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Il successo delle graminacee, in piena terra come in vaso, è di certo uno dei fenomeni di maggior spicco nel settore del giardinaggio dell’ultimo decennio. Si è passati dall’utilizzo nei progetti dei paesaggisti di riferimento alla conquista degli appassionati che ormai sanno utilizzarle ovunque nel migliore dei modi. Ma quali sono le ragioni di questo successo? Proviamo ad elencarle:
- sono economiche all’acquisto e longeve,
- sono facili da coltivare in giardino come in terrazzo,
- sono piante rustiche, resistenti a gelo, siccità, e abbandono prolungato,
- richiedono una manutenzione ridottissima,
- hanno un bel viraggio di colore autunnale e anche in inverno sono belle con il gelo o la neve,
- sono piante leggere, eleganti e mobili al minimo soffio di vento,
- possono formare una cortina verde o colorata su cui far risaltare le fioriture di stagione,
- possono accompagnare arbusti da fiori e alberi in giardino.
Poche le cure necessarie
Proposte come piante quasi autonome, le graminacee hanno in realtà bisogno di alcune semplici cure. La più importante, che spesso non è indicata al momento della vendita, è la necessità di acqua con irrigazioni regolari durante il primo anno dal trapianto, per far sì che l’apparato radicale si sviluppi al meglio espandendosi ed esplorando il terreno. Le graminacee hanno un apparato radicale fascicolato, ossia formato da un gran numero di radici sottili secondarie originatesi da meristemi secondari che esplorano il terreno e avvolgono la zolla. Lo si può notare estirpando in giardino una malerba della famiglia delle graminacee: si estrae un grappolo di terra avviluppato dalle radici. L’apparato radicale può avere un grande sviluppo tanto che i vasi piccoli sono spesso leggeri perché le radici, più leggere della terra, hanno occupato gran parte dello spazio disponibile.
Dopo un anno dal trapianto le piante sono ben affrancate e l’apparato radicale è in grado di far da sé accontentandosi delle piogge, se regolarmente distribuite, o di irrigazioni di soccorso.
A quelle in piena terra tre volte l’anno occorre distribuire un fertilizzante ternario bilanciato distribuendo il prodotto dentro e attorno al cespo; per quelle in vaso è necessario un fertilizzante liquidi per piante verdi ogni tre settimane.
Una volta l’anno tagliare le graminacee a un’altezza di circa 10-15 centimetri preferendo intervenire a fine inverno e non all’inizio del periodo freddo. Il giardino non sarà così vuoto e in parte il cespo proteggerà dal freddo i nuovi germogli. Durante questa operazione è bene indossare i guanti perché il margine delle foglie è spesso tagliente.
Attenzione al terreno, perché le graminacee temono il ristagno: mescolare sempre un terriccio da orto, fertile e organico, con sabbia o pomice e torba. E mettere sul fondo un buon drenaggio di ciottoli o argilla espansa.
La struttura sempre identica
La Famiglia delle Graminacee è molto ricca e conta, nei diversi generi, quasi novemila specie. Le piante possono essere molto diverse fra loro ma la maggior parte può essere ricondotta a una struttura generale. Il fusto, detto culmo, a sezione cilindrica, ovale od ellittica, è strutturato in diversi elementi sequenziali cavi separati da nodi ingrossati. In corrispondenza di questi si sviluppano foglie solitarie, che alla base inguainano il culmo e sviluppano una lamina classicamente lunga e stretta. Le foglie e i culmi, per la forma e il colore, sono il punto di forza delle graminacee, più delle fioriture. I fiori, piccoli e poco vistosi, sono riuniti in spighe, racemi o pannocchie.
In vaso, sono ancora più facili
Tutti i pregi elencati in apertura restano validi per chi intende coltivare le graminacee in terrazzo, ma altri se ne aggiungono.
Si tratta di piante resistenti al vento, all’esposizione al sole più intenso, riescono a creare un effetto morbido e naturale (che è uno degli obbiettivi ricercati) e sono perfette per porre in risalto le caratteristiche di spazi moderni e minimali.
Devono essere rinvasate solo ogni 3-4 anni, e in quest’occasione si potranno anche dividere utilizzando una vanga o un coltello affilato, ottenendo tre/quattro porzioni da ripiantare immediatamente, ed eliminando le parti esaurite. L’operazione si esegue in primavera.
Utilizzare vasche o vasi sempre grandi e profondi così che le piante abbiano modo di crescere senza limiti di spazio, sia per la parte aerea sia per le radici, e profondi per favorire uno sgrondo verso la parte bassa dove le radici non arrivano e si evitino fenomeni di marcescenza.
I pennisetum
Sono fra le graminacee più utilizzate perché generosi e capaci di produrre una fioritura ricca che da verde, in autunno si colora in modo diverso secondo le specie e le varietà. Originari delle aree calde e temperate del mondo, Africa, Australia, Asia, America latina, si sono naturalizzate un po’ ovunque diventando in alcuni casi anche infestanti. Il loro aspetto piumoso è dato dalle particolare struttura dell’infiorescenza che è una pannocchia formata da piccolo spighette intervallate da setole. Le infiorescenze sono compatte e decorative, resistenti, anche quando mature, molto tempo prima di rilasciare i semi. Il numero di specie, secondo la classificazione adottata, può variare da 80 a 140 specie per la contiguità con il genere Cenchrus. Le dimensioni in natura sono assai diverse e alcune specie raggiungono gli otto metri di altezza.
Pennisetum villosum
È uno dei più noti. Originario di Yemen, Arabia Saudita e diversi areali Nord-orientali africani è oggi presente come pianta rinaturalizzata in tutto il Mediterraneo. Il suo nome inglese popolare, “piuma d’oca”, fa riferimento al suo aspetto piumoso dato dalle lunghe stole bianche che possono raggiungere i 75 centimetri d’altezza. Rizomatosa e resistente, ha ottenuto il Royal Horticultural Society ‘s Award of Garden Merit.
Pennisetum alopecuroides ‘Hameln’
È un interessante graminacea con cespi basali e portamento a fontana che in autunno si tinge di giallo dorato mantenedosi decorativa fino all’arrivo della neve. Raggiunge un’altezza di 90 centimetri con spighe che superano la vegetazione di circa venti centimetri. Le spighe sono dense, ma per rifiorire con generosità la pianta ha bisogno di bagnature estive regolari. Nel tempo la pianta tende a svilupparsi con forza e in un vaso di 50 centimetri di lato, se vi date il tempo di aspettare, basta un solo esemplare.
Pennisetum alopecuroides ‘Viridescens’
Pianta da scegliere per la spiccata resistenza al secco e alle condizioni difficili, ha infiorescenze scure già dalla sua comparsa che in autunno spiccano con forza sul fogliame che vira al color dorato prima di seccarsi del tutto.
I Miscanthus
Il genere annovera circa 15 specie erbacee perenni, utilizzate per la produzione di biomassa, originarie delle regioni tropicali e subtropicali dell’Africa e del sudest-asiatico. Miscanthus sinensis, quella maggiormente impiegata come pianta decorativa, ha un’areale più vasto che si estende fino al nord temperato dell’Asia orientale. Pianta vigorosa, è una fra le erbacee perenni più longeve potendo arrivare, se ben coltivata, a raggiungere i venti anni di età. Sviluppa cespugli densi che possono raggiungere i due metri di altezza. La colorazione e il portamento differiscono da varietà a varietà. Particolarmente adatta dove l’acqua scarseggia, e adattabile anche a terreni pesanti, richiede contenitori molto grandi per crescere senza costrizioni. Le infiorescenze leggere resistono per tutto l’inverno.
Miscanthus sinensis ‘Gold Bar’
È forse la varietà più conosciuta per la colorazione particolare delle foglie verde brillante barrate di chiaro, dal bianco crema al giallo oro. Di dimensioni limitate, arriva a 70 centimetri, e crescita lenta, ha portamento eretto e serrato formano cespi molto decorativi anche se isolati. È perfetta per creare un contrasto con piante dal fogliame di colore scuro o rosso, o per porre in risalto fiori grandi e colorati. Forma infiorescenze leggere e piumose ma solo laddove la stagione vegetativa è lunga perché fiorisce molto tardivamente.
Miscanthus sinensis ‘Adagio’
Di taglia media, alta e diffusa fino a 120 centimetri, resistente al secco, fiorisce già in estate e conserva le infiorescenze piumose fino all’inverno. Il punto di forza sono le foglie che assumono un colore verde metallico per la presenza di venature fra il bianco e l’argento. Utilizzatela per illuminare una zona in penombra dove diventerà capace di catturare l’attenzione.
Quelle piccole
Non si deve pensare alle graminacee solo come a cespi grandi o grandissimi perché anche per chi vuole decorare un davanzale o un bordo ringhiera le scelte non mancano.
Festuca glauca ‘Elijah Blue’
Fra le più conosciute, ha vegetazione sottile e compatta di colore glauco capace di spiccare e creare grandi contrasti. L’aspetto morbido ma compatto, la crescita lenta capace di restare nei limiti assegnati, ne fanno una pianta di successo, decorativa tutto l’anno. In estate si ricopre di piccole spighette chiare. È solo moderatamente resistente alla siccità.
Lagurus ovatus
È una graminacea precoce che anche quando secca resta eretta e decorativa per lungo tempo e ha il suo punto di forza nelle infiorescenze a spiga che in primavera si colorano di una zigrinatura azzurra e bianca, piumosa e delicata: il nome popolare di “coda di lepre”. In pieno sole sempre, è resistente al secco. Raggiunge i 45 centimetri di altezza e si presta anche ad essere posta al piede di alberelli e cespugli.
Carex oshimensis ‘Everest’
È una graminacea da ombra o mezz’ombra, che non sopporta il sole diretto delle ore più calde, dal portamento morbido e ricadente, perfetto per decombere oltre il bordo del contenitore. Il suo punto di forza sono le foglie lunghe e nastriformi di colore verde scuro bordate di bianco. Sempreverde, alto fino a 40 centimetri, anima i vasi tutto l’anno, e può essere abbinato per creare un contrasto con altre varietà come ‘Evergold’ variegata il giallo o con Carex siderosticha ‘Shiro’, più basso e con foglie che sono bianche per oltre la metà della superficie.
Hakomechica (oppure Hakonechloa) macra ‘Aureola’
È un’altra graminacea da ombra, alta circa 50 centimetri, dal portamento morbido e ricadente con foglie gialle con striature verde oliva che formano cespi rotondeggianti. Anche quando secche le foglie restano molto decorative e se consiglia il taglio sono a primavera. Fiorisce formando spighe rosate portate da steli arcuati, utilizzati anche come fiore reciso.
Le rosse che tutti vogliono
Le graminacee di colore rosso quelle che hanno maggior impatto visivo.
Muhlenbergia capillaris
Dalle foglie sottili come capelli, dal colore leggermente azzurro-glauco con sfumature agli apici di color rame, nel giro di pochi anni ha rivoluzionato il segmento delle graminacee diventando protagonista assoluta. Perfettamente rustica, ha infiorescenze rosa intenso che sembrano una nuvola, leggere come piume, ma nello stesso tempo molto grandi. I fiori che sbocciano ad inizio settembre rimangono tali fino fine novembre anche nei climi freddi del Nord. Raggiunge circa l’altezza e la larghezza di un metro.
Imperata cylindrica ‘Red Baron’
Una fra le graminacee più adatte alla coltivazione in vaso, è indicata sia per contenitori cilindrici, sia per creare una quinta o piccola siepe colorata, sia per coprire il piede di cespugli spogliatosi nel tempo. Nessun altra graminacea presenta un colore rosso così accesso.
Il diverso: Pleioblastus
I Pleioblastus, piccoli bambù, sono in realtà graminacee anche se differiscono nell’aspetto dallo schema classico. Pleioblastus variegatus, alto circa 60 centimetri, sempreverde, resistente al freddo tanto che il gelo può solo rovinare gli apici delle foglie, è una scelta interessante perché presenta un contrasto di colori, bianco crema e verde, valorizzato dalla forma a spina di pesce, con portamento assurgente. Le foglie lunghe fino a 20 centimetri sono semi-persistenti, soggette quindi ad un lento ricambio. Vigoroso, riempirà in breve il vaso e potrà essere divisa per ottenerne altri.