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Il mese di agosto è quello più opportuno per compiere il diradamento delle bulbose primaverili che sono collocate in piena terra, magari con l’obiettivo di far naturalizzare le piante. Ad agosto ormai hanno perso la loro parte aerea e, scavando nel terreno, si nota che i bulbi originari sono spesso contornati da numerosi nuovi esemplari.
L’operazione di diradamento delle bulbose primaverili è necessaria per favorire una fioritura ottimale ogni anno; infatti un eccessivo numero di esemplari a stretto contatto non è in grado di garantire a tutti i bulbi il giusto nutrimento. L’effetto “pieno” sul prato, che ci sorprende con una fioritura abbondante e molto ravvicinata, può mettere i singoli esemplari in competizione fra loro ed essere quindi uno svantaggio.
In particolare, se si dovesse notare prima della fioritura una vegetazione densa ma poco turgida e, successivamente, una fioritura esclusiva al centro del gruppo dei fiori, sarebbe indispensabile il diradamento, per rendere più equilibrata la situazione delle bulbose primaverili.
Si potrà procedere a questo lavoro a partire dal secondo anno di permanenza dei singoli esemplari nel terreno.
Come si fa
Separazione dei bulbilli
Se il bulbo originario avesse sviluppato bulbilli nuovi e ben cresciuti, questi possono essere separati. Tuttavia è meglio evitare di reinserire immediatamente nel terreno materiale con ferite fresche; piuttosto, i bulbilli appena separati vanno collocati in un posto asciutto e riparato per alcuni giorni. Quelli troppo piccoli per essere nuovamente interrati, è meglio metterli a dimora in luoghi più protetti come aiuole o vasi, così che possano fiorire e accrescersi nell’arco dei due anni successivi.
La naturalizzazione, solo per pochi
L’operazione di inselvatichimento o naturalizzazione dei bulbi sfrutta la loro capacità di non soccombere a condizioni avverse, per esempio durante l’inverno, grazie alla dormienza del loro organo ipogeo. Tuttavia non tutte le bulbose primaverili sono in grado di superare più stagioni senza dover essere dissotterrate. In genere gli ibridi che maggiormente si discostano dalle specie di origine, non sono assolutamente adatti a queste operazioni. E non lo sono, tutti quei bulbi che volessero venire inseriti in ambienti molto diversi da quelli di origine.
Quali bulbi piantare adesso
Alla fine del caldo torrido estivo, soprattutto nel Sud Italia, si possono piantare alcune varietà di bulbose che regaleranno un’abbondante e sorprendente fioritura invernale. La scelta solitamente ricade sugli Iris precoci e sui Crocus.
Iris danfordiae è tra le iris precoci. È una pianta che rimane bassa, tra i 10 e i 15 cm, con un fiore giallo brillante screziato di verde o arancione. Il fogliame crescerà solo dopo il periodo di fioritura, tra dicembre e marzo, e raggiungerà i 30 cm. I bulbi si devono interrare a una profondità doppia rispetto alla loro altezza, con una distanza pari a due volte il loro diametro.
Il più diffuso è il Crocus vernus, conosciuto anche come zafferano maggiore o falso zafferano, che riesce a crescere fino all’altezza di 15 cm. Il fiore è isolato, di colore viola, talvolta screziato di bianco. Ha bulbi ovali di dimensioni contenute, che devono essere messi a dimora a una profondità di circa 5 cm utilizzando terriccio fertile e ben drenato, che eviti pericolosi ristagni d’acqua. La pianta apprezza in particolare posizione ben soleggiate.