Si parla spesso, anche in queste pagine, di piante acidofile, ovvero di esemplari che per crescere hanno bisogno di un terriccio preferibilmente acido. L’acidità o la basicità del terreno si misura, utilizzando una cartina tornasole, verificando il valore del pH: il substrato è a pH neutro quando misura intorno al 7, se supera questo valore si definisce pH basico (caratteristico del terreno calcareo), se ha un valore inferiore è pH acido.
Le piante acidofile quindi per prosperare e fiorire abbondantemente con colori intensi, hanno bisogno di terreni con un pH inferiore a 6,5. Ma garantirsi un terriccio al giusto pH, non basta per mantenere le piante acidofile sane e belle nel tempo. Infatti l’acqua di irrigazione può contribuire nel tempo a cambiare il pH del substrato.
L’acqua potabile dell’acquedotto che esce dai nostri rubinetti, nella quasi totalità del territorio italiano è molto calcarea, soprattutto nelle città. Quindi usandola per le annaffiature, si rischia di aumentare sempre più nel tempo il calcare presente nel terriccio. Esistono quindi varie soluzioni per innaffiare le piante acidofile: utilizzare acqua demineralizzata, priva di calcare, tipo la pioggia oppure l’acqua distillata o quella che è stata a lungo bollita. Oppure, in alternativa, si può acidulare l’acqua del rubinetto. Vediamo come si fa.
Come modificare l’acidità dell’acqua in modo scientifico
Prima di decidere di acidulare l’acqua che vogliamo usare per l’irrigazione, occorre verificare la misura del pH in modo corretto. Questa operazione non è da fare in modo approssimativo perché si rischia di mettere a repentaglio la salute della pianta: l’acqua troppo acida, a lungo andare, potrebbe anche essere letale. Per compiere le operazioni corrette serviranno: un annaffiatoio (o un recipiente dove riporre l’acqua); un pH-metro (piaccametro) o delle cartine tornasole di facile reperibilità in farmacia (meno precise ma comunque affidabili) per misurare il valore del pH; aceto di vino di tipo economico.

1. Riempire un recipiente con 10 litri dell’acqua che si desidera usare per annaffiare e lasciarla decantare per un paio d’ore. Quindi inserire il pH-metro o la cartina tornasole e fare una rilevazione. L’acqua del rubinetto, in città, potrebbe avere un valore intorno a 8, quindi essere calcarea.

2. A questo punto, per iniziare la correzione, versare nell’acqua una quantità di aceto pari a circa due cucchiai e mescolare. Per comodità si può trovare un misurino da usare ogni volta, che corrisponda ai due cucchiai di aceto.

3. Lasciare decantare per almeno 5 minuti e poi misurare nuovamente il pH. Le prime volte che si esegue questa operazione si ripeta la misurazione due volte, in modo da avere la certezza che il valore misurato sia corretto. Se il valore dell’acqua rimane superiore a 7 pH, ripetere tutta l’operazione aumentando la quantità di aceto di un misurino. Quando il pH sarà arrivato al valore desiderato, si prenda nota dei quantitativi di aceto aggiunto per sapersi regolare più velocemente le volte successive.
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