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Quando appaiono in grande quantità sulle pareti delle case, sui balconi, sulle finestre, ma ancor più quando entrano in casa, l’allarme, ingiustificato, prevale sull’obiettività di valutazione: stiamo parlando di quei minuscoli individui, simili ad insetti, ma in realtà ragnetti rossi, acari, lunghi in fase adulta al massimo due millimetri, con il corpo di colore rosso vivo, che negli ultimi anni hanno ingenerato grande preoccupazione negli abitanti di molte delle nostre città.
Identificare i ragnetti rossi correttamente
Sono classificati come acari trombididi: non si tratta quindi di insetti, ma di aracnidi e approssimativamente potrebbero essere definiti minuscoli ragnetti rossi.
La specie più diffusa è Trombidium holosericeum, volgarmente chiamato “ragnetto rosso”, anche se non ha nulla a che vedere con i classici ragnetti rossi o gialli, parassiti
delle piante. Mentre questi ultimi sono invisibili a occhio nudo e si riconoscono, oltreché per i danni arrecati alla vegetazione, per esempio alle piante ornamentali, soprattutto per la presenza di sottili ragnatele sulle foglie e sugli steli, gli acari trombididi benché piccoli sono visibili a occhio nudo e non producono ragnatele.
Sono del tutto innocui
Questi acari trombididi, anche se presenti in quantità spesso tali da creare forte preoccupazione nelle persone, non sono pericolosi per gli esseri umani, per gli animali e per i vegetali, anzi potrebbero essere considerati persino utili in quanto si nutrono di larve di insetti dannosi per le piante e di residui di escrementi di comuni volatili.
L’unica caratteristica concretamente negativa è rappresentata dal pigmento rosso intenso che fuoriesce dal loro corpo quando vengono schiacciati: la colorazione, su pareti, altri manufatti o abiti può persistere assai a lungo.
Il ciclo vitale
Durante i mesi freddi questi acari trovano riparo nelle fessure dei muri e delle pareti in genere, negli anfratti delle travi in legno o dei serramenti in legno delle finestre. Non appena le temperature salgono (indicativamente in marzo al Nord, ma spesso si notano anche in febbraio, nel caso di valori termici insolitamente miti), emergono in massa dai rifugi, spesso muovendosi rapidamente e si collocano in posizioni soleggiate. Le maggiori presenze tuttavia si evidenziano da maggio a luglio, quasi esclusivamente durante le ore diurne, in giornate luminose, prive di precipitazioni.
Per cacciarli basta l’acqua
La lotta chimica contro questi acari è sconsigliata, poiché inefficace e dannosa per l’ambiente e gli operatori, dal momento che servirebbero molti e ripetuti interventi per ridurre la popolazione. Nel caso di presenza continua, massiccia e fastidiosa si possono effettuare ripetuti risciacqui con getti di acqua fredda, trattamenti con vapore o è possibile intervenire biologicamente con prodotti a base di piretro, sapone di Marsiglia sciolto in acqua, aglio, tabacco o neem. Tali trattamenti possono essere eseguiti sia sulla popolazione visibile, sia andando a colpire i possibili luoghi di rifugio di tali acari, soprattutto in periodo di riposo invernale/primaverile.