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Guzmania, Neoregelia, Vriesea, Aechmea sono piante da interni i origine tropicale appartenenti tutte alla famiglia delle Bromeliaceae. Hanno un aspetto importante e quindi sono molto usate come pianta regalo, anche da unire in composizioni di più piante molto scenografiche, ma in realtà sono facili da curare, vogliono poca acqua, ambienti caldo-umidi e possono offrire la loro fioritura anche per 4 mesi. In natura, le bromeliacee sono piante epifite che non radicano al suolo ma sugli alberi o sulle rocce dove si forma un semplice accumulo di sostanza organica di varia natura (foglie, radici, muschi, guano) e le radici, appena coperte da questo materiale, sono dotate di un rivestimento spugnoso in grado di imbibirsi dell’acqua piovana. Inoltre il tratto comune a questa famiglia di piante è la struttura a pozzetto centrale, che permette di raccogliere e accumulare l’acqua piovana. Vediamo quali sono le loro minime esigenze e quali errori è meglio evitare.
Le situazioni da evitare
Il sole diretto:
le bromeliaceae amano la luce abbondante ma sempre diffusa, la posizione giusta è vicino ad una finestra esposta a nord o ad ovest, mai sotto l’azione diretta dei raggi del sole nelle ore centrali della giornata.
Il freddo e le escursioni termiche:
piante tipiche di zone climatiche con ridotta differenza di temperatura fra notte e giorno non sono indicate come piante da ufficio dove il riscaldamento è spento durante i fine settimana o nelle ore notturne. Per mantenere un soggetto sano è necessario ricoverarlo a una temperatura di circa 18 °C, e pur esistendo una certa variabilità da specie a specie, si può affermare che al di sotto dei 12 °C la bromeliacee rischiano di morire.
Il caldo eccessivo:
oltre i 27 °C le bromeliacee iniziano a mostrare segni di sofferenza. Nel caso, effettuare un’irrorazione al giorno utilizzando solo acqua distillata per non macchiare le foglie. Le foglie imbruniscono e seccano quando la temperatura è troppo alta e l’umidità dell’aria scarsa. Verificare la presenza di acqua nel pozzetto centrale, pulire le foglie con un panno umido per reidratare la superficie fogliare, inumidire il terriccio senza inzupparlo.
Umidità insufficiente:
durante l’inverno quando il riscaldamento è acceso, specie se ad aria, porre le piante su un largo sottovaso con uno strato di ghiaia da tenere bagnato. La pianta deve poter sgrondare l’acqua senza assorbirne dal basso.
Eccesso di nutrienti:
la concimazione non è considerata necessaria, ma nel periodo estivo una volta il mese, a un dosaggio pari ad un quarto di quello prescritto, si può impiegare un fertilizzante liquido per piante da fiore.
Acqua dura:
si deve utilizzare solo acqua dolce e a temperatura ambiente. Nel caso la rete idrica fornisca solo acqua calcarea si deve provvedere a raccogliere l’acqua piovana o si deve acquistare acqua minerale anche a basso costo. L’acqua presa dal rubinetto, se dolce, deve essere lasciata riposare in una caraffa per qualche minuto prima di essere utilizzata così che il cloro aggiunto, evapori.
Dopo l’acquisto serve il rinvaso
Al momento dell’acquisto molte piante si trovano in vasi piccoli rispetto al volume, all’altezza e al peso della vegetazione e per questo necessitano spesso di essere collocati all’interno di portavasi pesanti che ne assicurino la stabilità. Chi decide di rinvasarle ricordi sempre che si tratta di piante che preferiscono terreno acido e che poste in un terriccio normale o argilloso stentano fino a morire in breve tempo. Utilizzare quindi un terriccio a base di torba arricchito con terra di foglie o un terricciato composto da tre parti di terriccio da fiori e un quarto di aghi di pino in via di decomposizione (avranno funzione acidificante), ma si può inserire anche la corteccia esaurita proveniente dal rinvaso delle orchidee di casa o perlite. Anche l’aggiunta di un poco di sabbia è indicata perché serve a migliorare il drenaggio, ne basta un bicchiere per vaso di 18 cm di diametro. Il risultato finale deve essere soffice, leggero, poroso, capace di trattenere umidità senza creare ristagno.
Acqua, non nel solito sistema
Come già detto, le bromeliacee sono accomunate dalla struttura a pozzetto centrale, che permette di raccogliere e accumulare l’acqua piovana. Proprio per seguire questa capacità naturale di catturare l’acqua, noi dobbiamo cambiare i sistemi di bagnatura tradizionale. Per bagnare le bromeliacee occorre riempire il pozzetto centrale fino a colmarlo tanto che l’acqua arrivi a tracimare. Durante l’inverno si attende che l’acqua nel pozzetto centrale sia assorbita del tutto prima di rinnovarla, quindi si bagna poco, ogni tre settimane circa. In estate si bagna anche due volte la settimana e si distribuisce acqua anche sul terriccio così da mantenerlo leggermente umido.
Occhio all’infiorescenza
L’infiorescenza in condizioni ottimali dura a lungo, anche più di quattro mesi. Una durata inferiore alle attese è da imputare al freddo se tende a seccare ed assumere colore sbiaditi e polverosi, alla scarsità di luce se appassisce, o alla troppa acqua se l’asse tende a marcire.
Neoregelia, quella meno conosciuta
La neoregelia è, senza dubbio, una pianta di forte impatto visivo per i colori accesi, i contrasti netti, l’aspetto lucido, e la forma aperta che si allarga nello spazio circostante. Originaria delle foreste pluviali dell’America meridionale, di facile coltivazione è pianta resistente, molto indicata per formare gruppi di vasi con altre piante di esigenze simili come guzmanie, tillandsie, vriesea e ananas, o abbinando diverse specie e/o varietà della stessa.
Si riconosce facilmente per via delle grandi foglie nastriformi che nelle diverse varietà possono assumere colori diversi. Di colore verde scuro con cuore rosso nella Neoregelia meyendorfii, variergate nella N. ‘Fireball variegato’, e bianche e verdi nella n. ‘M.me Van Durme’. Al centro quelle che sembrano altre foglie e che formano una struttura ad imbuto sono in realtà brattee. Al centro del pozzetto si formano i fiori, riuniti in un’infiorescenza rotondeggiante, che cresce fino a sporgere sopra la rosetta di foglie. Sono di colore bianchi, blu, viola tenue o malva.
Guzmanie, le vere protagoniste
Le guzmanie sono le bromeliacee più vendute ed ammirate perché uniscono colori luminosi e leggerezza, facendone una pianta capace di arredare da sola un piccolo spazio, di risaltare con forza anche su mobili moderni o bianchi, di portare allegria ed è una scelta fresca e giovane. Il genere è quello che più di ogni altro è stato sottoposto ad ibridazione e selezione per ottenere un vero e proprio caleidoscopio di forme e colori.
La struttura delle brattee colorate semitrasparente crea un grande effetto visivo se ben illuminata.
Guzmania lingulata ha foglie lunghe, anche oltre i 40 cm, di colore verde vivo, incise, strette e lanceolate. Rappresenta il modello di riferimento per le guzmanie oggi più diffuse. Il fusti fiorifero, lungo all’incirca 30 cm, è sormontato da brattee colorate persistenti, anche molte settimane, che portano fiori, all’opposto, di breve durata. La varietà ‘Passion’ di colore viola è la più diffusa, ‘Apache’ mescola rosso fuoco e bianco avorio e se ben illuminata ricorda una torcia accesa, ‘Hasta la vista’ ha un caldo color arancione, ‘Limones’ ha brattee di aspetto carnoso giallo luminoso al centro, rosso vivo all’esterno.
Guzmania conifera è riconoscibile per la grande infiorescenza conica che ricorda nella forma una pigna portata eretta dai colori sgargianti. Le brattee, addossate una all’altra come fossero le scaglie di uno strobilo, sono color rosso vivo con gli apici più chiari, gialli o arancioni.
Vriesea, la più facile
Vriesea è amata sia per la facilità di coltivazione sia per la lunghissima durata delle brattee colorate. Le foglie di consistenza coriacea e di forma ligulata si sovrappongono alla base formando una rosetta a cono. Si arcuano verso l’esterno in una forma definita e rigida. In genere sono di color verde, mai brillanti, con bande orizzontali scure, marrone e verde, piuttosto larghe.
I fiori, ad apertura scalare, hanno tre petali, raggiungono i 5 cm di lunghezza ed una forma che ricorda quella della chela di un granchio. Sono racchiusi in brattee di colorate lucide e brillanti. La fioritura non segue immediatamente la formazione della spata che è molto durevole.
Le brattee formano spate ensiformi portate da steli che superano la rosetta delle foglie anche di quasi mezzo metro. Le spate possono essere semplici o frondose, formate da più unità. Vriesea ‘Elan’ ha spate frondose distanziate che si aprono, ad eccezione di quella apicale, verso l’esterno, quasi fosse la stilizzazione di una conifera, arancioni con particolari gialli. Fra le nuove selezioni ‘Jolie’ con brattea gialla evidenziata dai lati rossi, e ‘Sparkle’ con brattea principale e particolari gialli, che presenta una brattea dominante ed altre sotto disposte a “ventaglio”.
Al momento dell’acquisto controllare lo sviluppo della spata. Scegliere piante con spate appena formate e mai già in fioritura.
Aechmea, la classica insuperata
Poche piante hanno saputo resistere alle mode come Aechmea fasciata e anche quando superata da scelte più appariscenti non ha mai perso quello zoccolo duro di ammiratori che regalandone una sanno di compiere una scelta di classe. Discreta, elegante, ben visibile senza essere vistosa è sempre una scelta vincente. E’ sempre meglio scegliere piante in boccio perché avranno una maggiore durata con foglie intere, sane, senza marciumi alla base e senza ammaccature.
Le foglie, lunghe fino a 60 cm, hanno un margine seghettato provvisto di piccole spine, sono coriacee e dure, poco resistenti al piegamento, arcuate, disposte a rosetta. Il colore di fondo è grigio verde arricchito da striature irregolari che nella forma tipica sono bianco argentee.
La pruina presente (è quella patina grigia che riveste le foglie) non deve essere tolta con le mani o con uno straccio per conferire alla pianta un aspetto lucente. Si pulisce con un piumino e non si impiega lucidafoglie.
Dal centro della rosetta, in estate, si forma un asse che porta un’infiorescenza in forma di pannocchia compatta con una gran quantità di piccole brattee colorate di rosa da cui usciranno in modo scalare fiori tubulosi color azzurro a tre petali.
‘Primera’ è una varietà apprezzata per la grande taglia, raggiunge un’altezza di 65/70 centimetri, il colore rosa intenso del fiore grande e per le bacche color rosso che seguiranno i fiori dando nuova attrattiva alla spata. Insolita è la specie Aechmea tayoensis che solitamente ha un vaso piccolo, mentre la rosetta di foglie copre un diametro di circa 30 cm e non forma il classico cono della specie più diffusa, l’Aechmea fasciata, così che per bagnarla si dovrà immergere il contenitore in acqua dolce e non fredda, una volta la settimana.
Dividere per avere nuove piante
Giunta al termine del suo ciclo vitale la bromeliacea secca fiori e foglie, sviluppando contemporaneamente dalla base un nuovo getto che per potersi sviluppare in modo completo deve essere separato.
In un vaso disporre sul fondo un buon strato drenante di circa tre-quattro centimetri ed usare come terriccio un mix di sabbia e torba in parti uguali. Il nuovo getto andrà separato dalla pianta madre dopo averla scalzata dal terreno preservando quanto più è possibile l’apparato radicale.
Una volta invasato, pressare il terriccio intorno alle radici, bagnare e chiudere il vaso all’interno di un sacco di plastica trasparente per tre giorni così da garantire nella primissima fase di attecchimento un tasso di umidità elevatissimo.
Tre problemi risolti
Se la pianta marcisce alla base:
con ogni probabilità le bagnature sono state troppo abbondanti e la temperatura è troppo bassa. In pochi casi si può salvare la pianta. Vuotate il pozzetto centrale, sospendete le bagnature, spostate la pianta in una stanza più calda.
Se le foglie perdono colore:
la luce non è sufficiente oppure la causa è l’esposizione al sole diretto.
La pianta tende ad avvizzire e seccare:
manca acqua. Verificate l’umidità del terreno ed introducete acqua nel pozzetto centrale.