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Passeggiare nel bosco significa entrare in sintonia con la natura in un luogo dove luci e ombre s’intrecciano, i suoni arrivano ovattati e i colori e i profumi accarezzano i sensi. Agli albori dell’estate, non è raro incontrare un cucciolo di capriolo tranquillamente adagiato e nascosto tra la vegetazione. A prima vista il cucciolo potrebbe sembrare abbandonato, ma non è così: quasi certamente la madre si trova nei dintorni a rifocillarsi. Il C.R.A.S. (Centro Recupero Animali Selvatici) ci manda un allarme: l’animale non deve essere toccato, pena l’abbandono da parte della madre. Eventualmente, se fosse in dubbio lo stato di salute dell’animale, magari ferito o visibilmente deperito, è meglio chiamare lo stesso C.R.A.S. che ci darà informazioni su come intervenire in caso di necessità.
Si nascondono tra le fronde
I caprioli, minuti e aggraziati, trovano il loro habitat ideale specialmente nei boschi cedui infittiti. Hanno abitudini crepuscolari e si mostrano più facilmente nelle prime ore del giorno o verso il tramonto, intenti ad alimentarsi presso le radure. Dalla metà di maggio alla metà di giugno le femmine danno alla luce fino a tre piccoli, solitamente due, che nelle prime settimane di vita trascorrono il 90% del tempo accovacciati in luoghi nascosti come erbe alte e folti cespugli (spesso in campi coltivati). In questo periodo il cucciolo di capriolo non sviluppa l’istinto di fuga, ma resta immobile di fronte al pericolo. La pomellatura del mantello, caratterizzata da macchie biancastre disposte regolarmente lungo dorso e fianchi, lo mimetizza tra la vegetazione, mentre la madre, che riserva grande cura alla sua pulizia, lo priva di odore rendendolo ancor meno individuabile. Inoltre i fratelli sono tenuti divisi, di regola mai troppo lontani, cosicché se uno fosse predato l’altro avrebbe maggiori probabilità di salvarsi. Questa efficace strategia difensiva, modellata nel tempo dalla selezione naturale, consente alla femmina di spostarsi liberamente durante la giornata e tornare dalla prole solo per rapidi allattamenti. D’altro canto la sua presenza al fianco del piccolo attirerebbe l’attenzione di nemici naturali come lupi, volpi, cinghiali o cani vaganti.
È più facile incontrarlo
Negli ultimi anni, è sempre più facile imbattersi in un cucciolo di capriolo. Infatti si è verificato un sensibile aumento nel numero di caprioli, come di altri ungulati, su gran parte del territorio italiano. Una tendenza favorita da diversi fattori: l’istituzione di oasi rifugio o aree di ripopolamento; l’infittimento dei boschi per abbandono della montagna; più severità nella programmazione venatoria; maggiore consapevolezza e rispetto verso la natura. La consistenza delle popolazioni è elevata soprattutto nell’arco alpino centro-orientale e nell’Appennino centro-settentrionale. Le presenze restano tuttora inferiori nelle Alpi centro-occidentali e decisamente scarse e frammentate nella porzione meridionale della penisola.
Che cosa fare se si incontra un cucciolo di capriolo
Nella maggior parte dei casi il cucciolo di capriolo non ha bisogno di aiuto ed è necessario allontanarsi al più presto senza toccarlo. Una sola carezza può trasferirgli un odore in grado di allarmare la madre e causarne l’abbandono. Se accompagnati dal vostro cane ricordate di tenerlo sempre al guinzaglio. La cattiva custodia dei cani, infatti, arreca disturbo alla fauna e causa ogni anno il ferimento e la morte di svariati esemplari.
Se è ferito
Il cucciolo di capriolo potrà essere raccolto solo se ferito o visibilmente deperito. Nel dubbio, una telefonata a un C.R.A.S. (Centro Recupero animali selvatici) può aiutarvi a chiarire la situazione. Se avete la conferma della situazione anomala, il cucciolo può essere prelevato e portato subito al Centro di recupero per impedire l’aggravarsi del suo stato di salute e l’assuefazione al contatto con l’uomo. Prima di prelevarlo dal suo rifugio, per limitare lo stress all’animale, è bene coprirgli la testa con un panno. Dargli da bere e da mangiare non sono le priorità da considerare (tra l’altro il latte vaccino è indigeribile per il giovane capriolo e potrebbe causargli una grave dissenteria). Restate in contatto con il Centro di recupero e comunicate loro il vostro arrivo, verificando anche la presenza di personale al punto di accoglienza. Se siete impossibilitati al trasporto dell’animale potete richiedere l’intervento al Centro stesso. Non considerate invece l’idea di tenerlo con voi perché è vietato dalla legge. Inoltre, improvvisarsi allevatori significa portarlo a morte quasi certa.
In pratica, a chi rivolgersi
Se incontrate un capriolo ferito o visibilmente deperito, potete rivolgervi al C.R.A.S. Centri di recupero: il sito internet http://www.recuperoselvatici.it mette a disposizione un elenco dei centri organizzato per Regione (di ogni struttura sono riportati indirizzo e numero telefonico). Oppure telefonate al Corpo Forestale dello Stato: 1515.