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L’antica tecnica orientale di coltivazione del bonsai consiste nel far crescere un’albero in dimensioni mignon, in un vaso in cui devono essere ricreate le migliori condizioni di vita. I bonsai che vivono in appartamento in questo periodo dell’anno devono essere collocati in un luogo riparato dai raggi diretti del sole ma devono ricevere luce sufficiente. Soprattutto, occorre fare attenzione alle annaffiature: bagnare bene il bonsai non è semplice e potrebbe essere un problema per un neofita. Prima di annaffiare controllare che i vasi abbiano i fori per fare defluire l’acqua in eccesso.
Come bagnarli
Il terriccio dei bonsai deve essere mantenuto sempre umido, ma non fradicio. Uno sbaglio frequente è quello di annaffiare quando il terriccio è troppo secco: così l’acqua somministrata percola molto in fretta e non riesce a inumidire bene le radici. Per evitare questo errore, si consiglia di annaffiare con il metodo “per immersione”. Procurarsi un catino basso e ampio e riempirlo con alcuni centimetri di acqua. Immergere il vaso col bonsai e aggiungere altra acqua fino a raggiungere il bordo superiore del vaso. Lasciare nell’acqua fino a quando la superficie superiore del terriccio sarà inumidita: solo così si ha la sicurezza di bagnare perfettamente tutto il substrato, radici comprese. Quindi estrarre il bonsai dal catino e lasciare che l’acqua percoli dal foro di drenaggio sul fondo prima di ricollocarlo nella sua postazione. Il momento migliore per bagnare è la sera, quando la terra nei vasi è più fresca e quindi più vicina alla temperatura dell’acqua: così si evita uno shock termico alle radici, la parte più delicata.
Se bonsai sono in balcone
Se i vostri bonsai da casa sono stati spostati all’aperto per la bella stagione, oltre ad annaffiarli come già detto occorre nebulizzare quotidianamente l’area in cui si trova il bonsai: ripiani, terreno e arbusti circostanti. Operare quando la pianta non è al sole, preferibilmente alla mattina presto.
I più diffusi in appartamento
Ficus retusa e F. retusa “panda” sono sempreverdi appartenenti alla famiglia delle Moracee del genere Ficus, di origine tropicale. Hanno la chioma espansa, larga, ricca di foglie con il tronco grosso, sinuoso, contorto e largo.
Carmona macrophylla chiamato anche “albero del tè”, ha foglie sempreverdi di forma ovale. In natura fiorisce tra la primavera e l’estate con fiori bianchi, in casa il periodo di fioritura varia a secondo delle condizioni ambientali.
Serissa foetida ha fogliame piccolo e sempreverde e tronco naturalmente contorto con numerosi solchi che fanno sembrare la pianta più vecchia. I fiori sono bianchi e può fiorire più volte l’anno. La pianta è sensibile ai cambiamenti di irrigazione, di posizione e di temperatura, quindi occorre costanza nella cura.
Sagerethia theezans è sempreverde con foglie opposte, ovali e dentellate. In estate produce piccoli fiori bianchi, seguono bacche blu.
Manutenzione regolare del bonsai
I bonsai sono alberi che in natura possono raggiungere grandi dimensioni ma che vengono coltivati in vaso: così non si sviluppano in altezza e larghezza ma maturano e producono fiori e frutti caratteristici della specie. Chi si appresta a coltivarli per la prima volta dovrebbe orientarsi verso le specie più facili come Ficus retusa.
L’acqua
Chi è alle prime armi deve usare la tecnica dell’immersione (sopra descritta), in seguito ci si deve servire di un annaffiatoio specifico per bonsai con caduta a pioggia che permette di far cadere l’acqua delicatamente sul terriccio senza creare buche. Attenzione a non esagerare perché un’irrigazione troppo abbondante induce il bonsai alla produzione di foglie grandi e internodi lunghi.
Il concime
Per nutrire le piante occorre concime organico per bonsai a lenta cessione. Facile da usare, basta interrarlo leggermente sulla superficie del terriccio e l’azione fertilizzante si protrarrà fino a 5 settimane. Si può usare tutto l’anno.
Il rinvaso
Per i neofiti l’operazione più delicata è il rinvaso da fare a maggio. In questa occasione i bonsai devono essere potati a livello radicale: occorre svasare la pianta, “pettinare” le radici e poi potare l’apparato radicale. Le prime volte si consiglia vivamente di eseguire l’operazione insieme a un esperto coltivatore.