L’acqua è una risorsa indispensabile per la vita, non solo delle piante in vaso, ed è un bene esauribile che richiede un utilizzo consapevole. E mai come l’estate del 2022 ne abbiamo sentito la mancanza. In previsione di qualche temporale estivo, violento ma troppo breve per dare reale ristoro al terreno, si consiglia di organizzarsi per creare una preziosa riserva idrica che ci permetterà di bagnare le nostre piante senza pensieri.
Sui terrazzi
In commercio sono disponibili contenitori in polietilene per raccogliere l’acqua piovana. Hanno capacità diverse (anche da 300 litri), colori e forme differenti, ma tutti sono dotati di coperchio e hanno predisposto un foro per l’inserimento del tubo della grondaia. Per ottenere acqua pulita e priva di residui come foglie e pietrisco, è consigliato posizionare un filtro alla base della grondaia, che possa ripulire l’acqua prima che raggiunga il serbatoio. In molti casi questi serbatoi hanno predisposto un rubinetto alla base da cui prelevare l’acqua all’occorrenza.
Per il balcone si possono acquistare serbatoi in pvc più piccoli, anche pieghevoli, che possono essere posizionati velocemente quando è in arrivo un temporale. Anche in questo caso l’acqua piovana viene immagazzina nel serbatoio per un uso successivo. Spesso queste strutture sono dotate di un filtro, di un rubinetto, di una valvola di troppo pieno e anche di un attacco standard per il tubo da giardino.
È importante ricordare che il risparmio idrico è legato, in maniera indiretta, anche alla scelta delle piante “giuste”. Chi ha a cuore l’ambiente, l’acqua e il risparmio idrico, deve valutare di acquistare soprattutto piante autoctone che sono le specie indigene del luogo, ormai abituate geneticamente alle condizioni climatiche della zona d’origine. Inutile farsi affascinare dalle ortensie o dal bosso, se si vive al Sud e il terrazzo è esposto al sole. Meglio optare per oleandri, rose rugose, mirto, bouganville e tanto altro. Per conoscere le piante autoctone della propria zona è possibile chiedere agli uffici di gestione del verde urbano del proprio comune.
Anche chi non è attrezzato, se all’improvviso arriva un temporale, non può perdere l’occasione e deve posizionare all’aperto tutti i contenitori casalinghi che riesce a recuperare. Per esempio i mastelli in plastica della biancheria, i secchi e anche bottiglie di plastica provviste di un imbuto per aumentare la superficie per la raccolta dell’acqua.
Sapere quando la pianta ha bisogno d’acqua è il modo migliore per bagnare con razionalità.
I fattori da valutare
Il consumo e la richiesta d’acqua da parte di una pianta non sono sempre costanti ma sono influenzati da diversi fattori. In particolare dalla temperatura ambientale e dall’esposizione al sole, dalla ventilazione, dal tasso di crescita della vegetazione, dalla frequenza delle precipitazioni e dalla nuvolosità. In più, se ci sono frutti da ingrossare, le esigenze saranno superiori; saranno invece inferiori se vengono effettuate lavorazioni superficiali sul terreno e se si usa la pacciamatura.
Osservare è fondamentale
Se la pianta ha sete in genere presenta segni inequivocabili, basta osservarla. Ci saranno apici afflosciati, raggrinzimento dei frutti e delle parti carnose e arricciamento delle foglie.
Saggiare il substrato
Per capire se la pianta potrà ancora attingere acqua a sufficienza, occorre saggiare il terreno con le dita, inserendole per qualche centimetro: secondo il grado di umidità si valuterà quanta acqua somministrare. L’obiettivo ideale cui tendere è mantenere costante il livello di umidità del terreno nella zona delle radici.
Con la brocca
È un errore far filare l’acqua in un solo punto: l’acqua scenderà rapidamente bagnando solo una porzione del vaso. Meglio usare una brocca: la superficie libera si allaga e l’acqua scende in modo uniforme in tutta la zolla.
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