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Coltivare un piccolo giardino d’acqua, un angolo tranquillo che richiami ad un immaginifico tropicale, è possibile anche se non facile: si può farlo in un mastello che assecondi i propri gusti. Prima di procedere bisogna scegliere la posizione del mastello, in balcone o in giardino, perché dovrà essere considerato come un elemento fisso e non un oggetto d’arredo che potrà essere mosso a piacere. La quiete e il minor disturbo possibile sono condizioni necessarie perché il nostro microambiente si stabilizzi e funzioni.
Il contenitore
La più semplice preparazione del mastello prevede di introdurre le piante nel loro contenitore di acquisto. Oggi in genere sono in materiale plastico, bucati, con terra argillosa o sabbia, o entrambe, e con ghiaino grossolano di rifinitura. L’argilla è poco permeabile ed anche la sabbia può formare una barriera sufficiente a impedire che le particelle più fini del terriccio entrino in sospensione, intorbidendo l’acqua.
Le piante acquatiche: tre funzioni fondamentali
In ogni mastello dovrà essere presente almeno una pianta rappresentante delle tre categorie sotto elencate.
Le ossigenanti sono in grado di trasferire ossigeno dall’atmosfera e dalle foglie dove è avvenuta la fotosintesi clorofilliana alle radici. Hanno una struttura spugnosa, ricca di spazi intercellulari, definita come parenchima aerifero. È da questo che diffondono nell’acqua stagnante ricca di sostanze nutritive l’ossigeno necessario all’attività depurativa dei batteri che assorbono dall’acqua inquinanti e sostanze azotate. Le più comuni sono: Thipa latifolia, Cyperus papyrus, Scirpus lacustris, Juncus ensifolius e Myriophyllum acquaticum.
Le depurative sviluppandosi e formando nuova vegetazione assorbono, sottraendolo all’acqua, azoto e fosforo che possono favorire una forte proliferazione delle alghe, il vero e proprio nemico dei mastelli e dei laghetti perché capaci di bruciare tutto l’ossigeno presente portando un sistema così piccolo al collasso. Le più comuni sono: il giacinto d’acqua, Eichornia crassipes, Lemna, Pistia stratiotes, Azolla caroliniana, Salvinia natans.
Le decorative devono ombreggiare la superficie sempre con la medesima finalità di limitare l’eutrofizzazione dell’acqua. Le più comuni sono le ninfee. Tra quelle che vi suggeriamo più rustiche, in grado di svernare all’esterno o riparate in un locale freddo: N. alba dai fiori gialli, la più comune, N. odorata e N. tuberosa rustiche e resistenti al freddo, e gli ibridi N. x laydekeri e N. x marliacea.
Manutenzione necessaria
Il mastello richiede una manutenzione molto limitata. Dovremo aggiungere acqua quando evapora, rimuovere le foglie e i detriti che possono cadere e marcire all’interno dell’acqua, dobbiamo ritirarlo o ritirare le singole piante se l’inverno è troppo rigido. La fertilizzazione si deve eseguire solo con prodotti specifici da mettere nell’acqua (liquidi) o nel terreno (bastoncini). Le piante devono essere tenute sotto controllo eliminando quelle in eccesso e dividendo quelle in vaso quando la loro capacità fiorifera scema.
Perché non aggiungere due pesci?
L’introduzione di qualche pesce rosso, o di qualche carpa koi, due possono bastare, scelti fra quelli normali perché più rustici, e di taglia piccola perché più attivi, consentiranno di controllare lo sviluppo di larve d’insetti, in particolar modo quello delle zanzare senza dover ricorrere a prodotti specifici. Le gambusie, piccolo pesce tropicale, sono la specie più indicata ma è necessario rivolgersi a un punto vendita specializzato. Durante l’inverno i pesci devono essere ritirati perché il volume del mastello non è sufficiente a formare la barriera protettiva del termoclino causandone la morte.
Una composizione facile per provare
Per chi è alle prime armi e non ha mai acquistato piante d’acqua, dopo aver preparato il mastello, si consiglia di introdurre un’ossigenante come il Myriophyllum, una depurante come il giacinto d’acqua e una ninfea, decorativa e ombreggiante. Aggiungete un elemento alto come un iris giaggiolo che può radicare anche sommerso per movimentare il tutto, due pesci rossi per animare l’acqua e, in attesa del volo di una libellula venuta a cercare un luogo dove deporre le uova, ripescate dalla libreria un vecchio libro di Salgari: la giungla non vi sembrerà così lontana.