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Per ottenere un effetto “giungla” sul terrazzo, oggi c’è la tendenza di coltivare le palme nane: il loro fogliame, sempreverde e abbondante, è estremamente decorativo oltre che elegante. Inoltre, queste piante si coltivano facilmente anche in vaso, se le condizioni ambientali e climatiche sono appropriate: vogliono aree climatiche temperate, con estati sufficientemente calde e inverni miti.
Quali tipologie
Sono parecchie le palme nane che si possono coltivare in vaso: tutte appartengono alla famiglia delle Arecaceae e sono caratterizzate dallo sviluppo ridotto, idoneo alla coltivazione negli spazi limitati di un balcone.
• Tra le più conosciute vi sono:
✓ Chamaerops humilis, la “palma di San Pietro”, con foglie pinnate, di consistenza coriacea, portate all’estremità di un lungo peduncolo;
✓ Washingtonia filifera, la “palma della California”, con fronde palmate ed espanse a ventaglio;
✓ Phoenix canariensis, la “palma delle Canarie”, con lunghe fronde pinnate e arcuate.
In un contenitore pesante
Le palmette nane si coltivano bene in vaso, sul terrazzo, in una posizione riparata, luminosa e calda. Non hanno bisogno di contenitori di grosse dimensioni e spesso la chioma della pianta appare notevolmente più ingombrante e sproporzionata rispetto al vaso, a scapito della stabilità della pianta stessa. Per questo motivo, è meglio scegliere un contenitore pesante, in coccio o terracotta, che possa consentirle una buona stabilità.
• Alla messa a dimora utilizzare un terriccio a medio impasto, costituito da terriccio universale misto con un terzo di sabbia. È importante che sia ben drenante, per evitare dannosi ristagni di acqua; allo scopo è sempre utile porre sul fondo del vaso uno strato di un paio di centimetri di argilla espansa o altro materiale inerte, come la ghiaia.
Il rinvaso
Quando ci si accorge che le radici della pianta hanno riempito tutto il volume del vaso e iniziano a fuoriuscire dai fori basali, è arrivato il momento di cambiare il contenitore con uno poco più grande (questa operazione avviene in media ogni 2-3 anni). Il rinvaso può essere eseguito in due periodi: a inizio primavera, poco prima della ripresa vegetativa, oppure in autunno, prima che la pianta si fermi per il riposo invernale.
Se l’eccesso di radici mantiene ancorato il pane radicale al vaso, l’estrazione della palma può risultare difficoltosa. In questo caso è possibile recidere con una cesoia le radici che escono dal foro basale e passare la lama di un coltello lungo il bordo interno del vaso per staccare le radici. Una volta fuori dal vaso, cercare di eliminare il più possibile la terra vecchia. Sul fondo del vaso nuovo, che deve essere poco più grande rispetto al precedente, si pone uno strato di materiale drenante, quindi uno strato di terriccio fresco. Poi vi si alloggia la pianta mantenendola ben dritta, si colmano gli spazi vuoti entro il vaso con il nuovo terriccio e si preme bene con le mani per compattare il tutto e far aderire la terra alle radici. Infine si innaffia.
La propagazione
Le palmette nane hanno la tendenza a formare dei “polloni”, cioè giovani germogli che si originano dall’apparato radicale e spuntano da terra alla base della pianta, sviluppandosi accanto a essa, ma separati. Volendo ottenere una pianta nuova, è possibile separare i polloni alla base della pianta e interrarli in vasi diversi, singolarmente. Quest’operazione può essere eseguita contemporaneamente al rinvaso, in primavera o in autunno.
In occasione del rinvaso, si estrae la pianta dal contenitore e, con un coltello affilato, si separa il germoglio con le sue radici dalla pianta madre. Il germoglio viene quindi piantato in un vaso delle dimensioni appropriate, contenente un fondo di materiale drenante e terriccio universale miscelato con sabbia in parti uguali, mantenuto leggermente umido. La giovane pianta deve essere collocata in luogo caldo e luminoso, inizialmente avvolta in un cellophane trasparente per mantenere il giusto livello di umidità: così attecchirà e radicherà, andando a sviluppare una nuova pianta, identica a quella da cui ha avuto origine.