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Tutti desiderano una fioriera che a inizio giugno sia già al massimo dello splendore e che si mantenga così fino all’arrivo del freddo. petunie e surfinie, da sempre uniche e vere rivali dei gerani sui davanzali italiani, possono garantire questo risultato a fronte di poche semplici cure: un contenitore adeguato, bagnature regolari e pulizia di foglie e fiori secchi. Adesso è arrivato il momento di preparare le cassette.
Tre suggerimenti doc
1- Il vaso giusto
Evitate di porre petunie e surfinie in ciotole piccole e basse (10 cm) perché a causa del volume scarso a disposizione il substrato sarà presto occupato interamente dalle radici e si asciugherà troppo rapidamente.
2- Potarle per rinvigorire
La potatura può servire solo per rinnovare una pianta che a metà estate sembra prossima a esaurire il proprio ciclo. Accorciate i fusti a metà della loro lunghezza, o addirittura un terzo, per due settimane restringete le bagnature e aspettate l’emissione di nuovi germogli.
3- Una sola manutenzione
L’unica cura richiesta dalle petunie e da una parte delle surfinie è la rimozione del secco: foglie fiori. Togliendo i fiori rovinati se ne favorisce la produzione di nuovi.
Il terriccio deve essere acido
Petunie e surfinie appena acquistate devono essere messe a dimora in vasi di dimensioni adeguate con substrato per piante acidofile: in tal modo si raggiunge il pH ideale indicato fra valori di 5 e 6. È consiglia l’inclusione di argilla espansa, oppure di corteccia e sabbia, questi accorgimenti consentono un rapido drenaggio dell’acqua in eccesso ma aumentano anche l’umidità trattenuta. I substrati di coltivazione a spiccata base organica tendono a compattarsi nel corso della stagione e a dilavare per le frequenti irrigazioni: tra qualche settimana è necessario verificare il livello del terriccio ed eventualmente aggiungerne di nuovo per non lasciare scoperto il colletto e la prima parte dell’apparato radicale.
Anche in piena terra
Per chi desidera porre surfinie e petunie in giardino come piante da piena terra, utilizzo piuttosto inconsueto nei giardini privati, il consiglio è di scavare una buca larga il doppio del vaso di partenza. Districate le radici se troppo avviluppate su se stesse, ma con delicatezza cercando di distenderle senza troppo danneggiarle. Compattate il terreno con le mani aperte e bagnate.
Acqua: non allagare il sottovaso
Se le piante sono esposte al pieno sole, si pensa spesso che sia necessario bagnarle a volontà, tutte le sere, fino a quando i sottovasi non traboccano. Le petunie e le surfinie temono il ristagno e l’acqua non deve restare nel sottovaso. Si bagnano appena il terriccio asciuga, utilizzando sempre acqua non fredda ma a temperatura ambiente. È importante bagnare con regolarità, sempre considerando che la grande massa di vegetazione prodotta corrisponde a un’elevata superficie di evapotraspirazione, ragione di richieste elevate e continue. L’ingiallimento delle foglie è causato da ripetute mancanze d’acqua, anche se di breve durata.
Quanto fertilizzare
Le petunie e le surfinie sono già piante rigogliose e non devono essere nutrite oltre misura. Basta aggiungere al terriccio di rinvaso un prodotto in granuli a rilascio programmato capace di coprire i quattro mesi estivi e una volta ogni due settimane impiegare un prodotto con un moderato contenuto di azoto e ricco di fosforo e potassio per esaltare rifiorenza e colori. L’utilizzo di fertilizzanti liquidi per piante da fiore sosterrà lo sviluppo armonico e vigoroso.
Temono il vento e a volte la pioggia
Le petunie e le surfinie devono essere coltivate in luoghi riparati dal vento perché questo, insieme al freddo, è il loro peggior nemico. I fusti, infatti, nonostante l’aspetto quasi lianoso e la massa compatta che possono creare sono abbastanza fragili e possono piegarsi tanto da interrompere il ciclo della linfa e seccare ad alcuni giorni di distanza dall’urto o dall’esposizione al vento. Anche per questa ragione il consiglio è di acquistare piante protette da gabbia di plastica per evitare danni durante il trasporto e di prestare la massima cura nel liberarle perché assai meno resistenti dei gerani. La pioggia, invece, si comporta in modo diverso per i fiori petunie e surfinie: quelli delle petunie sono quasi sempre danneggiati, mentre la gran parte dei fiori delle surfinie sono in grado di riprendersi e tornare alla forma e ai colori originari. A soffrire maggiormente sono i fiori già in fase di maturità avanzata che si chiudono, s’inzuppano e devono essere rimossi o si lasciano cadere.
Le surfinie sono diverse?
Con il nome di surfinie si definiscono degli ibridi di petunie a portamento pendulo assai recenti. A ottenere le surfinie sono stati gli ibridatori giapponesi verso la fine degli anni ’80. La surfinia differisce dalla petunia per il maggior vigore (si allunga anche oltre i due metri di lunghezza), per una maggiore rifiorenza e per la capacità di fiorire anche se non è esposta al sole diretto. Deve comunque essere in luogo caldo e molto luminoso. Le norme di coltivazione sono simili a quelle delle altre petunie. La resistenza al freddo non è maggiore rispetto alle altre varietà e la temperatura minima sopportata è di un solo grado sotto lo zero.