Le piante che proteggono dal vento

Chi abita in una zona ventosa lo sa: può bastare anche solo mezz’ora di vento per trasformare il terrazzo in una rovina, con vasi rovesciati e foglie strappate. Per rimediare occorre realizzare un'efficace barriera perimetrale con le piante, ma non solo.

Redazione
A cura di “La Redazione”
Pubblicato il 17/08/2015Aggiornato il 17/08/2015
viburno
Viburnum tinus

Il vento secco in particolare, non accompagnato da acquazzoni e temporali, oltre a rovesciare vasi e strappare le foglie, può provocare la rapida disidratazione delle piante. Il vento infatti accelera l’evaporazione dell’acqua dai vasi e soprattutto la traspirazione (perdita di vapore acqueo) delle foglie: questo forte “stress idrico” porta la pianta ad appassire e alla lunga ad avvizzire. Se poi ci si trova in località costiere, dove il vento arriva dal mare, la situazione è ancora più critica: la brezza marina infatti trasporta con sé la salsedine che depositandosi sulle piante provoca delle “ustioni” nelle specie più sensibili, che si manifestano in genere con un seccume del margine fogliare. Per rimediare occorre realizzare un’efficace barriera perimetrale. Questa potrà essere artificiale o naturale: nel primo caso potremo ricoprire il terrazzo con vetrate, pareti grigliate, coperture mobili e tende. Nella seconda ipotesi utilizzeremo le piante come “frangivento” selezionando delle essenze resistenti e in grado di rompere la forza del vento. Queste, disposte lungo il parapetto, fungeranno da protezione rispetto alle altre essenze delicate disposte più in basso e più all’interno del terrazzo. Nel disporre le specie frangivento ricordiamoci di lasciare una certa distanza tra di loro così che non risultino troppo fitte: in questo modo il vento potrà in parte superare la barriera allontanandosi verso alto ed in parte attraversare la barriera passando tra le chiome delle piante che ne ridurranno l’intensità e la forza.

Tra le essenze indicate come “frangivento”suggeriamo:

  • al Nord: Aucuba japonica, Buxus sempervirens (bosso), Elaeagnus x ebbingeii, Euonymus fortunei (evonimo), Juniperus communis (ginepro), Ilex aquifolium, Pieris japonica, Viburnum tinus;
  • per il Centro-Sud: Arbutus unedo (corbezzolo), Hibiscus syriacus, Laurus nobilis (alloro), Ligustrum japonicum (ligustro), Mirtus communis (mirto), Nerium oleander (oleandro), Teucrium fruticans;
  • per le zone marine (resistenti quindi alla salsedine): Pittosporum tobira, Tamarix (tamerice), Mioporo.
    Per limitare l’effetto disidratante del vento, consigliamo di utilizzare contenitori per le piante abbastanza grandi e profondi, meglio se in materiale in grado di trattenere l’umidità, come la resina o la plastica. Suggeriamo di impiegare dei terricci che abbiano una sufficiente ritenzione idrica e non si asciughino troppo velocemente: meglio se non contengono un’eccessiva presenza di materiali inerti tipo pomice e che insieme all’indispensabile torba bionda abbiano anche una quota di torbe scure e o di compost (di buona qualità). L’aggiunta in superficie di un piccolo strato di materiale pacciamante come la corteccia di pino o il lapillo vulcanico contribuirà a mantenere la corretta umidità. A questo punto non dovremo fare altro che irrigare con regolarità le nostre piante in base alle loro specifiche esigenze.

Che cosa succede se un vaso cade dal balcone?

Che cosa accade se un oggetto di nostra proprietà come ad esempio un vaso fiorito cade dalla finestra o dal terrazzo provocando danni a terzi, danneggiando l’auto parcheggiata o peggio ancora ferendo un passante? Esiste una legislazione in merito, regolata dall’articolo 2051 del Codice Civile che cita: “Ciascuno è responsabile del danno cagionato dalle cose che ha in custodia, salvo che provi il caso fortuito”. Per caso fortuito s’intende un evento imprevedibile, una calamità naturale che non si sarebbe dovuta verificare in quella specifica zona e che per tale occasionalità ne giustifica il fatto. È bene ricordare però che i casi fortuiti sono davvero pochi e limitati. Un temporale infatti non rientra nel caso, trattandosi di un evento atmosferico tutto sommato prevedibile.
Occorre, dunque, fare molta attenzione quando si collocano vasi di fiori sui davanzali e sui balconi poiché in qualità di inquilini siamo tenuti a rispondere dei danni cagionati sia civilmente, per il risarcimento del danno, che penalmente(art. 589 e 590 del c.p.) qualora vi siano danni a persone. Oltre a usare dei portavasi ben agganciati alla ringhiera interna, per essere più tutelati è possibile sottoscrivere una polizza assicurativa che oltre ad essere di sostegno nel risarcimento permette di usufruire di una qualificata assistenza legale.

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