Le graminacee fino a pochi anni fa erano considerate solo come erbacce infestanti, inutili e fastidiose. Oggi, invece, sono molto apprezzate come piante ornamentali, ampiamente diffuse nei giardini, nell’arredo urbano (in aiuole e spartitraffico) e anche sui terrazzi, dove molti amano esporre belle fioriere di graminacee.
Il successo delle fioriere di graminacee è dovuto a diversi fattori. Le graminacee sono piante rustiche, resistenti e facili da coltivare: raramente, infatti, si ammalano e vogliono pochissime cure. L’aspetto delle piante, in genere semplice e lineare, viene molto apprezzato, così come le tonalità che foglie e spighe fiorite assumono durante le diverse stagioni. Queste piante costituiscono cespi più o meno folti e sviluppati, caratterizzati da foglie longilinee e filiformi, di consistenza setosa, di tonalità che passano dal verde-argenteo al bruno-rossastro, in base alla specie e alla stagione. Le fioriere di graminacee, ma anche le aiuole da giardino, utilizzano soprattutto le specie ornamentali come Festucaglauca, Stipatenuissima, Stipabarbata, Pennisetumsetaceum, Miscanthussinensis, e molte altre.
Solitamente nei mesi di giugno e luglio emettono infiorescenze a spiga o a pannocchia e si mostrano in tutta la loro bellezza. In questo periodo di agosto, invece, le piante hanno ormai finito di fiorire e necessitano di alcune cure per mantenere la loro bellezza.
Le cure necessarie
1. Per evitare che la pianta sviluppi i semi, andando a impoverire la pianta e a spargersi sul terreno, occorre potare le infiorescenze secche. Mentre si taglia, si tenga presente che questo è il periodo giusto anche per prelevare le foglie dai cespi, così da farle essiccare appese in un ambiente fresco e ombreggiato. Le fioriere di graminacee hanno un fogliame molto bello con tonalità e sfumature diverse e potrà essere usato come materiale prezioso per la creazione di composizioni di fiori e foglie da tenere in casa. Il taglio delle foglie è utile anche per sfoltire i cespi diventati troppo compatti, anche se la potatura vera e propria di queste piante viene eseguita a fine inverno, tagliandole basse (a pochi cm dal terreno).
2. Una pianta diventata troppo folta e compatta potrà essere sfoltita dividendone e separandone alcuni cespi, da ripiantare in altri vasi a creare nuove piante. La pianta viene così arieggiata e rinnovata. I cespi che si staccano dalla pianta originaria devono essere dotati di radici per sopravvivere, e devono essere ripiantati immediatamente in un nuovo terreno. Per staccarli, si scava attorno alla pianta, nella zona del colletto, in maniera tale da scoprire l’apparato radicale della pianta alla profondità giusta per staccarne i cespi, con delicatezza.
3. In questo periodo è necessario bagnare abbondantemente le piante, soprattutto se coltivate in vaso, con poco spazio e poco terreno a disposizione dell’apparato radicale. Considerate le temperature elevate, potrebbe essere necessario bagnare le piante più frequentemente (anche un giorno sì e uno no) se la colonnina supera i 30°C. Attenzione comunque a non esagerare mai con l’umidità del terreno, che deve essere ben drenante e sciolto: prima di bagnare, si controlli sempre lo stato idrico della terra, anche con le dita, e lasciare asciugare tra un’innaffiatura e la successiva. Considerato lo sforzo appena fatto con la fioritura, è utile nutrire la pianta con un’aggiunta di fertilizzante: un concime di tipo universale, bilanciato, aiuta a sviluppare e a rinforzare le parti verdi della pianta. Si può optare per un prodotto di tipo granulare, da distribuire in superficie incorporandolo al terreno attorno alla pianta, oppure per un prodotto liquido, da fornire diluito nell’acqua dell’innaffiatoio: in entrambi i casi è bene seguire dosi e modalità di somministrazione consigliate sull’etichetta del prodotto.
Occhio allo stato di salute
Le graminacee sono piante molto rustiche che difficilmente si ammalano. Tuttavia adesso occorre un’attenta osservazione delle fioriere di graminacee, eseguita anche nella zona del colletto, per verificare che le piante siano in buona salute ed eventualmente intervenire in fretta con una cura tempestiva e adeguata. Lo sviluppo di muffe o marciumi a livello del colletto, per esempio, è favorito da eccessi o ristagni idrici nel vaso: un terreno zuppo d’acqua, pesante e non drenante è la principale causa della formazione di questo tipo di malattie. L’oidio, ad esempio (o “malbianco”) è una diffusa malattia fungina che si manifesta con la formazione di una muffetta bianco-grigiastra che si espande gradualmente su tutta la pianta, se non si interviene subito, portandola a un lento deperimento.