Erba all’ombra con la Convallaria

Sotto la chioma di un albero, per una bordura o un aiuola dove non arriva il sole, la Convallaria è una piccola pianta erbacea perfetta: potrà creare un folto tappeto erboso in circa 5 anni. Unico neo: non è calpestabile.

Anna Zorloni
A cura di Anna Zorloni
Pubblicato il 20/07/2018Aggiornato il 20/07/2018
Erba all’ombra con la Convallaria

Un giardino ombreggiato risulta spesso difficile da mantenere verde, spesso finisce con l’essere trascurato e trasformarsi in un luogo triste e desolato. Esistono, tuttavia, esiste l’ erba all’ombra. Si ottiene con piante che amano l’ombra e che possono essere utilizzate in questi spazi. È il caso della Convallaria japonica, piccola erbacea tappezzante, appartenente alla famiglia delle Convallariaceae.

Convallaria japonica viene utilizzata prevalentemente per creare erba all’ombra, tappeti folti e verde scuro in aree ombreggiate: sotto la chioma di alberi ad alto fusto, ad esempio, anche sotto grosse conifere, che non lasciano filtrare la luce al suolo sottostante, impedendo la crescita dell’erba. Viene inoltre utilizzata come bordura in aiuole o camminamenti, sempre all’ombra o mezz’ombra.

Convallaria japonica è una specie molto vigorosa e rustica, poco esigente; raramente si ammala ed è molto resistente, sopportando anche temperature molto basse.

Si diffonde da sola

La piantina si presenta come un ciuffo folto di foglie sottili come fili d’erba, di colore verde scuro, dotato di un apparato radicale rizomatoso che si allunga ed espande, dal quale si originano nuovi germogli. In questo modo, i ciuffi si moltiplicano e si diffondono fino a ricoprire e a colonizzare aree estese. Man mano che si sviluppano, i singoli cespi si infittiscono fino a creare un tappeto compatto: il metodo giusto per creare erba all’ombra.

L’effetto è quello di un folto prato vaporoso e sinuoso, con fogliame sottile alto 10-20 cm. In primavera, in mezzo ai ciuffi si formano delle timide spighe di fiorellini bianchi, dai quali si originano piccole bacche bluastre, ad abbellirne l’aspetto.

Non si taglia mai

La convallaria ha un’unica esigenza: non bisogna mai calpestarla. Il tappeto erboso creato verrebbe rovinato e difficilmente risistemato, considerata la notevole lentezza di crescita. Motivo, quest’ultimo, per il quale un prato di Convallaria non viene mai tosato.

1. Se il tappeto di Convallaria diventa troppo compatto, in media 5 anni dopo l’impianto, si procede sfoltendolo: vengono cioè estirpati alcuni cespi in modo tale da lasciare più spazio tra uno e l’altro.

1. Se il tappeto di Convallaria diventa troppo compatto, in media 5 anni dopo l’impianto, si procede sfoltendolo: vengono cioè estirpati alcuni cespi in modo tale da lasciare più spazio tra uno e l’altro.

2. I cespi che vengono estirpati, con parte dell’apparato radicale, possono essere riutilizzati mettendoli in terra in altri punti del giardino, o per infittire aree più rade.

2. I cespi che vengono estirpati, con parte dell’apparato radicale, possono essere riutilizzati mettendoli in terra in altri punti del giardino, o per infittire aree più rade.

Solo in ambiente umido

La Convallaria ama molto l’umidità, condizione necessaria al benessere di questa pianta, che soffre molto, invece, la siccità. Per mantenere il giusto grado di umidità del terreno, è preferibile fornire l’acqua con un impianto d’irrigazione a goccia, che indirizzi l’acqua direttamente al suolo, senza bagnare le foglie, per evitare di rovinarle. Tuttavia è bene evitare anche gli eccessi idrici nel terreno e i ristagni, che favorirebbero lo sviluppo di malattie fungine, muffe e marciumi radicali.

Concime

La Convallaria è una specie di per sé molto vigorosa. Volendo, tuttavia rinforzare un tappeto indebolito, è possibile somministrare un concime granulare a lenta cessione, preferibilmente ad alto tenore in azoto, per favorire lo sviluppo delle foglie dell’ erba all’ombra.

Come si mette a dimora la convallaria

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Per la creazione di un tappeto di Convallaria, deve essere messo a dimora un numero sufficiente di piantine tale da ricoprire tutta l’area interessata. Prima di tutto, però, si deve preparare il terreno, che deve essere lavorato in superficie in modo tale da risultare sciolto, soffice e privo di pietre o elementi grossolani. Meglio un terriccio fertile e torboso, che mantenga meglio l’umidità. Le singole piantine devono essere messe a dimora a distanze regolari l’una dall’altra, considerando che col tempo si allargheranno fino a congiungersi a creare un tappeto uniforme. In media, le piantine si posizionano a distanza di circa 15 cm l’una dall’altra: si scelga questa distanza quando si scavano le singole buche nel terreno. Terminata la messa a dimora, si innaffia abbondantemente il terreno in modo tale da far attecchire bene le piantine.

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