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A metà settembre il tempo diventa mutevole: è facile avere giorni di caldo intenso, lunghe piogge, i primi cali di temperatura e l’alzarsi di venti freddi. Occorre allora fare un’attenzione particolare alle piante sul balcone o il terrazzo e valutare se è il caso di ricorrere a eventuali chiusure, permanenti o provvisorie, per riparare le piante all’aperto. A meno che non si abbia in previsione, e a budget, un serio lavoro di chiusura del balcone con una veranda (si ricordi che tali lavori sono soggetti ad autorizzazione edile da parte del comune), si può ricorrere a soluzioni alternative a carattere più o meno permanente.
Le soluzioni
Si possono utilizzare tende in Pvc antipioggia e antivento montate su binari in alluminio: il mercato le offre sia scorrevoli che riavvolgibili, ma anche queste, benché perfettamente sigillanti, hanno costi elevati e presuppongono il progetto di una ditta specializzata.
Se le piante sono numerose e i vasi hanno una certa grandezza, le serre da balcone comunemente in vendita non sono sufficienti a ripararli e, comunque, conservarle impacchettate tutto l’inverno non è esteticamente gradevole.
La soluzione che vi proponiamo è di individuare il punto più riparato del terrazzo per radunare i vasi e provvedere da soli a renderlo idoneo.
Realizzare la tenda retinata
I balconi possono essere di due tipologie: incassati per una parte rispetto alla facciata del palazzo o completamente emergenti rispetto al filo del fabbricato.
In commercio esistono delle tende retinate di nylon con occhielli sui bordi e corda di rinforzo, impermeabili, resistenti ai raggi UV, al vento e al gelo, e hanno anche il pregio, per chi vive in città, di riparare il terrazzo dalle polveri sottili. Resistono a temperature di molti gradi inferiori allo zero e sono idonee ai climi settentrionali dove gli inverni sono più freddi.
COME SI FA LA TENDA RETINATA
Le precauzioni
In ogni caso occorre fare attenzione a non sovraffollare troppo l’area protetta: si aumenterebbe in modo eccessivo l’umidità e si impedirebbe un’adeguata circolazione dell’aria favorendo le malattie fungine.
Si ricordi che le foglie non devono rimanere a contatto con i teli plastici esterni, soprattutto quando la temperatura scenda molto: rischierebbero altrimenti di riportare gravi danni per il freddo.
Quali vasi riparare e quali no
Quando le temperature iniziano ad abbassarsi, alcuni dei vasi esposti in terrazzo potrebbero non gradire la variazione climatica. Ecco che cosa fare.
Le aromatiche
Sono tra le piante più delicate: andranno ritirate in casa le piante di basilico e di prezzemolo, molto sensibili al freddo. Rosmarino, salvia o timo potranno rimanere fuori se il terrazzo garantisce le giuste protezioni contro vento, gelo e intemperie in genere (come quella proposta).
Le cacatacee
Sono sensibili alle basse temperature e anche riparate non potrebbero sopravvivere all’aperto, in particolar modo nelle regioni settentrionali. Le succulente invece (in modo approssimativo si definiscono così le piante grasse “senza spine”) potranno rimanere all’aperto ma i vasi devono essere adeguatamente pacciamati.
I rampicanti
Edere, passiflore, gelsomini o clematis potranno rimanere in terrazzo senza problemi purché i vasi siano avvolti in calde coperte o in strati di tessuto non tessuto, e abbiano un substrato caratterizzato da un drenaggio ineccepibile.