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Adesso è il momento di raccogliere i semi delle piante perenni del nostro giardino per la produzione di nuovi esemplari che non saranno identici alla pianta madre, ma avranno caratteristiche intermedie, spesso anche diverse da quelle dei genitori.
In particolare, ad agosto si raccolgono i semi dai frutti secchi di pisello odoroso, Rudbekia, Centaurea ed Euphorbia e quelli dai frutti carnosi di rosa, sambuco, berberis, viburno. Le modalità sono differenti. Ecco come procedere.
Liberare i semi dai frutti secchi
La raccolta dei fiori appassiti sugli steli deve essere eseguita durante giornate asciutte. Tagliarli con una porzione di stelo e riporli sopra un foglio di carta, meglio se assorbente all’aria per alcune ore affinché risultino completamente secchi.
Aprire i frutti ed estrarre delicatamente i semi aiutandosi, se necessario, con un paio di pinzette. I residui inutili cioè altri frammenti, eventuale peluria, scaglie, spine e setole vanno eliminati con un pennellino.
Per lasciare solo i semi, bisogna eliminare la polvere facendo passare i semi attraverso un colino con maglie più piccole dei semi oppure soffiando delicatamente. Poi, sempre tenendo i semi nel colino, immergerli delicatamente in acqua per completare la pulizia.
Liberare i semi da frutti molto carnosi
Il seme: un potenziale eccellente
Il seme è l’organo di propagazione delle piante provviste di organi fiorali (spermatofite). Il seme deriva dalla trasformazione dell’ovulo dopo la fecondazione. In genere si sviluppa sulla pianta madre e se ne distacca dopo la maturazione. Il seme è costituito dall’embrione, dal tessuto nutritivo e dai tegumenti.
L’embrione racchiude la struttura di quelli che saranno fusto, radice e foglie; il tessuto nutritivo rappresenta il nutrimento dell’embrione; il tegumento rappresenta la protezione del seme dagli agenti esterni.
E’ il tessuto nutritivo la parte che maggiormente interessa l’alimentazione umana. Questa parte infatti contiene zuccheri (glucidi), grassi e proteine. Nei semi dei cereali, per esempio, prevalgono i glucidi (circa il 75% della sostanza fresca), nei legumi sono prevalenti le proteine (sino al 40%), mentre i lipidi prevalgono in alcuni semi per esempio quelli delle arachidi.
Il seme quando è maturo entra in una fase di dormienza che gli permette di superare condizioni ambientali critiche. In questa fase sono sospese tutte le funzioni vitali che saranno ripristinate quando si verificheranno le condizioni favorevoli per la germinazione. Il mantenimento della potenziale vitalità è detto germinabilità.
La durata di questo periodo varia inoltre anche da seme a seme ma in generale, nella maggior parte delle specie, un consistente numero di semi perde la germinabilità solo dopo 1 – 2 anni.