suo momento di ripresa vegetativa è bene concimarla attraverso la somministrazione di concime organico (stallatico ben maturo oppure compost maturo) o concimi minerali complessi a lenta cessione.
Quattro piante meno conosciute: mapo, pompìa, lipo e tangerino
Al genere Citrus, famiglia della Rutacee, appartengono i classici agrumi che troviamo sulla tavola in inverno (aranci, pompelmi, mandarini…) e frutti meno noti: lipo, mapo, pompìa e tangerino.
Il mapo è derivato dall’incrocio tra mandarino e pompelmo. Ha una buccia molto sottile che resta in buona parte verde anche a piena maturazione. La polpa giallo-arancio uniforme ha un sapore acidulo. Tra questi è il più noto perché si trova in commercio anche prima delle arance.
La pompìa è un agrume endemico della Sardegna, grande come un pompelmo di colore giallo intenso e con la buccia granulosa. La polpa e la scorza non si mangiano perché molto amare mentre la parte bianca sotto la buccia si usa per preparare un liquore dolce tradizionale.
Il lipo è un incrocio tra limone e pompelmo. È una pianta vigorosa molto rifiorente e i fiori sono grossi e molto profumati. I frutti appaiono come limoni grandi, di sapore acido, che non sono utilizzati per scopi alimentari ma solo decorativi.
Il tangerino è un ibrido del mandarino con l’arancio e attualmente alcuni lo classificano come un mandarino. Il frutto di forma rotonda e leggermente più piccolo delle arance ha la buccia rossa aranciata, polpa molto succosa e numerosi semi. È un’ottima fonte di vitamina C.