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Per depurarsi: la cura dell’uva
Durante la stagione della vendemmia, l’uva da tavola è eccellente. L’ideale è consumarla fresca oppure trasformata in succhi, per depurare l’organismo, favorire la diuresi e una delicata disintossicazione.
Con l’uva da tavola si può fare anche la “cura dell’uva”, una dieta depurativa tradizionale ancora molto in voga in alcuni paesi che prevede di arrivare al consumo giornaliero di una quantità variabile di uva fresca e ben lavata da 500 g a due chili oppure di 700-1400 g al giorno di succo d’uva fresco, cioè preparato di volta in volta con una centrifuga o con un piccolo torchio.
La quantità di uva da assumere giornalmente inizia con circa 500 g da consumare preferibilmente al mattino, al posto della prima colazione, o in spuntini a metà mattina e metà pomeriggio. In seguito si aumentano le dosi in modo molto graduale, diminuendo al contempo altri alimenti, fino a raggiungere le quantità indicate dopo un periodo di circa due settimane. Si tratta di una cura d’impatto e non adatta a tutti, da seguire sotto il controllo degli esperti e previo parere medico.
Se si usa il succo d’uva (più indicato per alcune persone) è importante ricordare di assumerlo a piccoli sorsi e preferibilmente lontano da altri cibi o bevande.
Una sferzata di energia
L’uva da tavola è ricca di nutrienti che ne fanno un prezioso alleato in tutte le situazioni che richiedono un surplus di energia, vitamine e minerali, come sforzi fisici o intellettuali, convalescenze, gravidanza e allattamento. Gli antocianosidi contenuti nell’uva sono protettori vascolari e inoltre con una porzione d’uva si assumono buone quantità di vitamine del gruppo B, carotenoidi, acido folico, magnesio e potassio.
La buccia pigmentanta dell’uva nera è più ricca di antiossidanti (flovonoidi), ma le altre caratteristiche delle uve di diversi colori non presentano grandi differenze.
La quantità da consumare quotidianamente consigliata è di una porzione di circa 200 g, ben lavata e privata di semi e bucce se non si ricercano gli effetti leggermente lassativi di queste fibre.
L’effetto è spesso anche quello di rendere anche la pelle e i capelli più sani e lucenti.
Foglie: per aiutare la circolazione
Le foglie della vite rossa sono particolarmente ricche di polifenoli e di antiossidanti e svolgono un’attività protettrice dei vasi sanguigni. Sono indicate per attenuare problemi di origine circolatoria, per esempio “capillari” evidenti, predisposizione ai geloni, emorroidi, couperose e gambe pesanti, oltre che per alcuni disturbi del climaterio e della menopausa. Le foglie, non trattate, vanno raccolte in autunno quando diventano rosse. Si fanno essiccare all’ombra e all’aria e si conservano in sacchetti di carta per uso alimentare ben chiusi.
Per uso interno
Al bisogno si prepara un infuso, con un cucchiaino di foglie lasciate riposare per 10-15 minuti in una tazza d’acqua bollente. In seguito si filtra e si consuma, addolcendo eventualmente con un cucchiaino di miele o zucchero di canna. In genere si consiglia una tazza di infuso alla sera e una al mattino, facendosi seguire dagli esperti per il periodo di assunzione. Alle foglie di vite si possono aggiungere altre erbe per potenziare l’effetto voluto. Per esempio, a scopo vasoprotettivo sono indicate le associazioni con rusco e camomilla, mentre per il periodo della menopausa alla vite si possono combinare fumaria o maggiorana.
Per uso esterno
Si prepara un decotto più concentrato, con un cucchiaio da tavola di foglie per ogni tazza d’acqua in ebollizione. Lasciare sobbollire per cinque minuti, quindi spegnere il fuoco a lasciare raffreddare. Una volta filtrato e raffreddato, si usa questo decotto per impacchi sulle zone da trattare con l’aiuto di qualche garza, teli o batuffoli di cotone. Gli impacchi vanno tenuti per almeno mezzora e si possono ripetere due o più volte al giorno.
Per riattivare la circolazione a mani e piedi dopo essere estati a lungo al freddo, si possono fare bollire per un quarto d’ora due manciate di foglie di vite in un litro d’acqua. Una volta intiepidito il preparato, versarlo in un catino e tenere a bagno i piedi o le mani per 10-15 minuti.
Uvetta, contro la tosse
L’uva si può anche essiccare per ottenere un ottimo alimento da usare anche nella preparazione di dolci o un rimedio tradizionale per i malanni da freddo.
Per questo uso si scelgono in genere grappoli di varietà di uva senza semi, che si fanno asciugare su grate disposte al sole (nelle regioni molto calde) o nel forno, a calore moderato, fino a essiccazione completa. In seguito si separano gli acini e si conservano in contenitori ben chiusi al riparo da luce e calore. L’uvetta così ottenuta, chiamata anche uva passa o uva sultanina secondo le varietà di uva impiegate, si usa per la preparazione di decotti emollienti, adatti a contrastare mal di gola e tosse. Il decotto si prepara portando a bollore una tazza d’acqua, aggiungendo due cucchiaini d’uvetta e lasciando sulla fiamma ancora per due o tre minuti. Alcuni preferiscono filtrare questo decotto, mentre per altri è gradevole da consumare insieme all’uvetta. Di sicuro questo preparato non ha bisogno di essere ulteriormente addolcito, perché l’uvetta è naturalmente dolce e ricca di zuccheri. Se ne può consumare una tazza in caso di necessità.
Maschera di bellezza
Ricca com’è di antiossidanti e nutrienti, l’uva è un prezioso alleato anche per la bellezza della pelle, che rende più luminosa e compatta.
Per una maschera di bellezza veloce, basta schiacciare con una forchetta o con il passaverdure una manciata di acini d’uva del colore preferito. La purea ottenuta si applica sul viso ben pulito e si lascia agire per almeno venti minuti prima di sciacquare con acqua tiepida.
Questo rimedio sembra anche in grado di favorire una più rapida guarigione in caso di herpes sulle labbra, grazie alle virtù antivirali dell’uva.